Ricercatori dell’Università degli studi di Milano diretti dalla professoressa Caterina La Porta hanno messo a punto ARIADNE, una strategia innovativa basata sull’intelligenza artificiale
Prevedere il rischio di metastasi in pazienti con tumore al seno triplo negativo è l’obiettivo che si pone il nuovo algoritmo ARIADNE, realizzato dai ricercatori dell’Università degli studi di Milano per decidere la migliore strategia terapeutica da adottare nella cura.
Un progetto di medicina personalizzata che la professoressa Caterina La Porta, docente di Patologia Generale presso il dipartimento di Scienze e politiche ambientali, spiega nel dettaglio: «Da quindici anni mi occupo di medicina digitale, quando ancora non si parlava di intelligenza artificiale applicata alla medicina. Ho sempre pensato che la biomedica dovesse andare ad incontrare altre discipline per poter diventare quantitativa e predittiva, non solo qualitativa. Lo studio di questo algoritmo ha l’intento di predire il futuro di un paziente con una diagnosi di tumore al seno triplo negativo, in modo da poter indirizzare l’oncologo nella scelta migliore per quel paziente in un’ottica di medicina personalizzata – racconta la professoressa La Porta -. I tumori non sono tutti uguali in pazienti diversi perché c’è una plasticità tumorale, quindi è importante tenerne conto per poter indirizzare la terapia al meglio».
Capire chi potrà sviluppare metastasi tra pazienti con la stessa diagnosi di tumore al seno triplo negativo è stata la sfida che Caterina La Porta, con Stefano Zapperi e Francesco Font-Clos del dipartimento di Fisica “Aldo Pontremoli”, ha lanciato cinque anni fa. «Abbiamo utilizzato una strategia completamente diversa dalle altre, mettendo insieme pezzi dell’intelligenza artificiale in modo innovativo e non ovvio. In questo modo l’algoritmo ARIADNE è in grado di calcolare il rischio che quello specifico paziente possa andare incontro a metastasi».
La scelta del tumore al seno triplo negativo non è stata casuale, come spiega la docente. «Poiché il tumore al seno triplo negativo non ha al momento una terapia specifica, la letteratura scientifica ci dice che per il 60% dei casi di tumore le pazienti ricevono una terapia che si rileva inutile e anche dannosa per gli effetti secondari. ARIADNE può aiutare l’oncologo nelle sue scelte perché ha una maggiore conoscenza delle caratteristiche biologiche del paziente che sta curando. D’altra parte, può anche essere uno strumento di grande aiuto per lo studio dell’efficacia di nuovi farmaci per il tumore triplo negativo in modo da andare nella direzione di una terapia personalizzata».
Per rendere operativo e disponibile a tutti l’algoritmo ARIADNE, nel 2018 è nato lo spin off universitario, Complex Data, al cui interno c’è la piattaforma ARIADNE che nell’aprile 2021 ha ricevuto il marchio CE e il titolo di Medical device di tipo 2. Inoltre lo scorso 7 maggio è stato pubblicato lo studio clinico sulla rivista di alto impatto CellSystems. «Si tratta di un riconoscimento che ci permette ora di mettere lo strumento a disposizione di quanti vorranno utilizzarlo ad un costo contenuto rispetto alle piattaforme già presenti sul mercato. Un prezzo peraltro destinato a scendere –– aggiunge La Porta – poiché la tecnologia sta diventando sempre più accessibile. Grazie all’intelligenza artificiale oggi è possibile rendere le nuove strategie accessibili a tutti».
Se oggi la biopsia rappresenta il campo di indagine su cui agisce l’algoritmo, in futuro si potrà applicare ad altri esami meno invasivi come un semplice prelievo di sangue ed allargare l’utilizzo ad altre tipologie di tumori. «Siamo partiti dal tumore al seno triplo negativo per creare una medicina personalizzata più efficace e monitorare nel tempo l’evoluzione delle metastasi, ma stiamo già applicando l’algoritmo ad altri tumori come polmone, stomaco e in futuro anche al cervello, pensando ai tumori cerebrali pediatrici».
Riuscire a battere sul tempo il tumore e capirne l’evoluzione rappresenta la strada maestra che lo studio messo a punto dallo staff dell’Università di Milano sta seguendo, mentre in futuro si profila un impiego più semplice e meno invasivo della piattaforma, come conferma la professoressa La Porta. «ARIADNE potrà essere utilizzata non solo sulle biopsie, ma stiamo lavorando per adattarla al trascrittoma ottenuto da un semplice prelievo di sangue e per altri tumori stiamo studiando anche l’utilizzo delle urine. Un impiego che stimiamo possa diventare operativo nell’arco dei prossimi 3-4 anni».
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