Salute 29 Marzo 2021 18:05

Vaccinare tutto il mondo e farlo velocemente: è davvero possibile?

Le proposte per aumentare la produzione di vaccini: licenza intellettuale sospesa temporaneamente, accordi tra aziende in competizione e formazione

Vaccinare tutto il mondo e farlo velocemente: è davvero possibile?

Vaccinare il mondo intero contro Covid-19. Questo è l’ambizioso obiettivo che l’umanità si è posta nel 2021. Per farlo servono miliardi di vaccini e il più velocemente possibile. Nonché un aiuto sostanziale verso i paesi più poveri, che potrebbe passare dalla rinuncia temporanea ai diritti di proprietà intellettuale, come chiedono in molti, per permettere a tutti i paesi di produrli da soli.

In un articolo di Nature, si tirano le fila di quanto è stato fatto fino ad ora. Secondo i dati di Airfinity, all’inizio di marzo erano state prodotte circa 413 milioni di dosi di vaccini, con un aumento previsto a 9,5 miliardi di dosi entro la fine del 2021. Da una previsione del Global Health Innovation Center della Duke University di Durham si arriva persino a 12 miliardi.

Per vaccinare il 70% della popolazione mondiale servirebbero 11 miliardi di dosi, supponendo che per ogni persona servano due dosi. Secondo il Duke’s Global Health Innovation Center, «i paesi ad alto e medio reddito, che rappresentano un quinto della popolazione mondiale, hanno acquistato circa 6 miliardi di dosi; ma i paesi a reddito medio-basso, che rappresentano i quattro quinti della popolazione, si sono assicurati solo circa 2,6 miliardi. Ciò include 1,1 miliardi di dosi per COVAX, un programma in cui i finanziatori internazionali si sono impegnati a vaccinare un quinto della popolazione mondiale». Con questa misura, dicono i ricercatori, potrebbero essere necessari due o più anni prima che le persone nei gruppi a reddito più basso vengano vaccinate.

Produrre un vaccino, gli accordi per velocizzarsi

Produrre un vaccino richiede fino a 200 singoli componenti, spesso provenienti da paesi diversi. Dalla resina alle fiale fino agli strumenti più semplici usa e getta. Un solo elemento fallato può bloccare l’intera catena di produzione. Produrre in paesi diversi prevede quindi la necessità che siano raggiungibili dai materiali necessari e che siano presenti delle strutture in grado di operare il riempimento delle fiale e la preparazione. L’Organizzazione mondiale della Sanità sta lavorando proprio a questo, un servizio di “matchmaking” atto a connettere i produttori dei vari componenti necessari per creare nuove filiali.

Intanto, per velocizzare il procedimento, aziende che normalmente sarebbero in competizione hanno sepolto l’ascia di guerra e stanno lavorando insieme. «Merck, con sede a Kenilworth nel New Jersey – si legge su Nature -, sta producendo vaccini per la sua rivale Johnson & Johnson nel New Brunswick. In un altro, GSK con sede a Londra e Novartis a Basilea, in Svizzera, stanno producendo rispettivamente 100 milioni e 250 milioni di dosi di un vaccino per Curevac, con sede a Tubinga, in Germania». Un tale grado di collaborazione tra le multinazionali non ha precedenti. Gli accordi di produzione più importanti li ha realizzati AstraZeneca, per 2,9 miliardi di dosi a 25 aziende in 15 paesi. Di cui il più grande con il Serum Institute of India di Pune.

Vaccini a mRna, facili solo sulla carta

Anche la tipologia di vaccino da produrre può variare i numeri raggiunti, c’è da considerare. Per esempio, i vaccini ad mRna sono molto semplici da produrre, ma farlo in scala molto grande complica la situazione. Soprattutto perché si tratta di una tecnica nuova e c’è ancora carenza di personale qualificato per la creazione. I componenti essenziali poi – nucleotidi, enzimi e lipidi – non sono facilmente rintracciabili, perché le aziende che li producono sono ancora troppo poche e quelle che lo fanno concedono le licenze con estrema lentezza.

