Roberto Cauda (Gemelli): «Il vaccino rappresenta l’unico modo per poter contrastare delle malattie per le quali non esiste un’efficace terapia. Ma non sempre è necessario: prima di partire consultare i centri di medicina del viaggiatore»
«Quando ci si mette in viaggio, specialmente verso le zone esotiche del mondo, è sempre bene prepararsi in anticipo e non fare nulla all’ultimo minuto. È vero che molto spesso si ricorre al last minute per risparmiare del denaro, ma per preservare la nostra salute il programma di viaggio ha bisogno di qualche settimana in più per essere definito nei dettagli». Sono le parole di Roberto Cauda, Direttore dell’Area Microbiologia e Malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma.
E se “il risparmio – soprattutto quando si tratta di salute – non è mai guadagno”, allora, molto prima di preparare le valige, sarà meglio conoscere le caratteristiche del Paese ospitante per capire se c’è il rischio di contrarre particolari malattie ed eventualmente vaccinarsi.
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Cominciamo dalle destinazioni. «Qualunque meta – ha sottolineato Cauda – può essere sicura o a rischio. Esistono dei siti web, alcuni italiani, altri stranieri, che Paese per Paese indicano quelli che sono i probabili rischi. Ma passare da un potenziale rischio al fatto che andando in vacanza si contragga quella malattia è cosa ben diversa. L’esistenza di una particolare patologia, in un’area del mondo, magari molto distante dalla nostra, non deve assolutamente scoraggiare chi si vuole mettere in viaggio. L’importante è farlo con la testa e muoversi per tempo, appunto».
Paese che vai, patologia che trovi. Ma fare un elenco di tutte quelle esistenti, come ha sottolineato Cauda «non è possibile. Piuttosto – ha continuato – possiamo ricordare le malattie che più frequentemente incontriamo in questi luoghi. Prima fra tutte la malaria, che in alcune aree del mondo è una vera emergenza. Poi, le diarree infettive e tutte quelle patologie legate alla trasmissione per via oro-fecale. A queste principali emergenze si affiancano, poi, situazioni più particolari che possono richiedere la somministrazione di un vaccino, prima di mettersi in viaggio».
Il vaccino è molto di più di una semplice prevenzione: «La vaccinazione è importantissima perché, in generale – ha aggiunto Cauda – rappresenta l’unico modo per poter contrastare delle malattie per le quali non esiste un’efficace terapia. Ciò premesso, però, è necessario rivolgersi ai centri o agli ambulatori di malattie infettive o di medicina del viaggiatore che, a seconda della destinazione scelta, possono consigliare alla persona di fare una vaccinazione piuttosto che un’altra».
Facciamo un esempio. «Esiste la cosiddetta cintura della meningite che va dal nord Africa – ha specificato il Professore – fino all’Africa subsahariana. Quindi chi si reca in quell’area, o più in generale chi va in Africa, è bene che faccia la vaccinazione quadrivalente meningococcica contro la meningite».
Informarsi, programmare ed eventualmente vaccinarsi. Accorgimenti necessari che mettono il viaggiatore al sicuro. Ma cosa accade quando a partire per queste mete da sogno sono i più piccoli? «Rispondo da esperto di malattie infettive e non da pediatra – ha sottolineato Cauda -. Con i bambini ci vuole un’accortezza ancora maggiore e, soprattutto, è necessario interpellare il proprio pediatra di fiducia. Sarà lui a valutare la situazione specifica del bimbo. Ci sono dei disturbi che noi consideriamo facili da trattare ma che altrove non saprebbero affrontare. In altre parole, il vero problema può essere rappresentato da una difficoltà di accesso alle cure, piuttosto che dalla gravità di una determinata patologia. Questo significa – ha concluso il Professore – che non precluderei il viaggio solo sulla base dell’età».