Lo studio, ideato da Fondazione Umberto Veronesi e IRCCS Neuromed, prenderà il via nel 2023 e permetterà, grazie ad una piattaforma informatica, una biobanca e una banca dati, di sapere come le abitudini alimentari aumentano il rischio di sviluppare tumori, al fine di produrre linee guida per la prevenzione
I tumori oggi rappresentano la seconda causa di morte in Italia dopo le malattie cardiovascolari. Solo nel 2021 sono state 180 mila le vittime e 377mila le nuove diagnosi di cancro. Di queste almeno un quarto si sarebbero potute evitare. Come? Attraverso una attività di prevenzione con screening e corretto stile di vita (alimentazione sana e moderata attività fisica) in grado di ridurre fino al 30% il rischio di ammalarsi di tumore. Lo dice la scienza e lo confermano studi nazionali e internazionali.
Sulla base di questi dati è nato il progetto Umberto (Verso Una rinnovata epidemiologia nutrizionale e Biologica per la salvaguardia della salute e la prevenzione dei tumori); a realizzarlo una collaborazione tra la Fondazione Umberto Veronesi e IRCCS Neuromed di Pozzilli (Isernia). «È una piattaforma congiunta finalizzata a comprendere la relazione fra alimentazione e tumori – spiega Marialaura Bonaccio, epidemiologa del dipartimento e coordinatrice del progetto -. Il nostro vantaggio è di avere a disposizione un grande database con oltre 25mila persone analizzate in Molise (ovvero il 10 percento di tutta la popolazione adulta della regione). Grazie allo studio “Moli-sani”, nato nel 2005 e ancora oggi in corso, è possibile avere uno spaccato di come si alimenta la popolazione adulta, corredato da una biobanca di campioni biologici tra le più grandi d’Europa. Questo ci permetterà di analizzare il rapporto tra abitudini alimentari e rischio di tumori, in particolari al seno, alla prostata e al colon retto».
Il progetto si avvale di una piattaforma informatica che metterà in relazione i dati registrati nella banca dati e nei campioni analizzati nella biobanca in modo da approfondire gli studi sulla relazione tra alimentazione e tumori in un target di persone dai 35 anni in su di cui il 25% con più di 65 anni. «Abbiamo anche un buon numero di centenari – sottolinea l’epidemiologa – questo ci permette di capire qualcosa in più su come sia possibile invecchiare bene e vivere a lungo. La vera innovazione di Umberto sta proprio nel considerare la dieta da nuove angolazioni, attraverso approcci integrati di epidemiologia – prosegue Bonaccio – , basandoci sull’idea che non è solo cibo, ma un insieme di comportamenti, abitudini e tradizioni che possono contribuire ad accrescere o meno il rischio di insorgenza di una patologia. Avremo un’attenzione particolare nell’analisi di cosa la gente consuma e come combina gli alimenti. Oltre a questo, potendo usufruire dei campioni biologici di un buon numero di individui, potremo analizzare le relazioni esistenti tra alimentazione e tumore, in particolare ci concentreremo sull’infiammazione che provocano i cibi, essendo questo un fattore di rischio importante per tutti i tumori».
Il progetto Umberto verrà realizzato presso il Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’IRCCS Neuromed e sarà diretto dalla professoressa Licia Iacoviello con un impegno di cinque anni e un investimento di 1 milione e 30 mila euro da parte della Fondazione Umberto Veronesi. «Gli obiettivi saranno molteplici – aggiunge la coordinatrice – quello primario è di carattere epidemiologico, dopodiché si cercherà di fornire una corretta prevenzione a tavola. Se dallo studio arriveranno delle indicazioni suggestive, potremo aiutare la comunità scientifica a migliorare le linee guida esistenti e modificare il rischio di ammalarsi di tumore. Parallelamente porteremo avanti altri due studi: Athena per comprendere se un certo tipo di alimentazione può avere un impatto sulle donne con tumore al seno che sono andate incontro a chemio e radio terapia, mentre stiamo lavorando per realizzare un’altra corte che si chiamerà Neuromed Health professional, nella quale recluteremo i lavoratori delle cliniche del gruppo e andremo ad approfondire gli aspetti legati agli alimenti, dove vengono acquistati, come vengono distribuiti nel corso della giornata, dalla colazione al pranzo fino alla cena. Raccoglieremo dati su 25 mila persone in modo dettagliato, ogni sei mesi per monitorare i cambiamenti delle abitudini alimentari nel corso del tempo, dal profilo lipidico, all’aspetto infiammatorio, tutti fattori che contribuiscono ad accrescere il rischio a lungo termine di malattie croniche, sia cardiovascolari che tumorali. Questo sodalizio tra Neuromed e Fondazione Umberto Veronesi potrà avere importanti ricadute in termine di prevenzione dei tumori che sono fortemente influenzati dalle abitudini di vita e dall’alimentazione, per dimostrare che con uno stile di vita adeguato è possibile prevenire una malattia».
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