Salute 18 Aprile 2018 10:07

Trapianto di pene, ora è realtà. Vespasiani (SIU): «È tecnicamente possibile. Bisogna trovare modo etico di realizzarlo»

Nel mondo finora solo tre interventi di questo tipo. A Roma l’autore del terzo trapianto, Curtis Cetrulo. L'urologo Salvatore Sansalone: «Una delle difficoltà maggiori è trovare famiglia disposta a cedere organo»
Trapianto di pene, ora è realtà. Vespasiani (SIU): «È tecnicamente possibile. Bisogna trovare modo etico di realizzarlo»

Finora in tutto il mondo ne sono stati realizzati tre e solo uno è pienamente riuscito. Parliamo del trapianto di pene, un intervento ancora raro ma sempre più richiesto. Sono infatti migliaia gli uomini che ne hanno bisogno: le cause di amputazione del pene possono essere le più svariate, da traumi lavorativi a infezioni dovute a circoncisioni, fino al tumore che nei casi più gravi richiede l’amputazione. Colpa anche delle malattie a trasmissione sessuale: l’infezione da HPV è responsabile del 30-40% dei casi.

LEGGI ANCHE: TUMORE PENE E TESTICOLO: LE DIECI REGOLE PER LA PREVENZIONE

«Una delle difficoltà maggiori è quella di trovare un organo non solo compatibile ma che la famiglia del donatore sia disposta a cedere – spiega il professore Salvatore Sansalone, Direttore Scientifico del Congresso e Direttore del Centro di Chirurgia Genito-Urinaria della Clinica Sanatrix di Roma – Ma è al termine dell’intervento che inizia l’avventura, un periodo post operatorio in cui è possibile che l’organo non attecchisca correttamente, venga rigettato dall’organismo del ricevente o non sia funzionante in maniera corretta».

L’intervento è molto complesso e richiede fino a 15 ore di sala operatoria: comporta anche delicate implicazioni etiche e psicologiche. Di questo si è discusso al Congresso “Frontiers in Genito-Urinary Reconstruction” al Policlinico Tor Vergata di Roma, a cui hanno partecipato alcuni dei massimi esperti mondiali come Curtis Lisante Cetrulo, della Harvard School of Medicine di Boston e autore del terzo trapianto al mondo, Salvatore Sansalone, Giuseppe Vespasiani, Guido Barbagli, Filippo Maria Boscia, Presidente Associazione Nazionale Medici Cattolici, la psicosessuologa Valeria Randone, David Ralph, Past president della ESSM, il Cardinale Edoardo Menichelli, Assistente Ecclesiastico Nazionale Associazione Medici Cattolici Italiani.

L’intervento è molto complesso e richiede fino a 15 ore di sala operatoria: comporta anche delicate implicazioni etiche e psicologiche. Di questo si è discusso al Congresso “Frontiers in Genito-Urinary Reconstruction” al Policlinico Tor Vergata di Roma, a cui hanno partecipato alcuni dei massimi esperti mondiali come Curtis Lisante Cetrulo, della Harvard School of Medicine di Boston e autore del terzo trapianto al mondo, Salvatore Sansalone, Giuseppe Vespasiani, Guido Barbagli, Filippo Maria Boscia, Presidente Associazione Nazionale Medici Cattolici, la psicosessuologa Valeria Randone, David Ralph, Past president della ESSM, il Cardinale Edoardo Menichelli, Assistente Ecclesiastico Nazionale Associazione Medici Cattolici Italiani.

«La chirurgia ricostruttiva dell’apparato genitale ha ancora qualche tabù – spiega a Sanità Informazione Giuseppe Vespasiani, Presidente della Società Italiana di Urologia – nel senso che gli interventi vengono praticati per patologie estremamente importanti e invalidanti per l’uomo quali l’incontinenza urinaria, la disfunzione erettile, l’impotenza grave. Quindi l’utilizzo di protesi per risolvere questa tipologia di problemi indubbiamente crea qualche problema anche al paziente stesso. Però stiamo assistendo negli ultimi anni ad un miglioramento di questa situazione per cui sempre più uomini si rivolgono a noi per cercare di risolvere questo tipo di problemi. L’importanza di questo convegno è legata soprattutto al fatto che per la prima volta in Italia si è parlato di trapianto del pene. Una condizione deturpante del pene per motivi iatrogeni cioè dovuti ad interventi chirurgici o per patologia malformativa determina uno stato psicologico e sociale veramente molto molto imbarazzante per un paziente soprattutto se giovane non meno di quanto può essere un volto deturpato, la perdita di un braccio, la perdita di una mano. Le prime esperienze hanno dimostrato che il trapianto di pene è un trapianto tecnicamente possibile e sta soltanto a noi trovare la maniera etica più corretta per portarlo avanti».

