Su questo è intervenuto il direttore generale dell’Aifa, Luca Li Bassi: «C’è già una stima di prezzo per l’approvazione delle terapie Car-T. Siamo molto vicini a concludere con un’azienda farmaceutica»
“Remissione totale”. Ha vinto la battaglia contro il cancro Pamela Angelelli, la mamma di 37 anni di Montefalcone affetta da un linfoma primitivo del mediastino non – Hodgkin di tipo aggressivo, curata con l’innovativa terapia Car-T.
La storia di Pamela in questi mesi era salita alle cronache per la straordinaria gara di solidarietà intrapresa con una raccolta fondi che le ha permesso di raggiungere Tel Aviv per curarsi. Come si legge nel blog dell’associazione Andrà Tutto Bene Pamela, nata per sostenere la donna nella sua battaglia contro il cancro: “Pamela, stava perdendo la speranza di veder crescere il suo piccolo Nicola, dopo essersi sottoposta a diversi cicli chemioterapici che non riuscivano a contrastare come sperato la terribile malattia. Da qui l’appello della famiglia e degli amici per raccogliere 500 mila euro, cifra stimata per permettere a Pamela di sottoporsi alla cura sperimentale ed affrontare in seguito l’intero percorso terapeutico”.
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La terapia Car-T è una vera rivoluzione per il mondo medico, come ci ha spiegato il Professor Fabrizio Pane, Direttore di Ematologia e Trapianti all’Ospedale Federico II di Napoli, in occasione della Giornata nazionale per le lotta contro le leucemie. «Stiamo parlando di qualcosa di assolutamente innovativo. Si modificano direttamente i soldati, cioè questi linfociti T in modo che riconoscano direttamente le cellule leucemiche. Un aspetto da sottolineare è che il riconoscimento è associato anche alla moltiplicazione dei soldati e quindi questo presidio terapeutico, direttamente in vivo nel paziente, accentua la sua efficienza attraverso la moltiplicazione indotta da questo contatto. Questo è un concetto assolutamente innovativo e i risultati sono sorprendenti».
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Tuttavia, accedere a questa terapia in Italia al momento non è possibile. Il trattamento non è ancora disponibile negli ospedali italiani e proprio su questo è intervenuto il direttore generale dell’Aifa, Luca Li Bassi: «C’è già una stima di prezzo per l’approvazione delle terapie Car-T contro alcuni tumori del sangue, di cui per ora stiamo sfruttando la riservatezza in un’ottica di futura trasparenza. Siamo molto vicini a concludere con un’azienda farmaceutica. L’approvazione non è il tassello più importante. Le Car-T non sono come i farmaci tradizionali. Si tratta, invece, di procedure innovative entusiasmanti a livello scientifico e clinico per le quali è stato necessario seguire un percorso anche con le Regioni, in modo da selezionare i centri eleggibili per somministrare il trattamento: una rete di strutture – ha concluso – che siano pronte a questo scopo. L’approvazione in sé quindi richiede del tempo, ma ci vuole anche tempo affinché il Servizio sanitario nazionale possa recepire questa terapia».