Alessandro Capucci, professore ordinario di malattie dell’apparato cardiovascolare, spiega come un eccesso di catecolamine circolanti possa determinare un danno cardiaco a volte fatale
Gli ultimi dodici mesi hanno fatto registrare un aumento di malori nella fascia di età tra i 12 e i 40 anni. In alcuni casi si tratta di patologie congenite del sistema di conduzione elettrico del cuore che possono portare anche a morti improvvise nei giovani e negli atleti in particolare, ma non sempre è così. «Sono arrivate diverse segnalazioni di casi di malori improvvisi da più parti – ammette Alessandro Capucci professore ordinario di malattie dell’apparato cardiovascolare a Bologna e già Direttore della clinica di Cardiologia dell’Ospedale Torrette di Ancona – in Svezia, Asia, Taiwan, Israele e recentemente è uscito proprio un lavoro israeliano secondo cui i casi sono aumentati nell’ultimo anno».
Difficile ipotizzare le cause, anche se lo studio dimostrerebbe scientificamente cosa accade in un soggetto giovane, in particolare maschio «Nei casi di morte improvvisa a seguito di un malore – prosegue Capucci – l’autopsia avrebbe rivelato un aumento delle bande di contrazione e dei mononucleati che farebbe pensare ad un eccesso di catecolamine circolanti e infatti molte segnalazioni riguardano soggetti maschi giovani che praticano sport e che hanno dunque già un livello di catecolamine più elevato. Un eccesso di questi ormoni circolanti determinerebbe danni a livello miocardico e conseguente miocardite».
La causa, dunque, di questi malori sarebbe riferibile alle catecolamine, ormoni prodotti dal surrene, che circolano nel sangue e vengono rilasciati in situazioni di stress o ipoglicemia, causando aumento di frequenza cardiaca e di pressione arteriosa. Oltre ad un eccesso di catecolamine, anche la concentrazione della proteina spike potrebbe avere un ruolo fondamentale. A sostenerlo è lo stesso professor Capucci che aggiunge: «Il vaccino Pfizer, avendo una minore concentrazione di spike, risulterebbe essere meno lesivo in questo senso. Di conseguenza la concentrazione delle proteine spike potrebbe essere un evento fondamentale da tenere sotto controllo».
Come prevenire un evento avverso di questo tipo rappresenta dunque la sfida da vincere nei prossimi mesi: «Ad esempio bisognerebbe rivedere il dosaggio del vaccino anti-Covid da somministrare, magari pensando ad una dose su misura per i giovani, in relazione al peso corporeo. – sottolinea Capucci -. È opportuno ripensare al vaccino come ad un farmaco che ha indicazioni e dosaggi specifici».
«Un esame della troponina prima della somministrazione del vaccino permetterebbe di fare una valutazione da un punto di vista ematochimico – conclude il cardiologo – Ma la cosa più importante sarebbe monitorare, dopo la vaccinazione, i soggetti più a rischio, ovvero maschi giovani che fanno attività fisica».
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