La vaccinazione pediatrica non decolla. Fino ad oggi sono stati vaccinati poco più del 35% dei bambini 5-11 anni. Su 6.726.393 dosi disponibili, ne sono state usate 2.595.995. L’Italia dona 150mila dosi alla Tunisia
Che la vaccinazione contro Covid-19 abbia suscitato resistenze in Italia (e non solo) non è affatto un mistero. Tuttavia, complici anche scelte politiche ben precise, oltre il 90% della popolazione dai 12 anni in su ha completato il ciclo vaccinale primario e oltre l’80% ha fatto il primo richiamo, la terza dose. La quarta dose stenta a decollare: siamo sotto il 30 per cento della platea per cui è stata raccomandata. Ma la fascia della popolazione per cui possiamo parlare di un vero proprio flop della vaccinazione è quella pediatrica, cioè quella che comprende i bambini dai 5 agli 11 anni d’età.
Dallo scorso dicembre, cioè da quando è stato dato il via libera alla vaccinazione dei bambini dai 5 agli 11 anni d’età, a oggi sono stati vaccinati completamente 1.282.733 bambini, poco più del 35% della platea considerata. Poco più 120mila bambini sono attualmente in attesa della seconda dose. Si tratta di numeri molto bassi se consideriamo il totale delle dosi del vaccino pediatrico della Pfizer, l’unico al momento approvato per questa fascia della popolazione, consegnate: ben 6.726.393. Di queste ne sono state utilizzate 2.595.995. Numerose quindi le scorte non utilizzate.
L’Italia ha quindi deciso di donare una piccolissima parte del suo vaccino pediatrico alla Tunisia. «Consegnate al porto de La Goulette 154.620 dosi di vaccino pediatrico anti- Covid 19. Un dono del governo italiano a quello tunisino che consolida il ponte di solidarietà e l’amicizia tra i due popoli». Lo scrive l’ambasciata d’Italia in Tunisia, in un post sul proprio account Facebook.
Una così bassa adesione al vaccino anti-Covid pediatrico non ha nulla a che vedere con le evidenze scientifiche fino ad oggi note. Così come per gli adulti, la vaccinazione contro Covid-19 nei bambini conviene sempre. Nonostante il differente schema vaccinale – per i più piccoli sono previste due dosi – e la variante Omicron capace di «aggirare» parzialmente le nostre difese, la vaccinazione nella fascia di età 5-11 anni riduce in maniera importante il rischio di malattia e ricovero. I dati disponibili di uno studio sull’argomento, pubblicati sul New England Journal of Medicine, sono piuttosto eloquenti: nei bambini vaccinati l’efficacia contro l’ospedalizzazione è pari all’83 per cento.
La comunità scientifica concorda sul fatto che vaccinare i bambini rimane la scelta migliore, in primis proprio per tutelare i più piccoli. Anche se infatti la maggior parte dei bambini superi l’infezione Covid-19 con maggiore successo rispetto alle fasce di popolazione più anziane, la malattia può sempre creare problemi. Le forme gravi sono infatti sempre possibili a qualsiasi età così come la possibilità di sviluppare la sindrome infiammatoria Multisistemica COVID-correlata e le conseguenze a lungo termine del Long-Covid.
Anche contro la variante Omicron la vaccinazione pediatrica conviene sempre, come ha dimostrati l’ampio studio realizzato a Singapore su oltre 250mila bambini. L’analisi ha comparato, nel periodo in cui Omicron è divenuta la variante dominante, l’efficacia della vaccinazione in due dosi del vaccino Pfizer nel prevenire sia la malattia sintomatica sia l’ospedalizzazione. Dalle analisi è emerso che nei bambini vaccinati l’efficacia contro l’infezione è risultata del 65 per cento mentre contro l’ospedalizzazione pari all’83 per cento. Secondo gli esperti, si tratta di risultati importanti che dovrebbero servire a superare le resistenze di molti genitori a far vaccinare i propri figli. Soprattutto in vista del rientro a scuola.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato