Anelli: «Risorse per la sanità assolutamente insufficienti; è il momento di un Piano Marshall, che garantisca a tutti uguali diritti». Zampa (Ministero Salute): «Tornare alle radici dei diritti inalienabili della persona a cominciare dal diritto alla salute»
Aumentare la quota assegnata alla sanità dei contributi europei per il Covid e utilizzarne una parte per colmare le disuguaglianze di salute. Come? Creando un fondo ad hoc. È questa la proposta del Comitato Centrale, l’Organo di Governo della FNOMCeO che ha deliberato all’unanimità di caldeggiare con il Governo quello che viene presentato come un vero e proprio “Piano Marshall per la sanità”, che garantisca a tutti uguali diritti di salute.
«Oggi è il 10 dicembre: la Giornata mondiale dei Diritti umani – ha spiegato il Presidente Filippo Anelli -. La FNOMCeO è impegnata, a livello nazionale e internazionale, a garantire l’uguaglianza di tutti gli individui nell’accesso alle cure e al diritto alla salute. Sul piano internazionale, sostiene progetti di salute globale e cooperazione. Le disuguaglianze, però, si annidano anche nel nostro Paese, minando i principi di universalità ed equità del nostro Servizio Sanitario Nazionale. Sono disuguaglianze di salute che hanno origine da quelle economiche, sociali, culturali, geografiche, e che sottraggono anni di vita in buona salute a coloro che si trovano in condizioni più svantaggiate».
«Ora abbiamo a disposizione i contributi europei: il Recovery Fund, forse anche il MES – ha proposto Anelli –. Chiediamo, oltre all’aumento cospicuo delle quote destinate alla sanità, che sono ora assolutamente insufficienti, che una parte di quelle risorse vada a costituire un fondo ad hoc, volto a colmare le disuguaglianze di salute. Quelle tra Nord e Sud del Paese, a cominciare dalla situazione drammatica della Calabria. Quelle tra Centro e Periferia, intesi in senso reale e metaforico, perché nessun individuo deve rimanere ai margini della Società».
«La salute disuguale è il più grande vulnus a quella uguaglianza dei diritti garantita dalla Dichiarazione universale, dalla nostra Costituzione, dal Codice di Deontologia Medica – ha concluso Anelli -. Lo abbiamo sentito dire tante volte, da Papa Francesco, dal ministro Roberto Speranza: “Peggio di questa crisi c’è solo il rischio di sprecarla”. E allora, non sprechiamo questa occasione, variamo finalmente quel Piano Marshall per una salute e una sanità uguali per tutti: eque, universalistiche, solidali. Chiediamo dunque al Governo politiche di sviluppo che tengano conto dei fattori di bisogno e di deprivazione, per garantire a tutti uguali diritti e libertà».
«Istituita per ricordare la storica data della proclamazione della Dichiarazione universale dei diritti umani – era il 10 dicembre 1948 -, ricorre oggi la Giornata mondiale dei diritti umani. A 72 anni di distanza dal quel giorno importantissimo per l’umanità, abbiamo bisogno oggi più che mai di tornare alle radici dei diritti inalienabili della persona a cominciare dal diritto alla salute. Proprio in questo tempo così ferito dalla pandemia che ci ha mostrato quanto sia imprescindibile garantire l’accesso universale alle cure, abbiamo il dovere di sostenere e difendere il nostro Servizio sanitario nazionale, presidio e tutela della salute di tutti, nessuno escluso». È quanto dichiara in una nota la Sottosegretaria di Stato alla Salute Sandra Zampa.
«La nostra battaglia per un pieno riconoscimento dei diritti e, in particolare, del diritto alla salute, non deve cessare fino a quando l’accesso alle cure non sarà garantito a livello globale, a cominciare da quello alla vaccinazione antiCovid», conclude Zampa.
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