Salute 28 Settembre 2020 11:00

Tumori, studio Eurocare: guarisce più di metà delle donne e il 40% degli uomini europei

Quelli della tiroide, del testicolo, dello stomaco, del colon retto, dell’utero e per il melanoma i tumori da cui si guarisce di più

Tumori, studio Eurocare: guarisce più di metà delle donne e il 40% degli uomini europei

In Europa il 51% delle donne e il 39% degli uomini che hanno avuto un tumore guarisce, e torna ad avere un’aspettativa di vita simile a chi non si è ammalato in meno di 10 anni. Accade per tumori della tiroide, del testicolo, dello stomaco, del colon retto, dell’utero e per il melanoma. Lo certifica uno studio sulla probabilità di guarire dopo il cancro condotto da Eurocare su 32 tipi di tumori. Pubblicato sulla rivista internazionale “International Journal of Epidemiology“.

I DATI PER TIPO DI TUMORE

Le probabilità di guarire sono superiori all’80% per i pazienti europei con tumori del testicolo (94%), della tiroide (87% per le donne e 70% per gli uomini) e melanomi cutanei (86% nelle donne e 76% negli uomini). Percentuali di guarigione superiori al 60% sono emerse anche per i pazienti con tumori dell’endometrio (76%), della mammella (66%), della cervice (64%) e della prostata (63%), oltre che per i pazienti con linfomi di Hodgkin (75% per le donne e 67% per gli uomini).

I pazienti con tumori dell’esofago, pancreas, fegato, polmone, sistema nervoso centrale (negli adulti), leucemie linfatiche croniche, mielomi hanno invece ancora probabilità di guarigione inferiori al 15%.

Il tempo per la guarigione, necessario affinché diventi trascurabile la morte per la malattia, è molto breve (1-2 anni) per la maggior parte dei tumori della tiroide, del testicolo e per i linfomi di Hodgkin diagnosticati nei giovani sotto i 45 anni di età. È pari a 5-10 anni per i pazienti con tumori dello stomaco, del colon retto, dell’utero e melanomi. Per le persone con tumori della mammella, della prostata e della vescica, il rischio di ripresa è esiguo ma ancora presente, almeno fino a 15 anni dalla diagnosi e oltre la metà dei pazienti non morirà a causa della malattia.  La maggior parte dei pazienti con linfomi, leucemie e mielomi sono esposti per il resto della loro vita a un rischio più alto di ripresa di malattia rispetto agli individui “sani”, anche se per una parte di questi pazienti la malattia convive molto a lungo con forme “croniche” o “asintomatiche”.

CHE SUCCEDE A CHI NON GUARISCE?

Per i pazienti che non guariscono dal tumore, l’attesa di vita varia mediamente da oltre 10 anni per le leucemie linfatiche croniche, difficili da guarire ma con cui si convive a lungo, a meno di 6 mesi per i tumori del fegato del pancreas del polmone e del sistema nervoso centrale nelle persone oltre i 65 anni di età. I pazienti di oltre 65 anni che non guariscono dopo tumori della mammella e della prostata vivono in media otre 5 anni dopo la diagnosi e l’aumento è stato di circa 1 anno nei 10 anni analizzati dallo studio. Per quasi tutte le forme neoplastiche, all’aumentare dell’età, oltre a calare la probabilità di guarigione, diminuisce il tempo di sopravvivenza di chi non guarisce.

BRUSAFERRO: «CONTINUITÀ A PROGRAMMI DI SCREENING»

«Questo studio è una bussola importante in tema di oncologia – dice il Presidente dell’ISS Silvio Brusaferro – ci racconta di progressi significativi in questa malattia e mostra contemporaneamente come sia necessario non distogliere l’attenzione dalle patologie oncologiche neppure in questo momento di emergenza sanitaria. Anche in questi mesi è importante – continua il Presidente – dare continuità a tutti i programmi di screening e ai percorsi di cura».

«Le stime di guarigione dal tumore presentate dallo studio sono da ritenersi prudenti – sottolinea Silvia Francisci, ricercatrice dell’Istituto Superiore di Sanità a Roma e corresponsabile dello studio – è ipotizzabile, infatti, che le persone con diagnosi successive al 2007 abbiano una probabilità di guarire maggiore di quanto documentato da questa ricerca».

Si tratta, infatti, di indicatori misurati grazie ai dati su oltre 7 milioni di pazienti raccolti in 17 Paesi Europei dal 1990 al 2007 e seguiti per almeno 18 anni, spiega Francisci. Questi indicatori, calcolati per la prima volta in modo sistematico a livello europeo per tipo di tumore, per sesso e per gruppi di età, letti congiuntamente, restituiscono lo stato dell’arte sulla capacità dei sistemi sanitari e delle moderne tecnologie di affrontare e sconfiggere, in un’ottica di guarigione, le numerose forme di malattie neoplastiche.

 

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