Dopo il Nobel alla medicina assegnato a un ricercatore americano e uno giapponese, l’immunoterapia torna sotto i riflettori per l’efficacia nella cura del carcinoma di Merkel con un alliance targata Merck e Pfizer
«Una scienza ieri considerata oscura che oggi è arrivata ad un riconoscimento di valore mondiale». Così Michele Maio, Direttore del centro di Immuno-Oncologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese definisce la terapia immunologica che è valsa un Nobel per la medicina assegnato all’americano James P. Allison e al giapponese Tasuku Honjo per i loro studi nel settore.
«L’immuno-oncologia è la più sofisticata arma che abbiamo mai avuto nella lotta ai tumori – spiega il professor Maio ai microfoni di Sanità Informazione in occasione della conferenza stampa dedicata al trattamento immunoterapico del carcinoma di Merkel frutto dell’alliance Merck-Pfizer -. Con queste terapie si può pensare alla guarigione, ma prima di tutto si può pensare alla ‘cronicizzazione’ di alcune tipologie di tumori che in passato non lasciavano scampo».
LEGGI ANCHE: NOBEL PER LA MEDICINA A ALLISON E HONJO, GLI INVENTORI DELL’IMMUNOTERAPIA ANTICANCRO
Una speranza nel campo della medicina moderna che può non solo dare speranze di vita a pazienti gravi con poche possibilità di sopravvivenza, ma può in alcuni casi accantonare la chemioterapia che, come sappiamo, è una terapia aggressiva che in passato ha suscitato non poche perplessità. «In realtà ad oggi, in alcuni tipi di tumore, nei quali abbiamo rilevato che la chemioterapia non ha alcun impatto sulla sopravvivenza dei pazienti – prosegue Maio -, questo tipo di cura è finita definitivamente nel cassetto: per esempio nel melanoma della cute. Tuttavia in alcuni tipi di tumore invece stiamo imparando che la chemioterapia, probabilmente utilizzata in modo diverso da come l’abbiamo utilizzata negli ultimi 50 anni, può anche avere un effetto importante di sinergia con l’immunoterapia. Infatti stiamo scoprendo che alcuni farmaci chemioterapici hanno la capacità di modificare le caratteristiche del tumore rendendolo maggiormente visibile al sistema immunitario».
«Una terapia che può essere applicata a pazienti di tutte le età, per tutte le tipologie di neoplasie, e si è visto che anche nelle fasce molto giovani riscuote risultati efficaci». Lo dichiara Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e terapie Innovative dell’Istituto Nazionale Tumori della Fondazione G. Pascale di Napoli.
«A livello dermatologico si stanno riscontrando i successi più importanti – continua Ascierto -, non solo la cura al melanoma che ha iniziato un lungo percorso, ma anche il carcinoma basale lo spinalioma e appunto il Merkel».
«Ma la terapia immunologica – conclude -, non è applicabile solo ai tumori dermatologici ma sta dando risultati importanti nei tumori al polmone, del rene, della testa-collo, neoplasie del tratto gastrico-intestinale, potenzialmente può essere efficace in tutte le neoplasie».