Relazioni, dibattiti, confronti e formazione pratica. Nell’intervista al nostro giornale Alessandro Bertani (Responsabile Chirurgia toracica e trapianto polmone IRCCS-ISMETT) illustra cosa è emerso dal “Lung transplant and lung Failure symposium”
Ridurre i tempi in lista d’attesa per il trapianto di polmone, discutere tecniche innovative e terapie avanzate, migliorare le condizioni dei pazienti in ottica multidisciplinare. Questi gli obiettivi della collaborazione tra University of Pittsburgh Medical Center – una delle principali istituzioni a livello mondiale per i trapianti – ed ISMETT – Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) – per la cura e la ricerca delle insufficienze terminali d’organo, l’ospedale che il gruppo sanitario americano gestisce a Palermo.
L’ISMETT è un centro di eccellenza nell’ambito dei trapianti: un punto di riferimento nel bacino del Mediterraneo, il miglior centro in Italia per i risultati sul trapianto di polmone in termini di sopravvivenza. Nel centro sono attivi importanti progetti di ricerca per rispondere adeguatamente alle insufficienze terminali d’organi vitali. L’Istituto è nato dalla partnership internazionale Regione Siciliana, attraverso l’ARNAS Civico di Palermo e l’UPMC (University of Pittsburgh Medical Center).
UPMC e ISMETT, insieme, hanno dato vita al “Lung Transplant and Lung Failure Symposium”, conferenza internazionale organizzata di recente a Palermo sul trapianto di polmone e l’insufficienza respiratoria terminale d’organo. Chirurghi, pneumologi, anestesisti, infermieri hanno partecipato da tutto il mondo per condividere esperienze e professionalità sviluppate in centri di riferimento internazionali.
«Siamo molto soddisfatti dei risultati del simposio – spiega Alessandro Bertani (Responsabile Chirurgia toracica e trapianto polmone IRCCS-ISMETT) facendo un bilancio del congresso. Il corso ha visto la partecipazione di più di 80 persone in presenza, 48 relatori provenienti sia dal territorio italiano che estero ed un altro discreto numero di iscritti collegati in remoto attraverso lo streaming».
Più che positiva l’importante presenza di giovani medici, personale infermieristico e tecnici al meeting, «a testimoniare l’attualità del tema trattato e l’interesse a un miglioramento delle conoscenze». Ha certamente rappresentato una spinta in più l’attività di training diretta nel laboratorio di chirurgia preclinica di ISMETT. «Ha permesso, di fatto, a 20 discenti di sperimentare tutto quello che era stato discusso al congresso direttamente dal vivo e con una metodica end zone» chiarisce il dottor Bertani. Questa parte di training «direttamente nel preparato animale e nel centro di simulazione costituisce senz’altro un valore aggiunto del meeting che ricordiamo è stato offerto senza nessuna spesa di accesso e iscrizione».
Nel corso della conferenza, esperti italiani ed internazionali si sono comparati anche in termini di differenti approcci tra la pratica USA e quella europea-italiana in relazione al trapianto di polmone. Tra i temi principali del convegno la donazione da donatore a cuore non battente e la perfusione degli organi – aggiunge lo specialista. Le differenze di approccio rilevanti tra il modello statunitense europeo ed italiano potrebbero in futuro aiutare il paese e la regione Sicilia a migliorare la possibilità di recuperare degli organi per il trapianto. La donazione dei polmoni è una delle più delicate: l’utilizzo di queste tecniche rappresenta un valore aggiunto per ridurre l’attesa dei pazienti che aspettano un organo» evidenzia. Il dottor Bertani vanta oltre 2000 interventi di chirurgia generale e toracica. Dal 2005, contribuisce allo sviluppo del programma di trapianto di polmone di IRCCS-ISMETT, uno dei più attivi in Italia e, nel 2006, ha eseguito il primo trapianto di polmone al mondo su paziente HIV positivo.
Secondo Bertani, la conferenza «è stata la testimonianza dell’importante ruolo formativo che l’istituto può avere non solo sul territorio regionale ma anche all’interno della comunità nazionale ed internazionale nel campo del trapianto di polmone e dell’insufficienza respiratoria». Tanto che i futuri step, le prossime collaborazioni scientifiche tra University of Pittsburgh Medical Center e ISMETT «sono già piuttosto sostanziosi e prevedono uno scambio culturale e scientifico stabile – chiarisce -. Il meeting ha permesso la connessione umana e diretta tra gli specialisti. Lo spunto per alcune iniziative dei prossimi mesi che riguardano soprattutto un approccio multisciplinare di cura dei pazienti e la possibilità di mettere in atto dei programmi di ricerca comuni sempre impiantati e centrati sul trapianto di polmone e sull’espansione del pool di donatori» conclude.
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