AOGOI e SIGO: «Fondamentale lavoro di squadra con i colleghi per informare le gestanti di questa opportunità»
Un gesto d’amore ed insieme una scelta consapevole: questo l’obiettivo da cui prende le mosse la campagna di sensibilizzazione #iotiproteggerò, patrocinata della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) e dell’Associazione degli Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI), e validata e ratificata dal Ministero della Salute, per promuovere la vaccinazione contro la pertosse per le donne in gravidanza. Uno strumento attraverso il quale al feto, e poi al neonato, saranno forniti gli anticorpi necessari ad evitare di contrarre la malattia nei primi due mesi di vita. E’ solo dopo i due mesi, infatti, che al neonato vengono somministrati i primi vaccini obbligatori tra cui, appunto, quello anti-pertosse. Una vaccinazione, insomma, utile a coprire quella finestra temporale di circa due mesi in cui il neonato non è ancora immunizzato ma in cui, in caso di contagio, la malattia più probabilità di sviluppare pericolose complicanze. «La gravità della pertosse è maggiore nei primi mesi di vita – afferma la Prof.ssa Irene Cetin, Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) – e si stima che siano proprio i bambini sotto i 6 mesi di vita i più̀ colpiti dalla pertosse (51, 6 casi per 100.000 abitanti)».
Ricordiamo che in Italia questa patologia ha fatto registrare 964 casi nel 2017 e oltre 7.000 ricoveri in ospedale tra il 2001 e il 2014, il 63,6% dei quali ha coinvolto bambini con età inferiore a 1 anno, e che l’80% dei contagi nei bambini con meno di un anno è provocato dai familiari stretti. Motivi per il quale sono necessarie strategie preventive, come l’immunizzazione di tutti i familiari a stretto contatto con il neonato, la più efficace e fattibile delle quali è la vaccinazione delle donne durante il terzo trimestre della gravidanza, tra la 28esima e la 36esima settimana.
«La strategia fondamentale è proprio l’immunizzazione passiva del neonato mediante vaccinazione materna. In questo modo la futura mamma – spiega la Dott.ssa Elsa Viora, presidentessa dell’ Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI), ai nostri microfoni – può trasmettere al proprio figlio una quantità più elevata di anticorpi (IgG), facendo sì che sia protetto fino al momento in cui potrà essere direttamente vaccinato. La protezione inizia quindi già in utero per proseguire a nascita avvenuta, e viene naturalmente rafforzata attraverso l’allattamento al seno. Il vaccino – sottolinea – può essere effettuato in tutta tranquillità anche se la madre dovesse aver già contratto la malattia nel passato, ed anzi in tal modo si andrà a risvegliare quella memoria anticorpale ‘assopita’ negli anni. Tra l’altro, si tratta del vaccino dTpa (difterite, tetano e pertosse), del quale è importante effettuare i richiami anche in età adulta».
Fondamentale il ruolo dei ginecologi/ghe e delle ostetriche nell’informare le gestanti di questa importante opportunità. «Il Ginecologo – sottolinea la Dott.ssa Viora – si trova impegnato in prima persona nel fornire alle gestanti informazioni sulla prevenzione delle patologie materno-fetali e sulle vaccinazioni per una scelta consapevole in un momento particolare qual è la gravidanza. Riteniamo che sia necessario un lavoro di squadra tra tutti gli specialisti che seguono o hanno occasione di incontrare la donna durante la gravidanza per il raggiungimento degli obiettivi di prevenzione, inclusa quella vaccinale».
«Il vaccino anti-pertosse in gravidanza si è dimostrato altamente efficace (77%) dal proteggere i neonati dalla pertosse. La mamma non ha da temere per la propria sicurezza e per quella del proprio figlio – ribadisce la Prof.ssa Cetin – in quanto i dati di sicurezza derivanti da diversi studi clinici non hanno mostrato effetti avversi correlati al vaccino sulla gravidanza o sulla salute del feto e del neonato». Tale vaccinazione è offerta gratuitamente in Italia dal 2017, secondo il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019, ed è raccomandata dalla Circolare del Ministero della Salute per le donne in gravidanza. Dal momento che gli anticorpi della mamma si riducono progressivamente con il trascorrere del tempo, è raccomandato effettuare la vaccinazione ad ogni gravidanza, per garantire la protezione adeguata ad ogni singolo nascituro.
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