Recepito con un accordo il documento elaborato dal Centro nazionale trapianti: obiettivo quello di incrementare la donazione da vivente e aumentare le possibilità di trapianto per gli oltre 6mila nefropatici in lista d’attesa
Una nuova strategia nazionale per incrementare il trapianto di rene da vivente e per dare una speranza in più agli oltre 6mila pazienti nefropatici in attesa di un donatore per uscire dalla dialisi: è quanto la Conferenza Stato-Regioni ha sancito con un accordo approvando un documento elaborato dal Centro nazionale trapianti.
Obiettivo del progetto realizzato dal Cnt – riferisce una nota – è quello di rendere attuabile su tutto il territorio nazionale l’opzione terapeutica del trapianto di rene da vivente, suggerendo alle Regioni gli strumenti e le azioni da porre in atto per superare le criticità attuali del processo di donazione e gestione delle coppie candidate alla donazione e al trapianto.
«Nonostante una crescita significativa negli ultimi anni, in Italia il ricorso al trapianto di rene da vivente è ancora troppo modesto, circa il 15% del totale, mentre nei Paesi nordeuropei e negli Stati Uniti si colloca tra il 30 e il 50% – spiega il direttore del Cnt Massimo Cardillo -. Allo stesso tempo, nel nostro Paese ogni anno iniziano il trattamento dialitico circa 10.000 nuovi pazienti, dei quali almeno uno su tre è candidabile al trapianto di rene: occorrerebbe eseguire almeno 2.500-3.000 trapianti di rene l’anno, mentre quelli che attualmente realizziamo grazie ai donatori deceduti sono poco più di 2.000. Questo non consente né il soddisfacimento della domanda emergente né, tanto meno, lo smaltimento della lista di attesa».
Eppure, continua Cardillo, «il trapianto da vivente, ancor più se eseguito prima ancora di iniziare il trattamento dialitico, è la migliore opzione terapeutica dell’insufficienza renale terminale. Vi sono molte e consistenti evidenze scientifiche che dimostrano che questo tipo di trapianto non solo assicura la migliore sopravvivenza del paziente e dell’organo ma garantisce anche migliori indici di funzionalità dell’organo trapiantato e migliore qualità di vita dei pazienti».
La nuova strategia, che le Regioni e le Province autonome dovranno recepire e attuare nel breve periodo, prevede tra le varie azioni che le aziende sanitarie istituiscano presso tutte le nefrologie degli ambulatori di pre-dialisi con medici, infermieri e psicologi specificamente formati sul percorso di informazione, selezione e valutazione delle coppie candidate al trapianto da vivente.
Le Regioni dovranno individuare meccanismi di valorizzazione per i centri nefrologici e le dialisi che iscriveranno quote significative di pazienti alle liste d’attesa, mentre l’esperienza specifica nella valutazione dei candidati al trapianto da vivente e nel follow up dei trapiantati sarà richiesta come requisito ai futuri primari delle nefrologie degli ospedali sede di centri trapianto di rene.
Inoltre, le indagini diagnostiche necessarie alla valutazione di idoneità alla donazione e al trapianto, oggi troppo lente, dovranno godere di corsie preferenziali. Toccherà ai coordinamenti regionali della Rete nazionale trapianti promuovere la formazione professionale specifica, mentre il Cnt, insieme alla Società italiana di nefrologia e alla Società italiana trapianti d’organo, e con il prezioso supporto delle associazioni di settore, si farà carico di organizzare una campagna capillare d’informazione rivolta ai nefrologi e a tutto il personale impegnato nel trattamento dei pazienti con insufficienza renale pre-terminale e terminale sia nelle strutture pubbliche che private convenzionate.
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