Salute 31 Marzo 2025 14:56

Tumore del fegato, l’immunoterapia ne ha rivoluzionato il trattamento

I casi di epatocarcinoma aumenteranno nei prossimi anni, ma già oggi i progressi nell’immunoterapia stanno migliorando la sopravvivenza e la qualità della vita dei pazienti
Tumore del fegato, l’immunoterapia ne ha rivoluzionato il trattamento

Negli ultimi anni, l’immunoterapia ha rivoluzionato il trattamento del tumore del fegato, in particolare dell’epatocarcinoma avanzato. Studi clinici e dati reali dimostrano che questo trattamento ha portato a un significativo aumento della sopravvivenza, passando da circa uno a due anni, con prospettive di ulteriore miglioramento grazie a nuove combinazioni farmacologiche attualmente in fase di studio. I dati e le ulteriori potenzialità sono molto confortanti, considerata la prospettiva di un incremento della prevalenza dell’epatocarcinoma in Europa nei prossimi anni. Gli studi più recenti sono stati presentati in occasione del 57° Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato, che si è tenuto a Roma alla presenza di oltre 800 specialisti. Il meeting è stato anche l’occasione per il rinnovo del Comitato Coordinatore: il Prof. Giacomo Germani è stato nominato nuovo Segretario AISF, subentrando alla Prof.ssa Vincenza Calvaruso.

Patologia in aumento nei prossimi 15 anni

I dati disponibili per l’Italia, riportati nel Libro Bianco AISF di recente pubblicazione, possono essere ricavati da uno studio che attinge da tredici registri tumori su una popolazione di circa 12.740.000 abitanti (il 21% della popolazione nazionale). Nel registro, tra il 2003 e il 2017, sono stati identificati 35.574 casi. Negli ultimi anni, il successo nella lotta alle epatiti virali, con la vaccinazione per l’Epatite B e i farmaci in grado di eradicare il virus dell’Epatite C, hanno portato a una riduzione dei casi di epatocarcinoma; tuttavia, da qui al 2040 in molti Paesi europei si prospetta un notevole e allarmante aumento dei casi di cancro del fegato. Ciò è principalmente attribuibile all’elevata assunzione di alcol, all’obesità, alle difficoltà di ridurre i livelli di infezione da HCV e alla ancora troppo scarsa efficacia dei programmi di prevenzione. In uno studio pubblicato dal database ITALICA, è emerso che la maggior parte dei pazienti con epatocarcinoma (il 68,4%) sono riconducibili alla MASLD (malattia epatica associata a disfunzione metabolica, ndr). La percentuale di epatocarcinoma con MASLD presente e con MASLD come singola causa è aumentata significativamente nel tempo (dal 50,4% e 3,6% nel 2002-2003, al 77,3% e 28,9% nel 2018-2019). In Italia si prevede che nei prossimi sei anni l’epatocarcinoma da MASLD come singola causa supererà l’incidenza di tumori in cui la MASLD è solo una concausa. Nello stesso periodo, si è osservato un miglioramento modesto ma generalizzato della sopravvivenza in pazienti con tumore del fegato, probabilmente per la maggiore precocità nella diagnosi e per il miglioramento dei trattamenti. La sopravvivenza netta a 5 anni è del 28,9% per gli uomini e 30,1% per le donne.

L’immunoterapia

Con questa prospettiva, i risultati clinici e in real life dell’immunoterapia rappresentano un risultato di grande rilievo. “Oltre a prolungare la vita dei pazienti, l’immunoterapia ha mostrato un importante impatto sulla risposta al trattamento – spiega il Prof. Giuseppe Cabibbo, Professore Associato di Gastroenterologia presso l’Università degli studi di Palermo -. I tumori tendono a crescere meno, possono ridursi e, in alcuni casi, scomparire del tutto. Questo apre la possibilità a trattamenti più radicali, come la chirurgia o il trapianto, in pazienti che in passato sarebbero stati esclusi da queste opzioni. Un altro aspetto fondamentale è il miglioramento della qualità della vita. Sebbene l’immunoterapia non sia priva di effetti collaterali, questi risultano generalmente più tollerabili rispetto alle terapie tradizionali, consentendo ai pazienti di affrontare meglio il percorso di cura. Attualmente, la ricerca continua a sviluppare nuove combinazioni di farmaci per rendere l’immunoterapia ancora più efficace. Sono in corso studi per valutarne l’uso combinato con altre terapie, con dati preliminari promettenti sulla capacità di rallentare la progressione della malattia. Inoltre, si attendono a breve nuove approvazioni da parte degli enti regolatori che potrebbero ampliare ulteriormente le opzioni terapeutiche disponibili. Questi progressi – conclude – rappresentano una svolta importante per il trattamento dell’epatocarcinoma, offrendo nuove speranze ai pazienti e delineando un futuro sempre più personalizzato e mirato per la lotta contro il tumore del fegato”.

 

 

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