Salute 13 Dicembre 2021 11:24

Vaccini ai bambini 5-11 anni, rischio effetti avversi? Cosa fare prima e dopo l’inoculazione? Le risposte dell’ISS

Dopo l’ok del Ministero della Salute, in partenza la vaccinazione anti-Covid anche per i bambini. L’Istituto Superiore di Sanità chiarisce i principali dubbi dei genitori

Vaccini ai bambini 5-11 anni, rischio effetti avversi? Cosa fare prima e dopo l’inoculazione? Le risposte dell’ISS

Le evidenze scientifiche di questi due anni di pandemia hanno chiarito che contrarre il Sars-CoV-2 in età infantile è molto meno rischioso rispetto ad un’età più avanzata. Tuttavia, anche per loro il rischio non è zero: circa sei bambini su mille positivi al Covid-19 vengono ricoverati in ospedale e circa uno su 7mila finisce in terapia intensiva. La comparsa di alcune complicazioni e del long Covid, ovvero effetti indesiderati che emergono a distanza di tempo, non è inoltre da escludere anche in caso di infezione asintomatica o quasi. E proprio per fare un punto della situazione, ora che è in partenza la campagna vaccinale per la fascia 5-11 anni, l’Istituto Superiore di Sanità ha elaborato una serie di FAQ per rispondere alle principali domande e ai dubbi più pressanti che possono sorgere ai genitori in questi giorni.

Che tipo di vaccino viene dato ai bambini nella fascia 5-11 anni?

Il vaccino pediatrico approvato dall’Ema è quello di Pfizer-Biontech. Il principio attivo è lo stesso di quello per gli adulti (vaccino a mRna). Nel caso dei più piccoli, però, la dose inoculata è circa un terzo rispetto a quella somministrata agli adulti. La vaccinazione avviene in due dosi a tre settimane di distanza l’una dall’altra.

Cosa deve fare un genitore prima del vaccino?

Secondo l’ISS, prima che avvenga la vaccinazione, è fondamentale che il genitore parli con il bambino per spiegargli bene cosa sta per fare. Non è invece raccomandato dargli farmaci antidolorifici prima della vaccinazione per cercare di prevenire eventuali effetti collaterali. È necessario inoltre riferire al medico vaccinatore di eventuali episodi di allergie avuti dal bambino. Per prevenire traumi dovuti ad un eventuale svenimento durante la vaccinazione, il bambino deve stare seduto o sdraiato.

Cosa deve fare un genitore dopo il vaccino?

Dopo la vaccinazione verrà chiesto di attendere 15-30 minuti sotto osservazione prima di lasciare il centro vaccinale per monitorare l’eventuale comparsa di reazioni allergiche e, nel caso, poter intervenire tempestivamente.

Quali sono i principali effetti collaterali?

Nel braccio dove è stata fatta l’iniezione potrebbero verificarsi dolore, rossore e gonfiore. Potrebbero inoltre manifestarsi sintomi quali stanchezza, mal di testa, dolori muscolari, brividi, febbre e nausea. Tali sintomi sono generalmente di lieve entità e si risolvono nel giro di 1-2 giorni.

Fake news 1: i bambini non si ammalano di Covid e se si ammalano non muoiono, manifestano sintomi lievi e hanno bassa capacità di trasmettere il virus. È dunque inutile vaccinare.

Secondo i dati aggiornati al 1 dicembre 2021, dall’inizio dell’epidemia nella fascia 6-11 anni ci sono stati oltre 263mila casi, 1.453 ricoveri in reparti ordinari, 36 ricoveri in terapia intensiva e 9 decessi. Nelle ultime settimane il numero di contagi in questa fascia di età è nettamente in crescita. «Il vaccino – spiega l’ISS – si è mostrato efficace nel ridurre di circa il 91% il rischio di infezione. Nel beneficio di una vaccinazione si deve inoltre considerare non soltanto la protezione dalla malattia, ma anche la possibilità di frequentare con una maggiore sicurezza la scuola e condurre una vita sociale connotata da elementi ricreativi ed educativi che sono particolarmente importanti per lo sviluppo psichico e della personalità in questa fascia di età».

