Salute 11 Giugno 2021 15:17

Vaccinare i più piccoli ha senso? I dubbi degli scienziati tra immunità di gregge e pericolo varianti

Su Nature il confronto tra esperti di pareri opposti, mentre la Germania ha deciso per sé: vaccinerà solo i minori più fragili, non gli altri. Intanto l’Oms chiede dosi per i paesi più poveri, dove gli anziani sono ancora scoperti

Vaccinare i più piccoli ha senso? I dubbi degli scienziati tra immunità di gregge e pericolo varianti

Vaccinare i bambini o devolvere le dosi ai paesi più poveri? L’interrogativo agita i paesi sviluppati del mondo e i loro scienziati, impegnati nel tentativo di comprendere quale sia la strategia migliore per uscire prima dalla pandemia.

Quel che le prime rilevazioni stanno notando, però, è che i bimbi non vaccinati sembrano beneficiare dell’immunizzazione degli adulti. Su Nature si confrontano le percentuali di Serrana (San Paolo), dove il 98% degli adulti è vaccinato e le infezioni tra i bambini sono diminuite allo stesso ritmo. I casi sintomatici sono diminuiti dell’80% e i decessi del 95%. Solo il 62% dei 45.000 residenti di Serrana sono adulti, ma un calo simile delle infezioni sintomatiche si è verificato anche nei bambini non vaccinati, secondo Ricardo Palacios, l’epidemiologo che ha guidato lo studio.

Immunità di gregge

Si temeva che, una volta immunizzati gli adulti, il virus avrebbe circolato solo nella popolazione più giovane. Eppure non è successo, perché? Ovviamente, la ricerca portata avanti in questa cittadina del Brasile non è l’unica. Secondo Nature negli Stati Uniti e in Israele, dove le vaccinazioni procedono a ritmo serrato, i casi tra i bambini sono calati dell’84% tra gennaio e maggio.

La prof. Monica Gandhi dell’Università della California non ha dubbi: «Questo è ciò che significa immunità di gregge». Associata anche al fatto che i bambini mostrano una probabilità inferiore rispetto agli adulti di trasmettere il virus e quindi, di conseguenza, potrebbero non essere incubatori adatti.

Troppo spazio alle varianti lasciando fuori i bambini

Non tutti la vedono in questo modo. Per esempio il virologo Julian Tang dell’università di Leicester sostiene che i dati siano una conseguenza della rapidità delle vaccinazioni tra gli adulti.

Nel Regno Unito da 600 bambini positivi ogni 100mila a gennaio si è scesi a 100 ogni 100mila a maggio nelle scuole elementari e ancor meno negli asilo. Tuttavia, dagli ultimi dati risultano quasi 100 focolai scaturiti da scuole primarie e secondarie negli ultimi giorni. Lasciare i bambini “scoperti” quindi, secondo Tang, potrebbe significare dare spazio a nuove varianti resistenti ai vaccini.

Le decisioni delle Agenzie e la richiesta Oms

Negli Stati Uniti, il 10 maggio la Federal Drug Administration ha approvato il vaccino Pfizer per i bambini di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e più di 7 milioni di questi bambini hanno ora ricevuto almeno una dose. Da allora le agenzie giapponesi, britanniche, dell’Unione europea e di altri paesi hanno fatto altrettanto.

È notizia recente che in Germania, invece, bambini e ragazzi tra 12 e 17 anni senza malattie non saranno vaccinati, in quanto “sconsigliato” dagli esperti tedeschi. In effetti una forma di Covid-19 grave nei più piccoli è più che rara, viaggiando intorno allo 0,14% di possibilità.

L’Organizzazione mondiale della Sanità ritiene perciò non prioritario vaccinare i bambini, viste le forniture globali ad oggi insufficienti per immunizzare gli adulti di tutto il mondo. Anzi, la richiesta ai paesi con più dosi resta quella di devolvere al progetto Covax e diffonderle in quei luoghi in cui l’immunizzazione procede a rilento. «I bambini non ne hanno bisogno, ma nel mondo ancora troppe persone adulte muoiono di Covid-19» è la dura conclusione.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Nasce il progetto PMLAb per i pazienti COVID-19 immunocompromessi
La gestione del paziente immunocompromesso con COVID-19 richiede una particolare attenzione, che si concretizza con le Profilassi Pre-Esposizione con anticorpi monoclonali. A questo scopo è nato il progetto Prevention Management LAboratory (PMLAb), presentato oggi a Roma
Risolto il mistero delle epatiti pediatriche, colpa di co-infezioni da virus comuni
Sembra essersi finalmente risolto il mistero delle cause dell'ondata di epatiti acute gravi che, nella primavera del 2022, poco dopo la fine dei lockdown per Covid-19, hanno colpito oltre un migliaio di bambini in 34 paesi diversi, Italia compresa. Tre studi, appena pubblicati sulla rivista Nature, hanno collegato questi focolai di epatite pediatrica a co-infezioni causate da più virus comuni
Covid, alcune persone potrebbero aver perso l’olfatto per sempre? L’ipotesi allarmante in uno studio
La perdita dell'olfatto a causa di Covid-19 potrebbe durare a lungo o addirittura per sempre. Uno studio rivela che una persona su 20 non l'ha recuperato dopo 18 mesi
Si possono bere alcolici quando si risulta positivi al Sars-CoV-2?
Il consumo di alcolici è controindicato quando si è positivi al virus Sars CoV-2. Gli studi mostrano infatti che gli alcolici possono compromettere il sistema immunitario
Dopo quanto tempo ci si può ammalare di nuovo di Covid-19?
Gli studi indicano che le reinfezioni con Omicron sono più frequenti. Una ricerca suggerisce un intervallo tra i 90 e i 640 giorni, un'altra tra i 20 e i 60 giorni
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...