É una due giorni interamente dedicata alla formazione e alla valutazione delle competenze cliniche dei medici quella organizzata a Roma, al Ministero della Salute, dalla Fadoi (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti), con la collaborazione di Fism, ISS e SDA Bocconi
É una due giorni interamente dedicata alla formazione e alla valutazione delle competenze cliniche dei medici quella organizzata a Roma, al Ministero della Salute, dalla Fadoi (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti), con la collaborazione di Fism, ISS e SDA Bocconi.
L’evento intende in particolare focalizzare l’attenzione sul ruolo che, nel processo della formazione, svolgono società scientifiche, aziende sanitarie ed ordini dei medici. Per questo il convegno vede la partecipazione non solo di direttori ospedalieri, ricercatori, esponenti delle istituzioni e tecnici che si occupano in prima persona di ECM e formazione, ma anche di società scientifiche e università.
«La Fadoi – dichiara a Sanità Informazione il Presidente Andrea Fontanella – ha da sempre come obiettivo la formazione e la ricerca, due aspetti che devono avere un rapporto traslazionale e influenzarsi l’uno con l’altro in modo da poter garantire un cambiamento e un miglioramento della qualità dell’assistenza fornita ai pazienti».
«Ma, in particolare – prosegue Fontanella – vorremmo brevettare un sistema sviluppato dalla Fadoi per certificare le competenze dei medici, che si sviluppa in due momenti: la capacità di rispondere a domande qualificanti e la capacità di erogare un’assistenza il più appropriata possibile parametrata su casi clinici reali, che nascono dall’esame della cartella clinica di pazienti veri, quindi complessi, per i quali non ci sono linee guida internazionali, parametrate invece sulle singole malattie e non sulla persona».
«Sono due quindi le direzioni che la formazione dovrà seguire nei prossimi anni: una di tipo tecnologico, che vede quindi il superamento della lezione frontale a favore dell’interazione con malati ‘virtuali’, costruiti sul modello delle realtà cliniche quotidiane; a tal riguardo, uno degli interventi è proprio dedicato al ruolo della simulazione in realtà virtuale nella formazione. La seconda invece nasce proprio dalla necessità di tener conto del paziente nella sua interezza e non alle singole malattie» conclude il presidente Fadoi.