L’anticorpo monoclonale coniugato Trastuzumab deruxtecan di Daiichi Sankyo e AstraZeneca conferma una risposta clinicamente significativa e duratura per il tumore mammario, gastrico e polmonare
Il Congresso Virtuale della Società Europea di Oncologia Medica 2021 è stato il palcoscenico globale per le ultime frontiere della ricerca oncologica. E, per l’occasione, Daiichi Sankyo e AstraZeneca hanno presentato i rivoluzionari dati di efficacia del loro anticorpo monoclonale coniugato trastuzumab deruxtecan.
I risultati più interessanti riguardano il carcinoma mammario metastatico HER2+. Dai dati raccolti, trastuzumab deruxtecan non solo entra di diritto come nuovo potenziale standard di cura per il trattamento del tumore al seno ma mostra una risposta duratura anche in quello gastrico e nel carcinoma polmonare.
Nelle donne con carcinoma mammario metastatico HER2-positivo sottoposte a precedenti terapie spesso la malattia progredisce in meno di un anno. «Lo studio DESTINY-Breast03 – spiega Giuseppe Curigliano, coautore del lavoro e Direttore Struttura Complessa Divisione Sviluppo Nuovi Farmaci per Terapie Innovative dell’IEO di Milano al nostro giornale – è uno studio prospettico randomizzato globale di fase 3 effettuato su donne con tumore mammario HER2+ che hanno ricevuto una pregressa linea di trattamento con trastuzumab e taxano».
«Ha arruolato – prosegue il professore – 524 pazienti in diversi centri in Asia, Europa, Nord America, Oceania e Sud America. L’utilizzo del farmaco ha dimostrato una riduzione del 72% del rischio di progressione della malattia o di morte e ha incrementato in modo statisticamente significativo la sopravvivenza. Quasi tutte le pazienti trattate con trastuzumab deruxtecan erano vive a un anno, rispetto ad un altro ADC anti-HER2. Il 97% delle pazienti ha avuto una risposta positiva, e questo è un dato estremamente rilevante» conclude l’esperto.
I tassi di incidenza del tumore gastrico HER2-positivo metastatico sono più alti nell’Asia orientale, dove si verifica circa la metà di tutti i casi. Purtroppo, viene spesso diagnosticato in stadio avanzato, ma anche quando la diagnosi avviene nelle fasi iniziali, la sopravvivenza rimane modesta.
«DESTINY-Gastric02 – chiarisce Salvatore Siena, professore Ordinario di Oncologia Medica all’Università degli Studi di Milano a Sanità Informazione – è uno studio clinico condotto in America e in Occidente a cui hanno partecipato anche molti pazienti italiani. Valuta la sicurezza e l’efficacia di trastuzumab deruxtecan in pazienti affetti da adenocarcinoma gastrico o della giunzione gastroesofagea HER2-positivo metastatico e/o non resecabile, in una situazione clinica molto difficile, cioè con progressione della malattia durante o dopo una prima terapia medica oncologica».
«In questo ambito – puntualizza il professore – non esiste nessuno standard di cura con una terapia a bersaglio molecolare; gli studi precedenti hanno fallito. Già i dati dello studio DESTINY-Gastric01 sui pazienti giapponesi e coreani avevano dato ottimi risultati: più del 40% aveva avuto una regressione del tumore. I risultati sugli europei sono sovrapponibili: il 38% dei pazienti ha avuto una riduzione della malattia, una durata della risposta di meno di sei mesi. Sono risultati molto importanti e incoraggianti che confermano quelli già ottenuti in Asia e aprono allo studio comparativo che è già in corso».
E non è finita qui. La terapia con il trastuzumab deruxtecan è la prima anti-HER2 a raccogliere una forte risposta tumorale in pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) metastatico con mutazione HER2. A dimostrarlo i dati dello studio DESTINY-Lung01, pubblicati sul The New England Journal of Medicine.
«È uno studio di grandissimo impatto nel trattamento del tumore al polmone con mutazione HER2 in pazienti che avevano già fatto terapie tradizionali, chemioterapia e immunoterapia – sostiene Federico Cappuzzo, Direttore UOC Oncologia Medica dell’Istituto Regina Elena di Roma -. Sono mutazioni genetiche che si osservano prevalentemente nelle donne più giovani e nei non fumatori».
Per i pazienti con NSCLC con alterazioni genomiche, il trattamento con la terapia mirata offre migliori tassi di risposta rispetto alla chemioterapia. Tuttavia, una volta che queste terapie mirate sono esaurite, le opzioni di trattamento sono limitate. «Parliamo di un anticorpo monoclonale coniugato di ultimissima generazione, molto potente, innovativo e complesso. È il primo farmaco biologico che mostra risultati importanti, con un tasso di risposta superiore al 50%, con un impatto rilevante sia sul controllo della progressione della malattia che della durata di vita del paziente e con una tossicità globalmente accettabile» conclude il professore.
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