Al Congresso ESMO 2021 nuovi dati dimostrano l’efficacia dell’anticorpo monoclonale coniugato Trastuzumab deruxtecan di Daiichi Sankyo e AstraZeneca su carcinoma mammario, gastrico e polmonare
Il carcinoma mammario resta il tumore più diffuso al mondo ed è una delle principali cause di morte per cancro nelle donne. Nel 2020 sono stati diagnosticati più di due milioni di casi, con quasi 685.000 morti a livello globale. Circa un caso su cinque di cancro al seno è considerato HER2 positivo.
Al Congresso Virtuale della Società Europea di Oncologia Medica 2021 sono stati presentati gli ottimi risultati dello studio di fase 3 Destiny-Breast03. L’anticorpo monoclonale trastuzumab deruxtecan, farmaco-coniugato di Daiichi Sankyo e AstraZeneca, ha ridotto il rischio di progressione della malattia o di morte del 72% rispetto a trastuzumab emtansine, il trattamento attualmente approvato per le pazienti con carcinoma mammario Her2-positivo non resecabile e/o metastatico precedentemente trattato con trastuzumab e taxano.
L’analisi dimostra che dopo 15,5 e 13,9 mesi di follow-up nei bracci di trattamento con trastuzumab deruxtecan e T-DM1 rispettivamente, la sopravvivenza libera da progressione mediana per le pazienti trattate con trastuzumab deruxtecan non è stata raggiunta rispetto ai 6,8 mesi per T-DM1 come da revisione centrale indipendente in cieco. Ma nell’endpoint secondario chiave della sopravvivenza libera da progressione valutata dagli sperimentatori, le pazienti trattate con trastuzumab deruxtecan hanno ottenuto un miglioramento di tre volte e mezza maggiore con una sopravvivenza di 25,1 mesi rispetto a 7,2 mesi con la terapia attuale. Inoltre, è stato osservato un consistente beneficio in termini di sopravvivenza libera da progressione nei sottogruppi chiave di pazienti trattate con trastuzumab deruxtecan, comprese quelle con storia di metastasi cerebrali stabili. Buoni anche i dati sulla sopravvivenza globale: quasi tutte le pazienti trattate con trastuzumab deruxtecan erano vive a un anno, ovvero il 94,1% rispetto all’85,9% di quelle nel braccio T-DM1.
In relazione agli eventi avversi, trastuzumab deruxtecan è risultato in linea con gli studi clinici precedenti. «Il beneficio osservato è di un’entità mai riscontrata prima nel carcinoma mammario. Non solo cambierà lo standard di cura, ma dimostra l’enorme potenziale di questa classe di farmaci a target molecolare, le cui prospettive appaiono brillanti sia in termini di utilizzo in fase sempre più precoce, sia in termini di sviluppo di nuove molecole all’interno della stessa classe» ha commentato Giampaolo Bianchini, responsabile del Gruppo Mammella, Irccs Ospedale S. Raffaele di Milano.
A Esmo sono stati presentati anche i risultati degli studi condotti sui pazienti affetti da tumore polmonare e gastrico. Trastuzumab deruxtecan conferma una risposta clinicamente significativa e duratura nei pazienti occidentali affetti da adenocarcinoma gastrico o della giunzione gastroesofagea (GEJ) metastatico e/o non resecabile HER2-positivo e risulta la prima terapia anti-HER2 a ottenere una forte e duratura risposta del tumore nel 54,9% pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) metastatico con mutazione HER2, pretrattati.
Il carcinoma gastrico è associato a una prognosi sfavorevole, in particolare negli stadi avanzati della malattia, con solo il 5-10% dei pazienti metastatici che sopravvivono a cinque anni. Circa un carcinoma gastrico su cinque è HER2-positivo.
Nello studio DESTINY-Gastric02 sui pazienti occidentali affetti da carcinoma gastrico metastatico o adenocarcinoma della giunzione gastroesofagea Her2-positivo, l’anticorpo monoclonale ha dimostrato un tasso di risposta globale confermato del 38%. Su un totale di 79 pazienti trattati con trastuzumab deruxtecan, sono state osservate tre (3,8%) risposte complete e 27 (34,2%) risposte parziali. Questi risultati sono coerenti con quelli dello studio registrativo di fase 2 Destiny-Gastric01, precedentemente pubblicato su The New England Journal of Medicine, che aveva valutato trastuzumab deruxtecan in pazienti giapponesi e coreani affetti da adenocarcinoma gastrico o della giunzione gastroesofagea avanzato Her2-positivo progredito a due o più regimi di trattamento precedenti, tra cui trastuzumab, una fluoropirimidina e chemioterapia contenente platino.
La sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 5,5 mesi Dopo un follow-up mediano di 5,7 mesi, la durata mediana della risposta di trastuzumab deruxtecan è stata di 8,1 mesi. La sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 5,5 mesi. Inoltre, è stato osservato un endpoint esplorativo del tasso di controllo della malattia confermato dell’81%. «Questi nuovi dati di efficacia presentati al Congresso Esmo di Parigi – ha commentato Salvatore Siena, ordinario di Oncologia Medica all’Università degli Studi di Milano- dimostrano che questa terapia è la più potente oggi mai raggiunta nella storia dell’oncologia medica per un tumore, il carcinoma gastrico Her2-positivo non suscettibile di terapia chirurgica, in una situazione clinica molto difficile, cioè dopo avere fallito la prima linea di terapia medica oncologica».
Il carcinoma polmonare è la principale causa di morte per cancro sia tra gli uomini che tra le donne, e rappresenta circa 1/5 di tutte le morti per cancro a livello globale, con circa l’80-85% dei casi classificati come carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC). Attualmente non ci sono farmaci approvati specificamente per il trattamento del NSCLC con mutazione dell’HER2.
I risultati dello studio DESTINY-Lung01 hanno dimostrato nei pazienti trattati con trastuzumab deruxtecan un tasso di risposta obiettiva confermata del 54,9%. Su un totale di 91 pazienti, sono state osservate una (1,1%) risposta completa (CR) e 49 (53,8%) risposte parziali (PR). È stato confermato un tasso di controllo della malattia (DCR) del 92,3% (95% CI; 84,8-96,9) con una riduzione delle dimensioni del tumore osservata nella maggior parte dei pazienti.
Dopo un follow-up mediano di 13,1 mesi, la durata mediana della risposta per trastuzumab deruxtecan è stata di 9,3 mesi. La sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 8,2 mesi e la sopravvivenza globale mediana è stata di 17,8 mesi. I pazienti arruolati in DESTINY-Lung01 erano stati precedentemente trattati con due linee di terapia compresa la chemioterapia a base di platino (94,5%), l’immunoterapia (65,9%), la chemioterapia a base di platino e l’immunoterapia.
«L’identificazione delle alterazioni genomiche serve come importante tabella di marcia per il trattamento dei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule. Tuttavia, la prognosi è sfavorevole dopo che la malattia progredisce nonostante le terapie mirate contro le alterazioni oncogeniche sottostanti – ha spiegato Edward B. Garon, MD, direttore di Oncologia Toracica, Jonsson Comprehensive Cancer Center presso l’Università della California, a Los Angeles -. Siamo molto incoraggiati dalla risposta tumorale osservata in questa analisi» ha concluso.
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