Secondo Paolo Toniolo, New York University, lo zucchero in eccesso fa male «perché ha effetti metabolici molto importanti, soprattutto per il fegato. In particolare, ad essere dannoso è il saccarosio, quello che si mette nel caffè, nei dolci». Per Franco Folli (San Carlo Milano) bisogna ridurre il consumo di zuccheri raffinati, ma anche i consumi di alimenti ultra-processati, provenienti dall’industria»
Per combattere il caldo estivo una bibita ghiacciata o un gelato potrebbero sembrare il rimedio giusto. Invece no, infatti se da un lato bevande e prodotti zuccherati alleviano la sensazione di caldo, dall’altra il rischio di avere gravi problemi di salute è molto elevato. Malattie cardiovascolari, diabete, tumori, problemi epatici potrebbero avere tutti un’origine comune: lo zucchero che, se ingerito in dosi superiori a 50 grammi giornalieri, pari a 10 cucchiaini, potrebbe essere causa di insorgenza di patologie anche gravi. Le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno trovato riscontro nelle parole di scienziati e medici.
Per il professor Paolo Toniolo, Medico nutrizionista, già docente di Epidemiologia della New York University, lo zucchero in eccesso fa male «perché ha effetti metabolici molto grossi, soprattutto per il fegato. In particolare, ad essere dannoso è il saccarosio, quello che si mette nel caffè, nei dolci: ha degli effetti devastanti se usato in eccesso e questo ha delle conseguenze importanti. A parte essere legato all’insorgenza del diabete mellito».
L’impiego di dolcificanti può essere la soluzione?
«Non direi proprio, l’industria ha provato ad usare sostanze chimicamente sintetizzate, ma è emerso che sono altrettanto dannose e nocive. In realtà la risposta al dolce può essere nociva. Siamo immersi in un mondo di dolci, anche quelli a contenuto calorico zero sono dolci e questo ha degli effetti sconvolgenti sul nostro equilibrio».
Cosa bisogna fare per riparare i danni dello zucchero?
«Questo alimento non è mai esistito fino a 200 anni fa, quando ha iniziato a diffondersi in Inghilterra e poi nel resto dell’Europa. Il grande consumo di zucchero è avvenuto nel secondo dopoguerra, è un prodotto nuovo, in realtà, è difficile sostituirlo. La colpa per decenni è andata al grasso, mentre invece il problema era lo zucchero. Oggi per eliminarlo occorre ridurre questa propaganda che è diretta soprattutto ai bambini, ai giovani, agli sportivi, alle donne. Io ritengo che dobbiamo solo eliminarlo o ridurne l’uso».
«Ciò che dobbiamo fare per migliorare la dieta è essenzialmente ridurre il consumo di zuccheri raffinati, ma anche i consumi di alimenti ultra-processati, provenienti dall’industria», rimarca il Professor Franco Folli, direttore del servizio di diabetologia e Malattie metaboliche dell’Ospedale San Carlo di Milano.
Le voci del coro sono molte, alcune anche dissonanti come quella di Massimo Zuin, Professore ordinario di Gastroenterologia dell’Università di Milano e direttore del dipartimento Epato-Gastro-Metabolico dell’ASST Santi Paolo e Carlo Milano secondo cui è da condannare lo zucchero libero, in particolare il fruttosio. «Per quanto riguarda il fegato – sottolinea – il fruttosio è un veleno perché favorisce l’accumulo dei grassi nel fegato, ovvero la steatosi che è un fattore di rischio di una serie di malattie cardiovascolari. Ma la presenza di steatosi nel fegato può portare allo sviluppo di una vera e propria malattia del fegato, che può arrivare fino alla cirrosi epatica o al tumore del fegato. In una percentuale limitata, ma sta diventando un problema sempre più grande».
Fino a che misura si può utilizzare lo zucchero? «Questa è una domanda difficilissima a cui rispondere. L’Organizzazione mondiale della Sanità prevede che non vengano usati più di 25 grammi di zucchero bianco, che corrispondono a 5 cucchiaini. Ma basta controllare il contenuto di zucchero delle bevande dolci, tipo coca-cola, o delle merendine, per capire come i famosi 25 grammi siano facilmente superati con l’assunzione di una sola bevanda».