Salute 30 Luglio 2021 15:35

Vaccinati e guariti negli Stati Terzi, arriva la circolare su equipollenza con Green pass

Per i guariti e vaccinati in Paesi Terzi con uno dei prodotti autorizzati in Italia (Pfizer, AstraZeneca, J&J o Moderna) arriva la circolare del Ministero che equipara la validità delle certificazioni con Green pass. Ecco i requisiti necessari

Vaccinati e guariti negli Stati Terzi, arriva la circolare su equipollenza con Green pass

Il Ministero della Salute ha emanato una circolare che regola i requisiti che le certificazioni vaccinali e di guarigione rilasciate da Stati Terzi devono riportare affinché siano utilizzabili regolarmente sul territorio italiano. La stessa validità «prevista per la certificazione verde Covid-19 (Certificato Covid digitale dell’Ue) emessa dallo Stato italiano».

I vaccini ammessi

I vaccini effettuati in Stati Terzi riconosciuti per il pass valido in Italia, si specifica, sono solo i quattro finora autorizzati dall’Agenzia europea del Farmaco e autorizzati nel nostro Paese:

  • Comirnaty (Pfizer-BioNtech);
  • Spikevax (Moderna);
  • Vaxzevria (AstraZeneca)
  • Janssen (Johnson & Johnson)

Le caratteristiche del certificato vaccinale

Le certificazioni vaccinali provenienti da altri Paesi, si legge nella circolare, dovranno inoltre riportare queste diciture:

  • dati identificativi del titolare (nome, cognome, data di nascita);
  • dati relativi al vaccino (denominazione e lotto);
  • data/e di somministrazione del vaccino;
  • dati identificativi di chi ha rilasciato il certificato (Stato, Autorità sanitaria).

Dovranno inoltre, sia in formato digitale che cartaceo, essere redatte in italiano, inglese, francese o spagnolo. In caso il certificato fosse stato rilasciato in un’altra lingua «è necessario che venga accompagnato da una traduzione giurata».

Le certificazioni di guarigione

Anche nel caso dei certificati di guarigione l’equipollenza con i Green pass italiani è valida. Così come l’opzione sulla traduzione se in lingua diversa dalle quattro indicate, inoltre dovranno essere in chiaro i seguenti dati:

  • dati identificativi del titolare (nome, cognome, data di nascita);
  • informazioni sulla precedente infezione da SarS-CoV-2 del titolare, successivamente a un test positivo (data del primo tampone positivo);
  • dati identificativi di chi ha rilasciato il certificato (Stato, Autorità sanitaria).

 

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