Efficacia, rapidità d’azione e praticità d’impiego sono tre vantaggi di Rizatriptan
La terapia farmacologica dell’emicrania attualmente più condivisa si basa essenzialmente sull’approccio stratificato, che prevede la valutazione preliminare dell’intensità degli attacchi e la somministrazione di analgesici o FANS per le crisi medio-lievi e di triptani per quelle medio-forti [1]. Si distingue poi tra terapia sintomatica, indicata da sola quando una cefalea disabilitante sia presente per meno di quattro giorni al mese, e terapia di profilassi, da affiancare a quella sintomatica se sono presenti almeno quattro giorni al mese di cefalea disabilitante [1].
Stando alle più recenti linee guida, nel trattamento di crisi emicraniche d’intensità moderata-forte i farmaci di prima scelta sono i triptani [2]. Per questa classe di farmaci, infatti, i dati disponibili sono favorevoli e consolidati: mostrano un’efficacia notevole nel trattamento di più attacchi e a lungo termine (assenza di tachifilassi), e trovano indicazione specifica nella sintomatologia dolorosa associata alle mestruazioni. Inoltre, tutti i triptani si sono dimostrati efficaci anche sui sintomi di accompagnamento, quali foto- e fonofobia, nausea e vomito e sulla disabilità correlata all’attacco [1].
Tra i triptani di nuova generazione raccomandati dalle linee guida della Società Italiana per lo Studio delle Cefalee (SISC) per il trattamento sintomatico dell’emicrania episodica si distingue rizatriptan, agonista dei recettori 5-HT1B e 5-HT1D dei vasi sanguigni intracranici extracerebrali responsabili dell’insorgenza del dolore. L’attivazione di questi vasi agisce su tre livelli: costrizione dei vasi sanguigni intracranici, inibizione del rilascio neuropeptidico e della conseguente infiammazione dei tessuti sensitivi e infine riduzione della trasmissione centrale del segnale doloroso trigeminale [3].
Questa triplice azione è non solo efficace, ma anche rapida nel produrre un sollievo dal dolore, come dimostrato da quattro studi multicentrici, controllati con placebo, per complessivi 2000 pazienti adulti con emicrania, che hanno assunto rizatriptan alle dosi di 5 mg o 10 mg fino a un anno. La riduzione della sintomatologia dolorosa si è manifestata già a 30 minuti dall’assunzione della dose per consolidarsi dopo due ore, con percentuali di risposta (variazione d’intensità del dolore da moderato/severo a lieve/assente) del 67-77% per la dose di 10 mg e 60-63% per la dose da 5 mg, contro il 23-40% del placebo [3].
Da rilevare che il trattamento ha ridotto anche la disabilità funzionale, la nausea e la foto- e fonofobia associate agli attacchi emicranici [3].
Rizatriptan è disponibile, oltre che in compresse, anche come liofilizzato orale alle dosi di 5 e 10 mg che può essere assunto anche senza liquidi, a tutto vantaggio della praticità e facilità di assunzione. Ciò consente di evitare anche la nausea e il vomito che possono accompagnare l’ingestione delle compresse con i liquidi [3].
Bibliografia
1. SISC. linee guida per la diagnosi e la terapia delle cefalee primarie. 2011
2. Trattamento e profilassi dell’emicrania – Vademecum per il medico di Medicina generale. Allegato A al
Decreto n. 56 del 18 giugno 2020
3. RCP – MAXALT