Salute 13 Marzo 2024 12:38

Tumore colon-retto, lo screening è un salvavita fino al 90% dei casi

Aigo: “Necessario incrementare aderenza agli screening: solo il 34,1% della popolazione tra i 50-74 anni invitata a sottoporsi all’esame per la ricerca del sangue occulto nelle feci ha aderito all’iniziativa”

di I.F.
Tumore colon-retto, lo screening è un salvavita fino al 90% dei casi

La lotta al cancro del colon retto comincia dallo screening, uno strumento che ha lo scopo di intercettare le lesioni precancerose rappresentate dai polipi del grosso intestino o dai tumori in una fase precoce di malattia. Secondo i medici dell’Associazione Italia Gastroenterologi ed Endoscopisti Ospedalieri, una significativa percentuale di guarigione con sopravvivenza fino al 90% dei casi, è spesso frutto di una diagnosi precoce del problema. Tuttavia, solo il 34,1% della popolazione in target, di età compresa tra i 50-74 anni, invitata a sottoporsi all’esame per la ricerca del sangue occulto nelle feci, ha aderito all’ultima campagna di prevenzione.

L’indagine Aigo

Consapevole del valore della diagnosi precoce, Aigo ha promosso nei primi mesi dell’anno l’indagine “Fattori che influenzano gli esiti dello screening organizzato del cancro colon retto in Italia“, che ha coinvolto oltre 50 strutture ospedaliere di 16 regioni italiane. “La survey nasce dalla considerazione che il grado di partecipazione allo screening del cancro colon retto in Italia è significativamente eterogeneo – spiega Marco Soncini, Presidente di Aigo e Direttore del Dipartimento Medico ASST Lecco -, generalmente le regioni del centro nord dell’Italia raggiungono performance più elevate (40-50%) di quelle del sud e delle isole (10-15%)”.

Migliora la prevenzione offerta nei centri italiani

Più elementi concorrono a determinare l’adesione o meno allo screening del cancro colon retto. Dai dati preliminari si registra che il 21% dei centri ospedalieri aderenti al progetto appartiene a realtà regionali con recente attivazione delle campagne di screening (<5 anni), un dato che fa ben sperare soprattutto nel sud della penisola. Differenti sono anche le modalità d’invito a partecipare allo screening, prevale ancora l’invio cartaceo con l’87%, mentre il ricorso a brochure informativa si attesta al 23%. Sul fronte delle performance organizzative dei centri, “i dati segnalano un crescente adeguamento del personale e delle strutture ospedaliere, oltre all’introduzione di nuove tecnologie”. In questi centri, l’85% dello staff medico e il 69% dello staff infermieristico sono abilitati allo screening. Il 96% dei centri dispongono di endoscopi ad alta definizione e nel 25% dei casi viene utilizzata l’intelligenza artificiale. Tutti gli ospedali coinvolti effettuano sedazione e l’esame risulta completo nel 96% dei casi.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...
Sanità

I migliori ospedali d’Italia? Sul podio Careggi, l’Aou Marche e l’Humanitas di Rozzano

A fotografare le performance di 1.363 ospedali pubblici e privati nel 2023 è il Programma nazionale sititi di Agenas. Il nuovo report mostra un aumento dei  ricoveri programmati e diu...