Salute 20 Aprile 2021 11:44

«Un supereroe ti ha salvato dalle grinfie di un drago»: così l’amore di una mamma trasforma il dolore in magia

Matthia a soli cinque mesi è stato operato di labioschisi. A restituirgli il sorriso sono stati i volontari di Operation Smile che, nel 2020, nonostante l’emergenza Covid, hanno assistito oltre 15 mila pazienti. A Sanità Informazione, mamma Giovanna e papà Christian raccontano la storia del piccolo Matthia

di Isabella Faggiano

Un drago, un bambino e un supereroe: sono questi i protagonisti e gli antagonisti di un racconto speciale. Una storia fantastica che mamma Giovanna ha raccontato al piccolo Matthia per spiegargli cosa fosse quella cicatrice sul labbro, il segno di una labioschisi congenita. La narrazione di mamma Giovanna è stata così convincente e avvincente da essere stata trasformata in un libro per bambini. «Il “graffio del drago” (è questo il titolo della favola) è stato pubblicato per sostenete Operation Smile e tutte le famiglie di bambini con labioschisi», racconta la madre del piccolo Matthia.

I volontari del sorriso

La Fondazione Operation Smile Italia Onlus fa parte di un’organizzazione medica internazionale che nell’ultimo anno, nonostante i forti disagi legati alla pandemia Covid-19, ha assistito oltre 15 mila pazienti, all’interno dei 31 centri di cura dell’organizzazione. Uno di questi è la portaerei Cavour, a bordo della quale nel dicembre 2014, a Taranto, i medici hanno restituito il sorriso al piccolo Matthia.

Labioschisi, numeri e conseguenze

Ogni 3 minuti, nel mondo, nasce un bambino con una malformazione del volto come quella di Matthia, che può variare dalle forme più lievi a quelle più gravi. In Europa l’incidenza è di circa un nuovo nato ogni 500-700. Tutti questi bambini hanno necessità di essere curati tempestivamente, poiché vivere con una malformazione del volto non trattata può compromettere funzionalità di base, come mangiare e parlare. Difficoltà alle quali, con il passare del tempo, potranno aggiungersi anche problemi di carattere psicologico e di integrazione sociale che, nei casi più drammatici, possono sfociare in abbandono scolastico, fino ad un totale isolamento.

La storia di Matthia

La labioschisi è un malformazione che, spesso, può essere diagnosticata anche in epoca prenatale. «Durante una delle ultime ecografie – racconta mamma Giovanna – il medico avanzò l’ipotesi che nostro figlio sarebbe potuto nascere con una leggera schisi al labbro. La conferma della patologia, poi, è arrivata alla nascita». Intanto papà Christian era già entrato in contatto con la Fondazione Operation Smile. «Matthia – racconta il padre – è stato visitato dal dottor Domenico Scopelliti quando aveva poco più di 15 giorni. Un uomo rassicurante e professionale, lo stesso che cinque mesi dopo lo ha operato».

I genitori di Matthia ricordano quel momento come se fosse ieri, nonostante siano trascorsi oltre 5 anni. «Lui era il più piccolo dei bambini operati quel giorno: eravamo preoccupati – dicono -.  Ma attorno a noi c’erano persone eccezionali, pronte a rassicurarci».

Ora Matthia ha 6 anni ed è in cura presso la Smile House di Roma per l’ortodonzia. «Operation Smile – continua mamma Giovanna – prende in carico il paziente fino all’età adulta, garantendo tutte le cure necessarie, come l’ortodonzia e la logopedia».

Ecco come  “Donare una vita di Sorrisi”

I volontari italiani di Operation Smile accreditati a livello internazionale sono 141: 26 chirurghi, 45 anestesisti, 10 pediatri, 28 infermieri, 22 dentisti e 10 logopedisti. Nonostante l’impegno quotidiano di questi e tutti gli altri professionisti che operano nel mondo, le liste di attesa continuano ad allungarsi e l’emergenza Covid-19 sta peggiorando la situazione in molti Paesi del mondo, soprattutto i più poveri. Per questo, la Fondazione ha lanciato la Campagna Sms Solidale “Dona una vita di Sorrisi”, attiva fino al 9 maggio (sms e chiamate da rete fissa al 45582).

L’iniziativa solidale è finalizzata ad aiutare, attraverso la fornitura di materiale medico per il Matagalpa Hospital Partnerdi Managua, i pazienti in attesa di cura in Nicaragua ed a sostenere, in Italia, Smile House, attraverso un progetto di ricerca in psicologia dinamica e clinica, per indagare gli effetti psicologici delle malformazioni facciali congenite sul bambino e sui suoi genitori. Affinché un numero sempre maggiore di persone possa accedere alle cure più adeguate, sia in Italia che nel mondo, per avere #moltopiùdiunsorriso.

 

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