Chi ha avuto un tumore durante l’infanzia, entro gli otto anni, anche se è sopravvissuto senza recidive corre un rischio più alto di ammalarsi rispetto alla popolazione generale. In particolare, ha una probabilità di circa tre volte superiore di sviluppare una malattia seria prima dei 65 anni. Ma non è tutto: anche il rischio di morte entro i 65 anni appare triplicato. Essere sottoposti a radiazioni per curare il cancro in età pediatrica aumenta le possibilità pure di andare incontro ad una patologia cronica prima prima di diventare anziani. Le correlazioni sono state illustrate dai ricercatori della Harvard Medical School e del Children hospital di Boston che hanno stilato le stime sulla base dell’analisi di varie banche dati americane ed in particolare dello studio di lunga durata sui ‘sopravvissuti di cancro infantile’, analizzando 23mila pazienti. La ricerca è stata pubblicata su Jama Oncology.
“Utilizzando i dati del Childhood Cancer Survivor Study e dei database nazionali, lo studio ha proiettato i risultati a lungo termine per i sopravvissuti a cinque anni, diagnosticati tra il 1970 e il 1999, in base alle esposizioni al trattamento e ai rischi legati all’età. Il comparatore della popolazione generale è stato simulato utilizzando individui abbinati per età, sesso e anno solare che affrontavano solo rischi legati all’età”, spiegano gli autori nella premessa della ricerca. In particolare è stata stimata l’incidenza di otto patologie: cancro al seno, cancro del colon-retto, tumori gliali, sarcomi, insufficienza cardiaca, malattia coronarica/infarto del miocardio, ictus e malattia valvolare.
“Per queste persone la diagnosi di un disturbo serio cronico arriva in media a 47,3 anni, contro i 65 di chi non ha sofferto un tumore infantile – spiegato Jennifer M. Yeh, autrice dell’indagine di Harvard -. In pratica si tratta di una accelerazione dell’ invecchiamento di 17,7 anni”. Nella popolazione generale, il 20% ha sviluppato almeno una delle patologie prese in esame all’età di 65 anni. Nei sopravvissuti a cinque anni questa soglia è stata raggiunta all’età di 47,3 anni, che rappresenta un’accelerazione di 17,7 anni nell’insorgenza della malattia. All’età di 65 anni, si prevede che il 55% dei sopravvissuti svilupperà almeno una malattia, indicando un rischio relativo 2,7 volte più alto e un eccesso di rischio assoluto del 34,2% rispetto alla popolazione generale.
I risultati dello studio verranno utilizzati per campagne di sensibilizzazione su questi rischi, al fine di spronare i sopravvissuti a stili di vita particolarmente sani.
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