La legge sul primo soccorso c’è, ma mancano alcuni decreti attuativi. L’appello di Andrea Scapigliati Vicepresidente di IRC (Italian Resuscitation Council): «Serve più formazione sul primo soccorso e defibrillatori in centri sportivi, scuole, mezzi di trasporto e luoghi pubblici»
Sono solo tre minuti, ma possono fare la differenza tra la vita e la morte. Una corsa contro il tempo che grazie ai defibrillatori automatici esterni è possibile vincere. È per questo che è importante che tutte le società sportive, ma anche le scuole, i luoghi pubblici, i mezzi di trasporto ne siano dotati. A lanciare un appello affinché ci sia più formazione sul primo soccorso e defibrillatori automatici esterni è l’IRC (Italian Resuscitation Council) società scientifica senza scopo di lucro, accreditata al Ministero della Salute che riunisce medici, infermieri e operatori esperti in rianimazione cardiopolmonare.
«Quando si verifica un arresto cardiaco a seguito di un aritmia congenita o ad un malore esiste una finestra di tre minuti definita finestra d’oro dagli addetti ai lavori che permette di far sopravvivere la vittima di arresto cardiaco senza conseguenze. – spiega il vicepresidente IRC Andrea Scapigliati, medico anestesista e rianimatore -. Un lasso di tempo in cui è fondamentale riconoscere il problema, essere tempestivi nel chiamare i soccorsi e nell’intervenire».
Ogni anno in Europa si verificano circa 400 mila arresti cardiaci, di cui 60 mila in Italia, e si stima che solo nel 58% dei casi chi assiste interviene con manovre salvavita, come massaggio cardiaco e ventilazione, e solo nel 28% dei casi con il defibrillatore. «È essenziale quindi che chi assiste ad un arresto cardiaco, lo sappia riconoscere, chiami il numero unico di emergenza 112 e guidato dagli operatori della centrale operativa inizi le manovre di rianimazione cardiopolmonare, come il massaggio cardiaco e, se disponibile, utilizzi un Defibrillatore Automatico Esterno in attesa dell’arrivo dei soccorsi» aggiunge Scapigliati.
Se lo sport fa bene alla salute e garantisce benessere, è altrettanto vero che quando viene praticato senza controllo o in condizioni di caldo eccessivo, può essere un fattore di rischio e scatenare problemi cardiovascolari in grado di causare improvvisamente un arresto cardiaco. «C’è sempre una causa – precisa il cardiologo -, nelle persone più giovani è quasi sempre dovuto a un problema strutturale congenito difficile da diagnosticare, nelle persone più grandi il problema è la degenerazione delle arterie cardiache che, a causa delle placche, si possono rompere e determinare l’infarto. Quindi è bene, dopo i 40 anni, sottoporsi ad una visita cardiologica una volta ogni cinque anni, mentre in presenza di fattori di rischio come livelli alti di colesterolo, ipertensione, obesità, vita sedentaria e tabagismo o familiarità per disturbi cardiovascolari, è raccomandato eseguire visite con maggiore frequenza».
Da un anno è entrata in vigore la nuova legge italiana sul primo soccorso (approvata il 28 luglio e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 13 agosto) che prevede:
I centri sportivi, le palestre, le piscine gestiti da società e associazioni sportive professionistiche e dilettantistiche devono avere il DAE (durante gli allenamenti e le competizioni)
Le società e le associazioni sportive professionistiche e dilettantistiche che utilizzano spazi di impianti pubblici devono condividere il DAE con coloro che utilizzano gli impianti stessi.
Diffusione dei defibrillatori automatici esterni in scuole di ogni ordine e grado, università, sedi delle pubbliche amministrazioni (con almeno 15 dipendenti e servizi aperti al pubblico), stazioni, porti, aeroporti, mezzi di trasporto (aerei, treni navi nei tratti con percorrenza continuata di almeno due ore). Per questo sono stati stanziati 10 milioni (2 all’anno per i prossimi 5 anni) per l’acquisto dei DAE.
Introduzione in scuole secondarie di primo e secondo grado dell’insegnamento delle manovre di rianimazione cardiopolmonare e dell’utilizzo dei defibrillatori
Tutela legale del soccorritore: in assenza di personale sanitario o di personale non sanitario che sia stato formato sulla rianimazione cardiopolmonare, l’utilizzo del defibrillatore è consentito a tutti in caso di sospetto arresto cardiaco
Obbligo per il 118 di fornire ai cittadini le istruzioni telefoniche per riconoscere l’arresto cardiaco, per fare il massaggio cardiaco e per utilizzare il DAE
Obbligo per i soggetti privati e pubblici che possiedono i defibrillatori di registrarli alle centrali operative del 118
Introduzione di applicazioni per cellulari per la geo-localizzazione dei DAE.
In Italia le persone che praticano sport sono circa 20 milioni e oltre 190mila gli impianti sportivi. Di queste circa 120 mila sono associazioni sportive dilettantistiche e professionistiche che devono, per legge, essere muniti di DAE e registrati alla centrale operativa del sistema di emergenza sanitaria 118. Un traguardo importante che necessita ancora di una spinta per essere operativo in tutti gli ambiti perché «mancano ancora alcuni decreti attuativi – puntualizza il vicepresidente di IRC – in particolare riguardo l’installazione di DAE in luoghi pubblici e mezzi di trasporto e l’introduzione di applicazione per cellulari con la geolocalizzazione dei DAE».
«E’ una macchinetta semplice, facile da utilizzare anche per chi non è esperto – sottolinea -. Ha due bottoni: uno per accendere l’apparecchio e l’altro per erogare la scarica se il sistema riconoscerà l’esigenza di farlo. La macchina, una volta messa a contatto del paziente attraverso due placche adesive, che si chiamano elettrodi, fa istantaneamente un elettrocardiogramma al cuore della persona a cui è stato applicato, ed è in grado di verificare se è presente una aritmia, con una precisione pari al 99,99%. Nel caso venga identificata, un sistema di messaggistica audio e video dà le istruzioni per effettuare una scarica elettrica. È importante precisare che la scarica viene erogata solo quando si spingerà il secondo bottone. In quel momento il DAE emetterà una corrente elettrica nel torace del paziente e andrà a tacitare il caos elettrico che si è generato nella speranza che dopo questa pausa il cuore ricominci a battere in maniera regolare in modo da pompare il sangue».
«Nessun rischio di errore nel defibrillatore – garantisce Scapigliati – La macchina fa un’analisi delle condizioni del cuore ogni due minuti attraverso un timer che è automatico e dunque non richiede alcun intervento dell’operatore e, se necessario, ogni due minuti si prepara ad erogare la scarica. Una volta attivato deve rimanere attaccato alla vittima fino all’arrivo dei soccorsi».
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