Tra le incognite, oltre agli aspetti psicologici, anche la necessità per il paziente che ha subito il trapianto di una terapia immunosoppressiva a vita con rischi per la salute dei reni e la possibile insorgenza di tumori.

 

SEGUICI ANCHE SU FACEBOOK <— CLICCA QUI

 

Articoli correlati
Quale futuro per l’urologia? Se ne parla al 15° congresso nazionale UrOP
Alla vigilia dell’appuntamento che porterà a Modena dall’11 al 13 novembre i più grandi professionisti dell’Urologia, il dottor Giovanni Ferrari, dell’Hesperia Hospital, spiega il primo intervento di prostatectomia radicale robot assistito in un paziente in anestesia spinale toracica e le nuove tecnologie che renderanno la sanità più sostenibile
di Federica Bosco
Flusso urinario ridotto negli over 50? Non è solo la prostata
Indagine conoscitiva urologica “quello che gli uomini non dicono”: solo il 15% del campione individua correttamente una stenosi uretrale. Italia leader mondiale nella tecnica ricostruttiva di barbagli
Malattie sessualmente trasmesse in aumento. E in estate è boom di rapporti non protetti
I dati dell'Istituto superiore di sanità: «In 27 anni infezioni sessualmente trasmesse aumentate del 40%». L’urologo: «Attenzione all’HPV»
di Isabella Faggiano
Cinque milioni di italiani soffrono di incontinenza. I consigli dell’esperta per le vacanze
La prevenzione comincia in tenera età: «Insegnare ai propri figli ad urinare ad intervalli regolari, assumendo una posizione comoda sul water con gambe divaricate e rilassate. Anche il pavimento pelvico deve essere in completo relax: la minzione deve avvenire per rilasciamento e non per spinta»
di Isabella Faggiano
Contenziosi, l’urologo Gallucci: «Uso del robot non esclude complicanze, al paziente va spiegato bene»
Il professore di Urologia della Sapienza commenta l’utilizzo della robotica nel suo settore: «L’urologo è quello che più di tutti utilizza il robot. Praticamente quasi tutte le procedure, non solo la prostatectomia radicale, ma anche interventi molto complessi tipo la rimozione della vescica o la ricostruzione anche dell’intestino totalmente intracorporea o ancora i grandi interventi di tumore del rene possono essere fatti con la robotica»
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Settimana dell’Immunizzazione, Oms: “Vaccinare tutti è umanamente possibile”

L'edizione 2025 della Settimana mondiale dell'immunizzazione esaminerà non solo ciò che i vaccini fanno per migliorare la vita oggi, ma anche ciò si può ottenere nei prossi...
Prevenzione

Settimana Mondiale dell’Immunizzazione, Sin: “Proteggere il cucciolo d’uomo sin dalla nascita”

La SIN ribadisce le misure fondamentali di protezione per i neonati da virus e batteri per una crescita in salute e al riparo da rischi di infezioni
Nutri e Previeni

Alimentazione, la dieta africana ‘spegne’ l’infiammazione

Allo studio hanno partecipato 77 uomini sani della Tanzania, alcuni sono passati a una dieta occidentale per due settimane, altri ad una africana tradizionale
Prevenzione

Contro le patologie respiratorie la vaccinazione è la via maestra

La vaccinazione rappresenta la strada d’elezione per prevenire e controllare le patologie virali. Le Raccomandazioni di quattro società scientifiche sulla prevenzione delle patologie resp...
Advocacy e Associazioni

Tumore al seno: tossicità finanziaria per il 38% delle donne, 70% affronta spese extra per le cure

Presentati a Roma i risultati del sondaggio su 585 pazienti realizzato da ANDOS e C.R.E.A. Sanità, per indagare gli effetti collaterali della malattia in termini umani, organizzativi, economici...