«Nuove cure che colpiscono in maniera selettiva le cellule tumorali risparmiando le cellule normali, un altro orizzonte rispetto alla chemioterapia» così Sergio Amadori, Presidente dell’Associazione italiana contro le leucemie
Nel 2017 in Italia sono stati diagnosticati complessivamente 31.700 nuovi casi di tumori ematologici. L’immunoterapia e la CAR-T (Chimeric Antigen Receptor T-cell) sono le speranze concrete per la cura di queste malattie che potrebbero in un prossimo futuro sostituire le cure tradizionali. L’argomento è stato al centro della presentazione, oggi a Roma, della 13° Giornata nazionale contro leucemie, linfomi e mieloma che sarà celebrata il 21 giugno.
«Le nuove prospettive terapiche rappresentano un importante passo in avanti considerando che, fino a pochi anni fa, l’unico metodo di cura era la chemioterapia, con significativi effetti collaterali» dichiara ai nostri microfoni Sergio Amadori, Presidente Nazionale AIL e Professore Onorario di Ematologia dell’Università di Roma Tor Vergata. «La ricerca sulle malattie tumorali del sangue ha fatto dei progressi straordinari negli ultimi 20 anni. Le possibilità di controllare la malattia stanno crescendo continuamente, la sopravvivenza dei pazienti si allunga in maniera significativa e la proporzione di quelli che guariscono sta incrementandosi in maniera continuativa».
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«Oggi – prosegue il Presidente – possono essere utilizzati farmaci innovativi in particolare quelli cosiddetti ‘intelligenti’ cioè capaci di colpire in maniera selettiva le cellule tumorali risparmiando le cellule normali, cosa che invece tipicamente non fa la chemioterapia tradizionale. Ecco queste terapie intelligenti utilizzate in combinazione con la chemioterapia, hanno consentito di ottenere risultati veramente straordinari».
Altra frontiera in via di sviluppo è l’immunoterapia, quella soluzione curativa che tratta il cancro come fosse un’infezione scatenandogli contro il sistema immunitario. «Tra le varie possibilità terapeutiche che si sono presentate nell’ultimo decennio – aggiunge Amadori -, l’applicazione di terapie immunoterapiche sta producendo risultati molto eclatanti. Credo che tutti hanno sentito parlare recentemente delle famose cellule CAR-T: linfociti del paziente affetto da tumore che, prelevate e ingegnerizzate in laboratorio, vengono armate di tutto punto per combattere il tumore dall’interno. Queste CAR-T hanno ottenuto la remissione in oltre l’80% dei pazienti, una remissione duratura nel tempo che ha dato vita a potenziali guarigioni».
«Ritengo che questa soluzione diventerà una delle colonne portanti di tutto il trattamento dei tumori del sangue – conclude – e siamo molto fiduciosi che, con l’aiuto dei nostri ricercatori e di AIL, questo orizzonte di successo possa diventare sempre più prossimo».