Dal 21 al 27 maggio si celebra la Settimana Mondiale della Tiroide: «È necessario creare cultura e sensibilità su patologie tiroidee, formando tutti i medici perché riconoscano i sintomi più frequenti e si arrivi a diagnosi precoce». Così il Presidente AME Vincenzo Toscano
“Tiroide è Energia”. È questo il tema della Settimana Mondiale della Tiroide di quest’anno, nata per sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi connessi alle malattie della tiroide ed alla loro prevenzione. Sono sei milioni gli italiani con un problema a questa ghiandola, “centralina” che gestisce l’energia del nostro organismo regolando il metabolismo, controllando il ritmo cardiaco, lo sviluppo del sistema nervoso e la forza muscolare. Una riduzione di questo ormone (ipotiroidismo) o un eccesso (ipertiroidismo) alterano tutti questi processi. Anziani, neonati e donne in gravidanza sono i soggetti più vulnerabili: un apporto di iodio non adeguato in gravidanza può provocare alterazioni dello sviluppo intellettivo e cognitivo del bambino e peggiorare lo stato depressivo delle donne dopo il parto. Il Professor Vincenzo Toscano, Presidente dell’Associazione Medici Endocrinologi (AME) ha ribadito ai nostri microfoni l’importanza di una formazione adeguata e specifica sulla tiroide per i medici di famiglia e tutti gli operatori del sistema sanitario per arrivare a diagnosi corrette e tempestive.
Professor Toscano, quanto è importante creare cultura e sensibilizzare l’opinione pubblica e tutto il mondo scientifico sulla prevenzione delle malattie tiroidee?
«La sintomatologia che i pazienti manifestano quando hanno una patologia tiroidea è piuttosto diffusa ma subdola, per cui diventa rilevante creare cultura non solo tra gli endocrinologi, che hanno già questa expertise, ma anche nei medici di medicina generale e negli altri operatori del sistema sanitario. È importante valutare gli ormoni tiroidei e stabilire la funzione della ghiandola attraverso l’enunciazione dei sintomi dei pazienti. Mantenere un adeguato apporto di iodio è fondamentale per le donne sia in fase di programmazione della gravidanza che durante la gravidanza stessa. Lo screening è fondamentale per diagnosticare eventuali disfunzioni tiroidee e curarle con l’introduzione di tiroxina. In caso di gravidanza, controllare la tiroide permette di evitare danni al feto soprattutto nelle prime venti settimane quando non si è ancora sviluppata la ghiandola nel bambino, permettendo il regolare sviluppo del sistema nervoso centrale e quindi un adeguato quoziente intellettivo di questo soggetto nel futuro».
Esiste anche una forma post-partum che, condizionando l’umore e il benessere della neo-mamma, viene spesso scambiata per depressione…
«La tiroide durante la gravidanza subisce un aumento come tutte le ghiandole endocrine, perché deve sopperire alla funzione ancora mancante delle ghiandole endocrine del feto: è iperstimolata e ipervascolarizzata ed è necessario un po’ di tempo perché ritorni nelle fasi basali pre-gravidanza. Durante la gravidanza la tiroide sviluppa spesso processi infiammatori e si può instaurare una condizione di ipotiroidismo. Questa alterazione può causare o peggiorare lo stato d’animo depressivo post-partum o produrre serie problematiche per quanto riguarda lo sviluppo della simbiosi madre-bambino».
A proposito del “fare cultura” sui crescenti problemi legati alle malattie della tiroide di cui parlava prima, quanto è importante che tutti i medici siano adeguatamente formati per riconoscere i sintomi più frequenti delle malattie tiroidee?
«È compito delle società scientifiche del settore fornire cultura anche agli altri operatori del SSN e soprattutto ai medici di medicina generale, che rappresentano il primo filtro tra paziente e sistema. Attraverso la formazione a distanza le società scientifiche possono stimolare la curiosità sulle patologie tiroidee anche tra gli infermieri, i fisioterapisti e gli altri operatori sanitari, che applicheranno queste conoscenze nel proprio lavoro quotidiano. Prevenire è essenziale: sappiamo come l’utilizzo del sale iodato, da quando è stata promulgata la legge che ne ha introdotto la presenza obbligatoria in tutti i punti vendita, ha portato ad una riduzione molto rilevante del gozzo nei primi anni di vita dei bambini».
L’incidenza dei problemi tiroidei negli uomini è un problema di cui si parla poco, come mai?
«La patologia autoimmune è meno frequente negli uomini per una costituzione ormonale, ma quella nodulare è frequente in entrambi i sessi. La differenza tra uomini e donne è che le prime sono molto più attente alle loro problematiche di salute. Gli uomini, invece, sono meno predisposti a prendersi cura della propria persona e del proprio stato di salute».