Valentina Biazzi dopo aver lanciato un appello ai candidati sindaci di Milano su change.org e raccolto 34mila firme, ha ricevuto la bella notizia, ma non basta. Altre zone a rischio per i pensionamenti. «Servono bandi per quartiere, non per distretti»
Giambellino avrà un medico di medicina generale per i suoi residenti. L’appello lanciato sulla piattaforma change.org dalla farmacista Valentina Biazzi ai candidati sindaci affinché si impegnassero in questa battaglia e le 34mila firme raccolte sembrano aver finalmente smosso le acque e, al termine di un presidio guidato ancora dalla dottoressa Biazzi a cui ha preso parte anche il Presidente del Municipio 6, è arrivata la bella notizia. E così il vuoto lasciato dal dottor Veneroni, andato in pensione lo scorso mese di luglio, dopo oltre venti anni di attività, sarà finalmente colmato. «Abbiamo trovato il medico disponibile a venire a Giambellino – spiega la dottoressa Biazzi –, ora la palla passa ad ATS che deve fare un bando straordinario, e deve farlo velocemente».
I duemila pazienti “orfani” del dottor Veneroni, infatti, non possono più aspettare. «Abbiamo fatto un po’ di rumore, abbiamo trovato il medico disposto a venire a Giambellino, ora spetta alle istituzioni fare il passo successivo. Ci sono tempi tecnici da rispettare, ma noi staremo col fiato sul collo – promette la dottoressa – perché vogliamo che l’assegnazione venga fatta quanto prima. Si va verso l’inverno e i cittadini non possono più aspettare». Sono per lo più anziani e stranieri gli abitanti del Giambellino che attendono il medico di medicina generale. «Si tratta di una popolazione che ha difficoltà a spostarsi in un altro quartiere per una visita medica o per una ricetta, molti non hanno un indirizzo e mail o WhatsApp e quindi non possono dialogare con un dottore che è a chilometri di distanza».
Se il problema del Giambellino è via di risoluzione, resta il grande quesito della carenza di camici bianchi in città, esploso durante la pandemia da Covid. Oggi a Milano sono 2.096 i medici di medicina generale, così suddivisi: 65 nel municipio 1, 116 nel municipio 2, 70 nel municipio 3, 100 nel municipio 4, 76 nel municipio 5, 96 nel Municipio 6, 103 nel municipio 7, 118 nel municipio 8 e 109 nel municipio 9. Ciascuno di loro può avere un bacino di utenza di circa 1500 pazienti. È evidente che se a Giambellino siamo riusciti con un po’ di clamore ad accendere i riflettori sul tema e a sensibilizzare anche i candidati sindaci – alla petizione hanno risposto Giuseppe Sala, Luca Bernardo e Gianluigi Paragone – che hanno promesso un loro interessamento diretto – riprende Valentina Biazzi – è evidente che sul lungo termine si presenterà ancora il problema in quanto sono molti i medici di base prossimi alla pensione. Il sistema va cambiato».
Per la farmacista firmataria della petizione fatta su change.org, la ricetta per migliorare il presidio territoriale dei camici bianchi passa necessariamente da una ridistribuzione degli incarichi nelle zone. «l’Ats dovrebbe emettere bandi di quartiere, non per distretti come accade oggi. I municipi, infatti, sono disomogenei e se le zone più centrali sono appetibili perché hanno una densità di popolazione accettabile e sono ben servite dai mezzi pubblici, le periferie sono isolate e più popolose, per questo è necessario dare delle agevolazioni ai medici che scelgono la periferia. Saremmo disposti anche ad autotassarci per contribuire a pagare l’affitto del loro studio se necessario», conclude.
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