Il chirurgo della Breast Unit Tommaso Pellegrino e il dg Anna Iervolino: «L’eccellenza dei nostri percorsi diagnostico terapeutici porrà un freno alla migrazione sanitaria di medici e pazienti»
I tumori mammari rappresentano il 30% della totalità di tumori maligni diagnosticati alle donne, e il carcinoma della mammella è stato il più frequentemente diagnosticato nel 2020 (54.976, pari al 14,6% di tutte le nuove diagnosi), nonostante il lockdown e la paura di poter contrarre il virus abbiano portato molti pazienti a rinviare interventi, visite e terapie. Il 10% dei ricoveri ospedalieri per tumori è effettuato in mobilità sanitaria: è la Campania la regione da cui ci si sposta di più. In molti casi la scelta è dettata dalla percezione di inefficienza degli ospedali della propria regione: a volte reale, altre volte dovuta a un problema di comunicazione, informazione e immagine. Senza dimenticare che la migrazione sanitaria ha un impatto finanziario importante per le regioni: la fuga dal sud vale 4,6 miliardi.
E proprio la Campania ha invece recentemente segnato un importante punto di eccellenza. Presso il Policlinico Federico II di Napoli è stato realizzato un intervento chirurgico di mastoplastica con rimozione di tumore ad opera di una equipe medico chirurgica Breast Unit con standard internazionale. L’intervento è stato realizzato da una doppia equipe operatoria con anestesia mini invasiva, senza oppiacei e senza intubazione. Si tratta di un’eccellenza che ha forti prospettive in termini di benessere dei pazienti e di impatto sul sistema sanitario nazionale. Sanità Informazione ha intervistato il dottor Tommaso Pellegrino, Dirigente Medico Chirurgia Generale e Oncologica presso il Policlinico “Federico II” Napoli, a capo dell’equipe che ha condotto l’intervento.
«La paziente, una donna di 81 anni, è stata sottoposta a mastectomia radicale con tecnica nipple sparing, svuotamento del cavo ascellare e ricostruzione – spiega Pellegrino – che ha permesso di ricreare la conformazione naturale del seno. In questo caso, particolare rilievo assume la tecnica anestesiologica utilizzata: il blocco plessico dei nervi che interessano la ghiandola mammaria e il cavo ascellare, con sedazione ma senza intubazione. Questo tipo di anestesia – prosegue – viene effettuato con l’ausilio di un ecografo intraoperatorio per individuare i nervi da bloccare tramite infiltrazione di anestetico. Si tratta di una tecnica che intanto elimina i rischi connessi all’intubazione – osserva il chirurgo – soprattutto nei pazienti molto anziani e/o con patologie pregresse di tipo cardiovascolare, ma soprattutto permette un recupero estremamente veloce».
«La Campania – continua Pellegrino – è stata la prima Regione in Italia ad approvare, nel 2005, la legge sulle Breast Unit, e io stesso nel 2006 presentai la prima proposta di legge in Parlamento sulle Breast Unit. La creazione di questi percorsi dedicati al Policlinico Federico II, resi possibili anche grazie alla lungimiranza e alla sensibilità di una guida al femminile che caratterizza l’azienda sanitaria, con il dg Anna Iervolino e il direttore sanitario Emilia Anna Vozzella, costituisce non solo motivo di orgoglio – conclude il chirurgo – ma rappresenta un’ulteriore dimostrazione della nostra eccellenza nell’approccio multidisciplinare, che rende immotivato il ricorso alla migrazione sanitaria da parte dei nostri pazienti».
«Nel ruolo di responsabile del percorso chirurgico della Breast Unit – spiega Francesco D’Andrea, direttore del dipartimento di Chirurgia Plastica e neo direttore del percorso in oggetto – insieme a tutto lo staff abbiamo messo in moto un programma specifico, al fine di riprendere le campagne di screening per il tumore mammario attualmente ferme e soprattutto per offrire in maniera adeguata e tempestiva la risoluzione a 360 gradi di problematiche che riguardano la mammella femminile, dalla diagnostica alla terapia. Tutto il percorso che spetta alla donna avrà un valore aggiunto che non tutti i centri di senologia offrono, soprattutto nel Meridione: quello di avere a disposizione una struttura che consente di rispettare gli standard internazionali di qualità della terapia del tumore mammario, comprendendo contemporaneamente anche la ricostruzione della mammella stessa».
«Sappiamo come il cancro della mammella sia in continua crescita – continua D’Andrea – e che la cura, spesso chirurgica seguita da trattamenti oncologici, non in tutte le strutture preveda la ricostruzione mammaria, e quindi la demolizione della mammella per tumore diventa un disastro anche dal punto di vista psicologico. Presso la nostra azienda invece noi offriamo un percorso completo a chi ha la sfortuna di incontrare il cancro – conclude il direttore – comprendendo contemporaneamente anche tutte le tecniche più moderne di ricostruzione della mammella stessa».
«L’approccio multidisciplinare che caratterizza la nostra organizzazione assistenziale è il punto di partenza per una sanità di eccellenza – commenta il dg del Policlinico Federico II Anna Iervolino -. Come Azienda ospedaliera universitaria abbiamo la possibilità di mettere a sistema in maniera strutturata le eccellenze della ricerca e della chirurgia, a beneficio della comunità. Tutto questo rappresenta un enorme incentivo non solo per i pazienti ad usufruire della nostra offerta sanitaria, ma anche per i professionisti a restare qui – conclude – in una realtà scientifico-sanitaria di eccellenza, dove poter esprimere pienamente il loro potenziale».
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