Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi e ideatore dello #SconnessiDay, evidenzia i pericoli per la salute della nomofobia e invita medici e pazienti a formarsi correttamente sull’argomento
«All’epoca di Humphrey Bogart si pensava che fumare fosse la cosa più glamour del mondo, poi si è scoperto che causa la malattia del secolo. C’è il rischio che la nomofobia segua lo stesso percorso». A sottolineare i rischi che la dipendenza da Internet può avere sulla salute di tutti è Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi e CEO di Falcon Production, che ha co-prodotto il film “Sconnessi”. Ecco perché è stato tra i promotori dello #SconnessiDay, la prima Giornata Mondiale della S-Connessione da ripetere il 22 febbraio di ogni anno, presentata presso il Ministero della Salute ad una numerosa platea composta da esponenti delle Istituzioni, della stampa e del mondo medico sanitario.
Presidente, lo #SconnessiDay è una giornata per staccare i cellulari e ritornare a comunicare. Perché promuovete questa iniziativa?
«La promuoviamo per tre ragioni: il 22 febbraio è la giornata in cui si lancia il film Sconnessi, è la giornata in cui si celebra la Giornata Mondiale della S-Cconnessione ed è la giornata in cui promuoviamo il corso di formazione ECM “Internet e adolescenti: I.A.D. e cyberbullismo” rivolto al mondo sanitario e dei pazienti. I problemi di cui parliamo sono l’Internet Addiction Disease, la malattia che riguarda proprio l’abuso dell’utilizzo di Internet, e la nomofobia. Si tratta di malattie che oggi sono allo studio e che di fatto rappresenteranno le malattie del futuro. Anche all’epoca di Humphrey Bogart, d’altro canto, si fumava e si pensava che il fumo fosse la cosa più glamour del mondo; poi però si è scoperto che il fumo causa la malattia del secolo. La nomofobia rischia di fare la stessa fine. È una patologia che si sta sottovalutando ma che noi vogliamo sottolineare e rendere evidente con iniziative come lo #SconnessiDay».
Lei ha definito la nomofobia una patologia che viene sottovalutata. Quanto è importante, allora, che il personale sanitario si formi su questa malattia in modo da avere gli strumenti per approcciare e risolvere questo problema?
«La formazione del personale sanitario su questo tema è fondamentale. Per questo il provider Sanità in-Formazione, in collaborazione con Consulcesi Club, propone questo corso di formazione. Un corso nuovo e innovativo che utilizza il mondo del cinema e degli attori per spiegare in modo concreto e fattivo come educare e curare al meglio i propri pazienti. Un corso che fa parte di una collana più ampia di “Film Formazione” che consente di affrontare la patologia con rigore scientifico unito alla capacità di presa e la viralità di un progetto cinematografico ad ampia diffusione. Ma la formazione sul tema della dipendenza da Internet è importante anche per le famiglie. Ecco perché consigliamo anche ai pazienti di seguire questo corso di formazione. Solo conoscendo bene il problema si può spiegare ai propri familiari, soprattutto ai propri figli, che l’iperconnessione può diventare un problema, una vera e propria malattia che va a limitare non solo gli aspetti sociali ma addirittura quelli personali. È proprio di questi giorni la pubblicazione di uno studio sulla rivista Global Pediatric Health della Pennsylvania in cui risulta che l’abuso di cellulari e di computer limita non solo il sonno dei bambini di circa un’ora a notte, ma crea anche dei problemi legati all’obesità, oltre all’incapacità di relazionarsi in modo corretto con le altre persone».
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