Test pungidito analizzati al Buzzi per fotografare la situazione epidemiologica nelle scuole. In caso di esito positivo, immediato il tampone. Presto camper per esaminare anche studenti con sintomi influenzali. Il progetto pilota dell’ASST Fatebenefratelli Sacco con la collaborazione del Provveditorato agli studi e dell’Università Statale
Parte da Milano un programma integrato di sorveglianza epidemiologica che consentirà di conoscere e di monitorare la diffusione del coronavirus tra gli studenti. Test sierologici su base volontaria verranno realizzati su 6000 alunni dai 3 ai 18 anni di 14 istituti milanesi in tre fasi dell’anno scolastico: prima dell’inizio, a dicembre e in primavera. Questo permetterà di verificare la carica virale e gli effetti che il virus avrà sui più giovani. È l’obiettivo del progetto pilota che è stato messo a punto dall’Istituto Fatebenefratelli Sacco con la collaborazione del provveditorato agli studi.
L’iniziativa che ha preso il via lo scorso lunedì con la distribuzione dei primi kit alle scuole è stata presentata alla stampa presso l’ospedale Buzzi che avrà un ruolo fondamentale nella fase di verifica dei test. A sottolinearlo è stato il direttore generale del Fatebenefratelli Sacco, il professor Alessandro Visconti: «La possibilità di farlo a Buzzi è data dal fatto che nell’ospedale pediatrico del gruppo ci sono macchinari che di solito vengono utilizzati per malattie ereditarie metaboliche nello screening neonatale e possono essere impiegate per analizzare fino a 2400 campioni di sangue al giorno e di processarlo in tempi velocissimi».
Test rapidi, ma assolutamente attendibili, garantisce il professor Gian Vincenzo Zuccotti, Direttore del dipartimento di Pediatria del Fatebenefratelli Sacco, Prorettore dell’Università Statale di Milano e ideatore del progetto: «Sono equiparabili ai test con prelievo venoso – assicura –. Abbiamo verificato che hanno un’attendibilità pari al 96-98%».
«Il kit contiene un pungidito, la carta bibula e delle informazioni per come eseguirlo e per dare il consenso informato. Appena le scuole ci rimanderanno questi cartoncini con i campioni di sangue che i genitori raccoglieranno al proprio domicilio, noi potremmo fare il dosaggio degli anticorpi con una chiara fotografia di quella che è la situazione all’interno della scuola».
Il risultato sarà disponibile dopo 24 ore. Se negativo verrà inserito nel Fascicolo Sanitario Elettronico del singolo interessato e sarà consultabile direttamente secondo le procedure regionali e dal pediatra di libera scelta. In caso di risultato positivo, o dubbio, invece, lo studente verrà sottoposto al tampone rinofaringeo. Per agevolare ancor più il comparto scolastico, particolarmente sotto stress in questo avvio, è allo studio una modalità di esecuzione dei tamponi direttamente a scuola.
«Il problema del bambino con sintomi influenzali in classe è uno dei nodi da sciogliere – ammette Zuccotti –. Stabilire se l’alunno ha una banale influenza oppure è affetto da Covid è fondamentale per tenere sotto controllo la pandemia. Pertanto, oltre ai test sierologici, stiamo mettendo a punto un sistema di monitoraggio con tampone faringeo direttamente nei pressi delle scuole dove un camper sarà attrezzato per accogliere gli studenti che in classe manifestano sintomi sospetti. In questo modo i ragazzi saranno isolati dalla classe, verrà chiamato il camper e in poco tempo verrà realizzato e processato il tampone. In meno di due ore, si avrà l’esito e si saprà, quindi, se i compagni e i professori dovranno andare in quarantena oppure no».
In attesa di vedere i camper anti-Covid posizionati davanti alle scuole, il provveditorato agli studi deve risolvere la spinosa questione dei professori che manifestano situazioni di fragilità.
«Gli insegnanti e il sistema amministrativo in questo momento hanno grandi difficoltà e perplessità – commenta il dirigente dell’ufficio scolastico del territorio di Milano Marco Bussetti -. Noi cerchiamo di dare supporto e sostegno e questo strumento va in quella direzione. Le scuole per ora partono in presenza nel primo ciclo e un misto tra didattica a distanza e presenza in aula nel secondo ciclo. Vedremo poi strada facendo».
Anche l’Università Statale di Milano ha deciso di prendere parte al programma, come sottolineato dal Rettore Elio Franzini presente alla firma del protocollo d’intesa. «Applicheremo il modello di sorveglianza sierologica mediante test su base volontaria con l’intento di monitorare studenti, docenti, personale tecnico e amministrativo. Nel frattempo, abbiamo avviato un piano di rientro misto, con matricole e studenti che seguono i laboratori scientifici in presenza con turni e prenotazione delle aule, mentre gli altri corsisti saranno a distanza ancora per qualche mese».
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