Dai primi vaccini ufficiali all’arrivo della variante Omicron, attraverso Green pass e vaccinazione dei bambini. Trecentosessantacinque giorni dal vaccine day del 2020, il bilancio
Un anno fa il 27 dicembre l’Italia e l’Europa tiravano il primo sospiro di sollievo. Il Vaccine day segnava l’avvio “simbolo” della campagna di vaccinazione contro Covid-19. I primi vaccini erano stati approvati da circa un mese e si era deciso di privilegiare alcune categorie più esposte durante la seconda ondata. Operatori sanitari e, un mese dopo, maestri e professori.
Il 26 dicembre 2020 arrivavano 9.750 dosi di vaccino mRna Pfizer-BioNTech dal Belgio fino all’ospedale Spallanzani di Roma. L’esercito si era poi occupato di trasportare le dosi alle Regioni perché, il giorno successivo, le iniezioni procedessero in contemporanea con il resto d’Europa. Quel 27 dicembre dagli ospedali principali di tutta Italia medici, specialisti, infermieri e operatori sanitari ricevevano la prima dose di vaccino e la lotta contro Sars-CoV-2 prendeva un nuovo corso definitivo. Da allora 470mila dosi a settimana hanno permesso la vaccinazione di 48 milioni di italiani.
«Il 27 dicembre di un anno fa è iniziata la nostra campagna vaccinale – ha scritto il ministro della Salute Roberto Speranza -. In 12 mesi grazie alla forza del nostro Servizio Sanitario Nazionale, all’impegno senza precedenti delle donne e degli uomini della sanità italiana, abbiamo somministrato oltre 108 milioni di dosi. Come testimoniano i dati dei nostri scienziati, i vaccini hanno salvato la vita a migliaia di persone e permesso al nostro Paese di ripartire. Dobbiamo continuare su questa strada».
Un anno dopo è tempo di bilanci, anche se molte certezze che allora si avevano hanno mutato il loro corso nel tempo. Quando a marzo si inizia con le vaccinazioni AstraZeneca per professori e lavoratori della scuola la missione è una sola: impedire un altro anno in DAD per bambini e ragazzi. Le due dosi sono distanziate di cinque mesi l’una dall’altra e la campagna inizia con grande entusiasmo negli hub vaccinali riadattati dal commissario straordinario all’emergenza Covid-19 Francesco Paolo Figliuolo. Dopo due settimane però, a cominciare dalla Danimarca, l’Europa comincia a sospendere alcuni lotti di vaccino a causa di effetti collaterali sospetti. La psicosi si diffonde rapidamente, aiutata dal trattamento allarmistico dei media: con il vaccino AstraZeneca si rischia la trombosi, specie nelle donne giovani. La campagna rallenta, in attesa delle consegne Pfizer, e il vaccino Oxford viene bollato come poco sicuro. Serviranno nuovi dati, almeno due mesi e svariate raccomandazione per offrire a tutti la possibilità della vaccinazione eterologa.
Intanto i numeri dei vaccinati salgono, si procede per fasce di età privilegiando i fragili e fragilissimi. Con l’estate i numeri dei contagi si abbassano, giusto in tempo per l’arrivo della variante Delta. Non la prima variante di preoccupazione ma decisamente quella che dà una nuova direzione alle decisioni dei governi in tutto il mondo. I paesi più colpiti, tra cui spicca la Gran Bretagna, implementano nuovi lockdown e strategie vaccinali (una dose a tutti, per proteggere più persone possibile). La variante è più contagiosa e più “cattiva”: non buca però la protezione vaccinale. Chi ha ricevuto due dosi evita nella maggior parte dei casi il ricovero e la morte, anche se non l’infezione.
I vaccini approvati nel frattempo diventano quattro: Comirnaty di Pfizer-BioNTech, Spikevax di Moderna, Vaxzevria di AstraZeneca e il monodose Johnson&Johnson. Il governo italiano approva l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari: chi non sarà in regola con la vaccinazione anti-Covid verrà sospeso dal lavoro. Si prefigura l’idea del Green pass, una certificazione ottenibile con tampone negativo, vaccino effettuato o guarigione. Intanto i numeri degli immunizzati in Italia continuano a salire e le attività riaprono senza più coprifuoco.
Il Green pass ad agosto diventa ufficiale, la furia no vax si scatena per le strade delle città italiane. Cortei di protesta e azioni di gruppo contro la certificazione che obbliga a controllarsi, che portano a disordini e all’aumento dei contagi in una delle città meno vaccinate d’Italia: Trieste. Nel frattempo, Pfizer rende noti i primi dati su un farmaco che potrebbe aiutare a gestire i pazienti più a rischio. Prima gli Stati Uniti e poi l’Europa approvano il vaccino per i bambini dai 5 agli 11 anni, la generazione tra cui il virus serpeggia maggiormente. Il prodotto selezionato è Comirnaty e le somministrazioni sono stabilite per metà dicembre. Intanto si comincia con le terze dosi, consigliate da EMA ed FDA per aumentare nuovamente la protezione.
Prima che possano iniziare si diffonde un nuovo allarme dell’Organizzazione mondiale della Sanità, dal Sudafrica arriva una nuova variante di preoccupazione, Omicron. Dai primi dati sembra più infettiva ma meno grave, si indaga sulla protezione dei vaccini. Dopo quasi un mese di controllo, sembra evidente che Omicron sia la variante più pericolosa per i vaccini. Da Moderna e Pfizer arriva l’annuncio di vaccini ad hoc contro la variante entro i primi di marzo 2022, ma i contagi in tutto il mondo risalgono a dismisura.
Il 27 dicembre 2021 trova l’Italia con 24mila nuovi casi in un giorno: lontana dalla sconfitta del virus che avremmo voluto ottenere, sebbene morti e ricoveri siano un quinto rispetto allo scorso anno. Il Green pass è diventato Super, permettendo l’ingresso nelle attività culturali e sportive solo a vaccinati e guariti, per spingere ancora le immunizzazioni. Le vaccinazioni dei bambini procedono da due settimane e, in colpo di coda, è arrivato il primo vaccino proteico: Novavax. Nel frattempo Figliuolo richiama nuovamente alle terze dosi tutti, non solo anziani e fragili. L’Oms ribadisce che il 2022 dovrà essere l’anno in cui la pandemia sarà sconfitta, sperando in un andamento endemico del virus. Questi 365 non sono stati sufficienti a sconfiggere Covid-19, cosa succederà il 27 dicembre 2022?
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