Anche per questa ragione India e Sudafrica sono stati tra i primi paesi a chiedere la temporanea sospensione dei diritti di proprietà intellettuale all’Organizzazione mondiale del commercio. La proposta ha raccolto sostegno ed è ora sostenuta da circa 100 paesi e da una coalizione diversificata di organizzazioni chiamata People’s Vaccine Alliance, che include l’agenzia delle Nazioni Unite per l’HIV/AIDS, UNAIDS e Amnesty International.

L’Unione Europea, gli Stati Uniti, il Regno Unito e la maggior parte delle più grandi aziende farmaceutiche si oppongono alla proposta India-Sudafrica, sostenendo che le deroghe ai diritti di proprietà intellettuale non sono necessarie, e persino indesiderabili, per i vaccini Covid-19.

L’Oms sta invece sostenendo il “trasferimento tecnologico coordinato”, in cui le università e i produttori concedono in licenza i loro vaccini ad altre aziende attraverso un meccanismo globale coordinato dall’Oms, che faciliterebbe anche la formazione del personale presso le aziende destinatarie, e coordinerebbe gli investimenti in infrastruttura.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Risolto il mistero delle epatiti pediatriche, colpa di co-infezioni da virus comuni
Sembra essersi finalmente risolto il mistero delle cause dell'ondata di epatiti acute gravi che, nella primavera del 2022, poco dopo la fine dei lockdown per Covid-19, hanno colpito oltre un migliaio di bambini in 34 paesi diversi, Italia compresa. Tre studi, appena pubblicati sulla rivista Nature, hanno collegato questi focolai di epatite pediatrica a co-infezioni causate da più virus comuni
Se ho avuto il Covid-19 devo fare lo stesso la quarta dose?
Il secondo booster è raccomandato anche per chi ha contratto una o più volte il virus responsabile di Covid-19. Purché la somministrazione avvenga dopo almeno 120 giorni dall'esito positivo del tampone
Covid, Regimenti (FI): «Non più obbligo vaccini, ma forte raccomandazione»
Secondo l'europarlamentare azzurra «i vaccini hanno avuto, hanno e avranno un ruolo fondamentale nella guerra al Covid, ma ora è il momento per far cadere ogni obbligo»
Speranza su quarta dose: «Ue assuma posizione unitaria su tempi e fasce d’età»
Il ministro Speranza, intervenendo al Consiglio dei ministri europei della Salute, si rivolge all’UE: «Fare in tempi stretti una proposta su quarta dose basata esclusivamente sull'evidenza scientifica»
Da dove viene Omicron? Le tre teorie più probabili spiegate bene dal prof. Rasi
Una "fuga invisibile" perché sviluppatasi in un Paese poco monitorato, una serie di mutazioni incubate da un soggetto con patologia cronica oppure un retropassaggio verso una specie animale tra le più pericolose per le malattie: quella di topi e ratti. Come si è sviluppata Omicron con le sue 55 mutazioni, lontanissima da Alpha e Delta che da sola ha contagiato più in due mesi di quanto le prime due abbiano fatto in anni? Lo abbiamo chiesto al prof. Rasi, consigliere di Figliuolo e direttore scientifico di Consulcesi
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Alzheimer, Spadin (Aima): “Devasta l’economia della famiglia, la sfera psicologica e le relazioni di paziente e caregiver”

La Presidente Aima: “Due molecole innovative e capaci di modificare la progressione della malattia di Alzheimer sono state approvate in diversi Paesi, ma non in Europa. Rischiamo di far diventar...
Salute

Disturbi alimentari, ne soffrono più di tre milioni di italiani. Sipa: “Centri di cura pochi e mal distribuiti”

Balestrieri (Sipa): "Si tratta di disturbi che presentano caratteristiche legate certamente alla sfera psicologica-psichiatrica, ma hanno anche un’importante componente fisica e nutrizionale che...
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"