Con il V-day i primi operatori sanitari sono stati vaccinati, ora in arrivo altre 470mila dosi in settimana. Zampa: «Immunità di gregge entro l’estate»
Volti soddisfatti e un clima di speranza e coraggio. È il ritratto del Vaccine-day, visto dall’Istituto Spallanzani di Roma prima e poi da ospedali e laboratori di tutte le regioni d’Italia, dove le prime vaccinazioni contro Covid-19 sono diventate realtà. I primi tre in assoluto sono stati la direttrice del laboratorio di virologia dell’Istituto nazionale malattie infettive Spallanzani di Roma, Maria Rosaria Capobianchi, l’infermiera Claudia Alivernini e l’operatore sociosanitario Omar Altobelli.
«È il giorno che aspettavamo da tempo. La strada è ancora lunga, ma finalmente abbiamo il vaccino» ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza.
«Gli italiani hanno dimostrato in questi mesi di essere straordinari nel rispettare le misure e lo saranno con il vaccino, che è davvero la chiave per provare a uscire definitivamente da questa pagina di storia che abbiamo attraversato», ha aggiunto.
Da ora verranno distribuite in Italia circa 470mila dosi ogni settimana del vaccino Pfizer-Biontech. Nella prima fase, la vaccinazione sarà riservata ai professionisti sanitari, al personale sanitario e sociosanitario di ospedali e servizi territoriali e agli ospiti e al personale dei presidi residenziali per anziani. Categorie che saranno contattate con chiamata diretta.
I contratti con le aziende produttrici dei vaccini, come illustrato nel Piano strategico vaccinazione Covid-19, sono stipulati direttamente dalla Commissione europea per conto di tutti i Paesi membri dell’Unione. Ogni Paese riceve la quota percentuale di dosi spettante in proporzione alla popolazione, secondo le stime Eurostat. All’Italia è destinato il 13,46% di ogni fornitura. Questo equivale a 26,92 milioni di dosi dal contratto con Pfizer-Biontech, di cui 8,749 milioni nel primo trimestre.
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«È iniziata la campagna di vaccinazione contro il Covid: è come se fosse iniziata una nuova era – ha spiegato il presidente Fnomceo, Filippo Anelli -. Il grande sforzo tecnologico di ricerca, di produzione del vaccino, in tempi veramente brevi, rappresenta per tutta l’umanità forse la soluzione finale della pandemia di Covid».
«Oggi quindi comincia una nuova era: l’era in cui noi possiamo dire che abbiamo uno strumento per porre fine a una pandemia – ha aggiunto -. I vaccini hanno rappresentato questo nel corso della storia dell’umanità. Abbiamo addirittura eradicato una malattia, il vaiolo, tolto di mezzo un virus e ridotto quasi sino alla scomparsa altre malattie. Tra queste vorremmo che ci fosse un giorno anche il Covid».
Intervistato dall’Adnkronos Salute, il segretario generale Fimmg Silvestro Scotti, si è invece lamentato per il mancato spazio concesso ai medici di medicina generale. «Il Vaccine Day – ha detto – è stata una rappresentazione mediatica importante, ma non è stato dato spazio ai medici di famiglia. Abbiamo lasciato sul campo più morti, ma oggi nessuno ci ha coinvolto».
«Si è scelto di privilegiare i medici ospedalieri – ha aggiunto – che per carità hanno dato molto nell’emergenza subendo l’impatto maggiore, ma sono stati anche quelli più protetti. I medici di famiglia hanno lasciato più decessi sul campo, e se guardiamo all’età media è stata più bassa (64 anni) rispetto ad altre specializzazioni (68 anni)». «Nessuno ci ha contattato, ma rimaniamo disponibili. Aspettiamo che qualcuno bussi alla nostra porta», ha concluso.
Dall’Istituto Superiore di Sanità, che per l’occasione ha dedicato una nuova sezione del sito a tutte le domande sul vaccino contro Covid-19, arriva l’invito a non dimenticare le armi che già possediamo contro il virus. «Distanziamento sociale, uso delle mascherine e igiene delle mani. Queste misure infatti non possono essere abbandonate prima che sia vaccinato un numero sufficiente di persone a creare un’immunità di comunità».
«Oggi il ministro Speranza ha precisato che entro marzo raggiungeremo la quota di 13 milioni di italiani vaccinati e quindi in estate potremo già essere molto avanti nel perseguimento dell’obiettivo immunità di gregge data dal 70% almeno di copertura», ha chiarito la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa su “Agorà”. «Già quando cominceremo ad avere qualche decina di milioni di italiani vaccinati inizieremo a stare davvero meglio», ha aggiunto.
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