Salute 18 Luglio 2023 08:59

Trapianto di fegato record a Padova: da due donatori viventi ad un unico ricevente

Per la prima volta in Italia e in Europa è stato realizzato all’Ospedale di Padova dal professor Umberto Cillo un intervento da due donatori viventi ad un unico ricevente. Un traguardo che apre le porte a nuove importanti sfide per il futuro
Trapianto di fegato record a Padova: da due donatori viventi ad un unico ricevente

Se l’Italia è prima in Europa per numero di trapianti di fegato, il Veneto è la prima regione ad avere realizzato in Italia e in Europa un trapianto di fegato da due donatori viventi ad un unico ricevente. Ad eseguire lo straordinario intervento è stato il professor Umberto Cillo dell’Azienda Ospedale Università di Padova.

Il 60 percento delle donazioni per trapianto di fegato riguardano pazienti oncologici

«Il fegato è un organo indispensabile alla sopravvivenza, per cui asportare grandi quantità di fegato è un intervento impegnativo e noi abbiamo voluto intraprendere questa strada difficile, ma che garantisce sempre di più la sicurezza dei donatori e amplia anche la possibilità della donazione da vivente. Infatti, tanto più i donatori e le famiglie si sentono e si sentiranno sicure, tanto più doneranno e potremo, piano piano, allargare in maniera molto selezionata le indicazioni per tutti i pazienti oncologici – spiega il direttore UOC della Chirurgia Epatobiliare e del Centro Trapianti di fegato dell’Azienda Ospedaliera Università di Padova -. Ricordo che oggi il 60 percento dei trapianti di fegato avviene  per tumore».

Una corsa contro il tempo grazie alla generosità dei familiari dei pazienti

Il primo intervento realizzato a Padova ha visto protagonisti due nipoti che hanno donato i lobi sinistri del loro fegato, e una zia affetta da carcinoma metastatico che oggi ha una chance in più di sopravvivere grazie alla generosità dei nipoti. Una corsa contro il tempo di 60 minuti per effettuare il trapianto e restituire una speranza di vita al paziente.

In trenta giorni il fegato del donatore è rigenerato

«Abbiamo il cronometro che va, e quando il fegato viene tolto dalla preservazione e impiantato i tempi sono stretti: 60, 65 minuti senza appello – fa notare il professore -. Nel senso che tutto deve essere fatto con precisione e la macchina funzionare perfettamente. Questo richiede tante ore di esperienza chirurgica per il team, ma un impegno minimo dei due donatori. In trenta giorni, infatti,  i due fegati sono già rigenerati».

In futuro grazie al PNRR nuovi progetti permetteranno di manipolare i fegati fuori dal corpo

Negli ultimi dieci anni sono stati realizzati in Veneto oltre 6 mila trapianti,  e solo nel 2022 se ne contano 604, il 61% dei quali a Padova. Anche nel 2023 Padova si conferma primo ospedale di trapianti in Italia. «C’è un progetto legato al PNRR su cui noi stiamo lavorando – anticipa il professor Cillo -.  Prevede la manipolazione dei fegati fuori dal corpo anche per molti giorni e questa è una frontiera che andremo ad esplorare in futuro».

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

 

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Settimana Mondiale dell’Immunizzazione, Sin: “Proteggere il cucciolo d’uomo sin dalla nascita”

La SIN ribadisce le misure fondamentali di protezione per i neonati da virus e batteri per una crescita in salute e al riparo da rischi di infezioni
Nutri e Previeni

Alimentazione, la dieta africana ‘spegne’ l’infiammazione

Allo studio hanno partecipato 77 uomini sani della Tanzania, alcuni sono passati a una dieta occidentale per due settimane, altri ad una africana tradizionale
Prevenzione

Contro le patologie respiratorie la vaccinazione è la via maestra

La vaccinazione rappresenta la strada d’elezione per prevenire e controllare le patologie virali. Le Raccomandazioni di quattro società scientifiche sulla prevenzione delle patologie resp...
Advocacy e Associazioni

Tumore al seno: tossicità finanziaria per il 38% delle donne, 70% affronta spese extra per le cure

Presentati a Roma i risultati del sondaggio su 585 pazienti realizzato da ANDOS e C.R.E.A. Sanità, per indagare gli effetti collaterali della malattia in termini umani, organizzativi, economici...