Salute 10 Settembre 2024 11:39

Trauma cranico, un esame del sangue identifica le lesioni più gravi

La ricercatrice: “La presenza ad alte concentrazioni del biomarker ‘GFAP’ ha dimostrato un’accuratezza diagnostica nel 98-99% dei casi nell’indicare una lesione cerebrale traumatica con rischi di morte, da operare entro 24 ore”

di I.F.
Trauma cranico, un esame del sangue identifica le lesioni più gravi

Quando è necessario intervenire con un tempestivo intervento chirurgico, entro le prime 24 ore, a seguito di un trauma cranico? Se finora i medici si sono basati su dati clinici e radiologici per rispondere a questa domanda, in un futuro non molto lontano potranno trovare un valido supporto anche dalle analisi ematiche. Un biomarker nel sangue, infatti, rappresenterebbe una vera e propria spia, capace di identificare le lesioni traumatiche cerebrali più gravi, su cui è necessario intervenire a livello neuro-chirurgico entro 24 ore, per salvare la vita ai pazienti. Si tratta dei trauma cranici come quelli che possono verificarsi durante attività sportive, allenamenti militari o per altri incidenti, compresi quelli stradali. La dimostrazione arriva da uno studio  statunitense, condotto sulla base dei risultati di varie indagini precedenti su pazienti con trauma cranico.

Un test accurato al 99%

I ricercatori hanno confrontato i dati emersi dalle analisi di tre biomarkers ed hanno scoperto che uno  solo – quello che segnala la presenza della cosiddetta GFAP (la  proteina acida fibrillare gliale) – era significativamente elevato, se misurato entro 30-60 minuti dall’ incidente. Il test ha così indicato velocemente i pazienti in gravi condizioni da operare al più presto nella maggior parte dei  casi. Lo studio, a firma di Linda Papa dell’ Orlando regional medical center della Florida, spiega che la presenza ad alte concentrazioni di GFAP ha dimostrato un’accuratezza diagnostica nel 98-99% dei casi nell’ indicare una lesione cerebrale traumatica con rischi di morte. La diagnosi è stata confermata dalle tac cerebrali. Pubblicato su ‘Jama Network‘, lo studio suggerisce di usare questo esame del sangue ‘salvavita’ anche in ambiti pre-ospedalieri, ossia durante i trasporti in ambulanza, nelle strutture sportive o militari dove in vari casi si verificano questi incidenti. La ricerca nel sangue della GFAP era stata autorizzata dalla Food and drug administration nel 2018, ma il suo uso non è stato implementato.

 

 

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