Si è tenuto oggi a Roma il simposio annuale PGEU, nell’ambito del quale si è discusso della nuova regolamentazione sui farmaci dell’Unione Europea
«La pandemia da Covid-19 ha evidenziato la necessità di mettere a punto interventi normativi per garantire a tutti i cittadini europei un equo accesso a farmaci sicuri, efficaci e di qualità. Questo aspetto è strettamente legato al tema delle carenze di farmaci, inasprite dalla pandemia, e alla necessità di razionalizzare lo smaltimento dei farmaci per prevenire l’insorgere di problematiche ambientali e di salute pubblica». A parlare è il segretario nazionale di Federfarma Roberto Tobia, che ha presieduto il simposio annuale del PGEU (raggruppamento dei farmacisti territoriali europei), che si è tenuto oggi a Roma.
«Per affrontare correttamente tutte queste problematiche, è necessario ridurre la dipendenza dell’UE dall’importazione di principi attivi da terze parti, aumentandone la produzione in Europa e sostenendo l’innovazione tecnologica nell’industria farmaceutica europea», dice Tobia. «Garantire un equo accesso ai farmaci significa anche affrontare altre problematiche importanti, come lo sviluppo di farmaci per patologie rare che ad oggi non hanno una cura specifica, la lotta contro il cancro e il contrasto alla resistenza anti-microbica». Nel secondo panel si è affrontata invece la questione di come offrire ai pazienti informazioni autorevoli, efficaci ed oggettive sui farmaci.
«I pazienti rivestono un ruolo sempre più attivo: in questi anni è cresciuto significativamente l’interesse dei cittadini su tutti i temi riguardanti la salute e sono aumentate la consapevolezza e volontà di acquisire informazioni dettagliate sulla propria salute, conoscere quali farmaci sono disponibili, perché sono stati approvati e come viene monitorata la loro efficacia», riferisce Tobia. «Il diritto del paziente di acquisire informazioni sui farmaci è espressamente riconosciuto dalla Commissione europea, per questo dobbiamo assicurarci che tali informazioni siano accurate, supportate da evidenze scientifiche, aggiornate ed obiettive. Questo è importante per contrastare le informazioni che circolano incontrollate attraverso Internet», aggiunge.
Un altro tema del simposio è stato quello dell’implementazione dei dati del mondo reale nella nuova regolamentazione europea sui farmaci. «Introdurre l’utilizzo delle ‘Real World Evidence‘ nella messa a punto di interventi normativi sullo sviluppo, autorizzazione e supervisione dei farmaci in Europa sarà di grande importanza per la ricerca e lo sviluppo di nuovi medicinali di qualità», sottolinea Tobia. «La raccolta e l’utilizzo di Real World Evidence richiede la collaborazione e le competenze di tutti gli stakeholder, inclusi i pazienti, i professionisti della salute, l’industria, i legislatori, le Istituzioni anche accademiche, gli organismi di valutazione delle nuove tecnologie», conclude.
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