Salute 7 Febbraio 2023 12:30

Terremoto, priorità a cure traumatologiche e supporto sanitario ai fragili. Partite missioni OMS e Italia

Il bilancio delle vittime del terremoto, che si è verificato due notti fa in Turchia, sarà molto più pesante del previsto. Alle morti causate «direttamente» dal sisma si andranno a sommare anche i decessi conseguenti ai problemi sanitari già tragicamente evidenti

Terremoto, priorità a cure traumatologiche e supporto sanitario ai fragili. Partite missioni OMS e Italia

Il bilancio delle vittime del terremoto di magnitudo 7.9, che si è verificato due notti fa in Turchia, sarà molto più pesante del previsto. Alle morti causate «direttamente» dal sisma si andranno a sommare anche i decessi conseguenti ai problemi sanitari già tragicamente evidenti. Oltre alle ferite e i traumi, si vanno infatti ad aggiungere anche problematiche relative al freddo, alle malattie e alla scarse cure e assistenza che il paese è ora in grado di fornire. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) stima che il numero delle vittime potrebbe così raggiungere quota 20mila.

Scosse di assestamento e freddo ostacolano i soccorsi

«Finora, si stima che più di 5mila persone siano rimaste uccise e più di 18.700 ferite», dichiara l’Oms. «Ma sappiamo tutti che questi numeri continueranno ad aumentare con l’evolversi della situazione. Naturalmente – continua – ciò che questi numeri non ci dicono è il dolore e la perdita che stanno vivendo le famiglie in questo momento». Famiglie che «hanno perso una madre, un padre, una figlia, un figlio sotto le macerie – afferma il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus – o che non sanno se i loro cari sono vivi o morti. Ora è una corsa contro il tempo. Ogni minuto, ogni ora che passa, le possibilità di trovare sopravvissuti vivi diminuiscono». E aggiunge: «Continue scosse di assestamento, rigide condizioni invernali, danni a strade, alimentatori, comunicazioni e altre infrastrutture continuano a ostacolare l’accesso e altri sforzi di ricerca e soccorso. Siamo particolarmente preoccupati per le aree di cui non disponiamo ancora di informazioni. La mappatura dei danni è in corso, per capire dove dobbiamo focalizzare la nostra attenzione».

Circa 23 milioni di persone esposte al terremoto, di cui 5 milioni di vulnerabili

Secondo Adelheid Marschang, esperta di emergenze dell’agenzia Onu per la Salute «è una crisi che si aggiunge alle molteplici crisi nella regione interessata. Potenzialmente 23 milioni di persone sono state esposte al sisma tra cui circa 5 milioni di persone vulnerabili, di cui anziani e 1,4 milioni di bambini». E aggiunge: «Le infrastrutture civili e potenzialmente le infrastrutture sanitarie sono state danneggiate in tutta la regione colpita, principalmente Turchia e Nord-Ovest della Siria, oltre a una massiccia distruzione. Gli accessi stradali in molte zone sono interrotti». Si ritiene anche che i principali bisogni insoddisfatti potrebbero essere in Siria nell’immediato e nel medio termine, ma «il movimento degli aiuti attraverso il confine potrebbe essere interrotto a causa dei danni causati dal terremoto», dice Marschang. «Questa di per sé sarebbe già una crisi enorme poiché la Siria nordoccidentale ospita oltre 4 milioni di persone che dipendono dall’assistenza umanitaria attraverso l’assistenza transfrontaliera e abbiamo più di 2,7 milioni di persone che sono state sfollate prima del terremoto, molte delle quali già vivono nelle condizioni più dure, in affollati alloggi improvvisati o in tenda».

Oms nelle aree del terremoto con forniture e squadre mediche di emergenza

«L’Organizzazione mondiale della sanità sta inviando tre voli charter verso Turchia e Siria colpite dal sisma, carichi di forniture mediche, compresi kit chirurgici per la cura dei traumi, dal nostro hub logistico di Dubai», dice Ghebreyesus. «I funzionari nazionali sia in Turchia che in Siria stanno conducendo operazioni di ricerca e soccorso, anticipando al contempo la crescente necessità di cure traumatologiche per i feriti. L’obiettivo iniziale – continua – è salvare vite umane e prendersi cura delle ferite. Stiamo operando in modalità ‘no regrets’, senza rimpianti, con team di gestione degli incidenti rapidamente istituiti a livello nazionale, regionale e globale. Stiamo mobilitando forniture di emergenza e abbiamo attivato la rete di squadre mediche di emergenza dell’Oms per fornire assistenza sanitaria essenziale ai feriti e alle persone più vulnerabili». Riferisce Hans Kluge, direttore dell’Oms per l’Europa: «Secondo il ministero degli affari esteri della Turchia, ad oggi 2.660 operatori provenienti da 65 Paesi sono già state schierate o si stanno preparando per essere dispiegate nelle aree disastrate. Tra queste team medici di emergenza da Spagna, Portogallo, Italia, Francia, Usa, Israele e molti altri Paesi».

 

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