Unico istituto in Europa, la Scuola Futuro Lavoro di Milano gestita dalla Fondazione “Un futuro per l’Asperger” ospita 59 studenti con una forma di autismo lieve. Quattro i corsi: Test specialist, archivista editoriale, filmmaking e Virtual Reality per trasformare gli interessi in punti di forza e compensare la debolezza comunicativa.
Sono 59 i ragazzi Asperger che frequentano ogni giorno la Scuola Futuro Lavoro di Milano. Unico in Europa, l’Istituto è nato nel 2019 da un’idea di Massimo Montini, imprenditore milanese che, per dare un futuro al figlio affetto dalla stessa sindrome, ha creato una scuola che potesse dare una formazione adeguata per accedere al mondo del lavoro. «Si tratta di un percorso post diploma, con discipline che afferiscono principalmente all’ambito digitale – spiega Eleonora Boneschi coordinatrice didattica – e una particolare attenzione ambientale e sensoriale verso i ragazzi che hanno una lieve forma di autismo ad alto funzionamento o sindrome di Asperger che in media si manifesta in un bambino ogni 80/120».
Una stanza di decompressione insonorizzata dove ascoltare musica e rilassarsi nei momenti di criticità, pareti verdi con piante stabilizzate per dare tranquillità sono alcuni degli elementi caratterizzanti della scuola che accoglie questi alunni speciali per 20 ore settimanali. «La didattica si basa molto sul canale visivo che è quello preferenziale, evitiamo lezioni frontali teoriche eccessive e le alterniamo in maniera equilibrata con una formazione pratica che si basa sull’esperienza, quindi i ragazzi imparano, mettendosi alla prova».
Sono quattro i corsi (Test Specialist, Archivista Editoriale, Filmmaking e Virtual Reality) per giovani inclini ad attività artistiche e informatiche e spesso con un quoziente intellettivo pari o superiore alla media, ma con difficoltà comunicative, relazionali, e con schemi di comportamento ripetitivi. «Spesso hanno un campo di interesse ristretto, ma quando questo viene intercettato il potenziale è alto. La difficoltà è riuscire a capire l’elemento da approfondire» sottolinea la coordinatrice.
Trasformare gli interessi degli studenti in punti di forza, compensando così la debolezza comunicativa, è l’obiettivo che Eleonora Boneschi, con i docenti e gli educatori formati preventivamente, insegue ogni giorno. «Tutti i docenti devono essere formati sulle pratiche da fare in aula per favorire l’apprendimento atipico dei ragazzi – aggiunge – per questo organizziamo per loro dei corsi e il risultato ci sta dando ragione. Nonostante la pandemia che ha costretto gli studenti in DAD per mesi, nell’ultimo anno gli iscritti sono aumentati del 35% rispetto al 2020 e le richieste arrivano anche da fuori regione».
Dei 59 studenti, 20 sono neuro-tipici e restano nella scuola in media per tre semestri, il 15% trova lavoro nell’immediato, gli altri scelgono di fare corsi avanzati per affinare le loro competenze. «L’inclusività è uno dei focus del nostro centro, oggi il rapporto percentuale di disabilità è del 67% e chi non trova una collocazione immediata, resta con noi per i corsi avanzati fatti con un’agenzia che dà le linee guida. I ragazzi devono elaborare e restituire il lavoro una volta ultimato. Sono corsi più verticali e legati ad un aspetto occupazionale. Oggi due dei nostri ragazzi sono impiegati negli archivi del comune di Milano per un progetto di digitalizzazione delle delibere. È il loro primo contratto della durata di tre mesi con il quale hanno modo di restituire le conoscenze apprese durante la formazione a scuola».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato