Nel Lazio, e in particolare a Roma, l’incidenza della tubercolosi è più elevata della media nazionale
“Lo Spallanzani riveste un ruolo primario nel monitoraggio e nella gestione della tubercolosi nella Regione Lazio dove l’incidenza è più elevata, in particolare nella città metropolitana di Roma, rispetto alla media nazionale. Nonostante il declino dell’incidenza, in Italia la tubercolosi resta comunque tra le principali patologie infettive per numerosità di casi e impatto sulla salute della collettività”. Ad affermarlo sono Fabrizio Palmieri, direttore Uoc Malattie infettive e dell’apparato respiratorio (Miar) dell’Istituto Spallanzani Irccs di Roma, e Gina Gualano, dirigente Apc Miar.
“Il fenomeno migratorio rappresenta per il sistema sanitario un banco di prova su cui misurare la capacità di dare risposte efficaci ai bisogni di salute emergenti. La Tubercolosi nei migranti – proseguono – rappresenta una delle sfide prioritarie per il controllo della malattia in Paesi a bassa incidenza di malattia come l’Italia dove i migranti contribuiscono in misura ingente al carico di malattia del Paese. Tra le strategie per il controllo è raccomandata la diagnosi precoce, l’isolamento tempestivo e il trattamento efficace di tutti i casi di tubercolosi attiva, la prevenzione della progressione da infezione tubercolare latente a malattia clinicamente attiva attraverso il trattamento dell’infezione tubercolare latente nei contatti stretti recenti di Tb attiva”.
“Nell’ambito del Piano regionale della prevenzione appare quindi necessario garantire ai migranti un’adeguata informazione sulla Tb – suggeriscono Palmieri e Gualano – prestando attenzione alle difficoltà di comprensione linguistica, e la ricerca attiva dei casi attraverso lo screening per Tb attiva. Per i clinici, gli stakeholder e le istituzioni governative e del terzo settore, è necessario incontrarsi per coordinare iniziative sempre più efficaci per il controllo della Tubercolosi, nell’ottica ‘End Tb dell’Oms’ che stabilisce obiettivi ambiziosi per porre fine all’epidemia globale di Tb entro il 2035. In questo evento sono state condivise le esperienze maturate, cercando di renderle confrontabili, e proposto interventi omogenei applicabili dai vari attori per razionalizzare gli approcci migliorando allo stesso tempo l’efficienza del sistema di presa in carico dei pazienti migranti affetti da tubercolosi”, concludono.
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