Fake news 2: il vaccino espone i bambini a rischi di effetti avversi che senza vaccino non avrebbero

«Come per tutti i farmaci e i vaccini – spiega l’Istituto – anche quelli messi a punto contro il Covid presentano un rischio di effetti collaterali. La sicurezza dei vaccini anti-Covid è monitorata continuamente dalle agenzie regolatorie di tutto il mondo, e anche per le fasce più giovani il rischio di eventi avversi gravi è risultato molto raro. Il rischio di eventi avversi deve essere confrontato con quello di incorrere nelle conseguenze dell’infezione, ed è su questa base che viene calcolato il rapporto rischi-benefici da parte delle agenzie regolatorie». L’Ema, l’Agenzia regolatoria europea sui medicinali, ha concluso che «il rapporto tra benefici e rischi è positivo anche per la fascia d’età 5-11 anni».

Fake news 3: il numero di bambini che hanno partecipato al programma di sviluppo clinico dei vaccini è troppo piccolo per rilevare potenziali rischi di miocardite associata a vaccinazione

Nei soggetti giovani (adolescenti e giovani adulti) è stato riportato un «rischio aumentato di miocardite e pericardite, che rimane però estremamente basso» (intorno ai 50 casi per milione dopo due dosi). Nella maggior parte dei casi, inoltre, tali manifestazioni hanno avuto un «decorso assolutamente benigno». In generale, «nei bambini più piccoli si osserva un minore rischio di sviluppare queste patologie, e non sono stati segnalati casi durante i test clinici. Le informazioni di sicurezza oggi disponibili riguardano non solo i 3000 bambini che hanno ricevuto il vaccino nell’ambito della sperimentazione clinica, ma comprendono anche i primi dati raccolti negli oltre 3 milioni di bambini di 5-11 anni già vaccinati negli Stati Uniti. La sicurezza del vaccino sarà comunque mantenuta sotto costante e stretto monitoraggio da parte di tutte le agenzie del mondo».

Fake news 4: i vaccini indeboliscono il sistema immunitario ancora non sviluppato dei bambini

«Il sistema immunitario dei bambini è ‘programmato’ per reagire a possibili pericoli già dalla nascita. Il vaccino anti-Covid, così come gli altri, ‘insegna’ al sistema immunitario a riconoscere l’agente infettivo prima dell’effettiva esposizione, contribuendo così a rafforzarlo», conclude l’ISS.

 

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Nasce il progetto PMLAb per i pazienti COVID-19 immunocompromessi
La gestione del paziente immunocompromesso con COVID-19 richiede una particolare attenzione, che si concretizza con le Profilassi Pre-Esposizione con anticorpi monoclonali. A questo scopo è nato il progetto Prevention Management LAboratory (PMLAb), presentato oggi a Roma
Virus respiratorio sinciziale, con anticorpo monoclonale alla nascita -70% di ricoveri
La somministrazione alla nascita di un farmaco contenente anticorpi contro il virus respiratorio sinciziale ha ridotto di circa il 70% i ricoveri nei bambini con meno di 6 mesi, in Lussemburgo, dove è stato introdotto questo programma di immunizzazione. Questi sono i dati che emergono da un'analisi coordinata dal ministero della Salute lussemburghese, i cui risultati sono stati pubblicati su Eurosurveillance
Dagli igienisti della SItI una Guida alle buone pratiche vaccinali
La Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) ha presentato il documento "Guida alle buone pratiche vaccinali", con l'obiettivo di promuovere e garantire servizi vaccinali di eccellenza in tutto il territorio nazionale
di V.A.
Diabete di tipo 1, se compare in bimbi under 10 ruba 16 anni di vita
L'Italia è il primo paese al mondo ad aver istituito uno screening del diabete di tipo 1 che come prima e importante conseguenza positiva consentirà di prevenire la chetoacidosi. Oggi infatti il 40% delle diagnosi di diabete di tipo 1 avviene in ritardo a seguito di un esordio drammatico, Senza contare che, quando la malattia ha un esordio precoce, prima dei 10 anni di età, si possono arrivare a perdere ben 16 anni di aspettativa di vita. Questi sono i messaggi lanciati da Valentino Cherubini, presidente della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (Siedp) che lancia un appello in occasione della Giornata Mondiale del Diabete che si celebra domani
di V.A.
Allarme antibiotico-resistenza, molti farmaci non funzionano più contro comuni infezioni infantili
Uno studio dell'Università di Sidney ha concluso che molti farmaci per il trattamento di infezioni comuni nei bambini e nei neonati non sono più efficaci in gran parte del mondo.L'allarme è stato lanciato sulla rivista The Lancet Regional Health Southeast Asia
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Tumori: boom di casi nei paesi occidentali. Cinieri (Aiom): “Prevenzione attiva per ridurre carico della malattia”

Nel 2024 negli USA, per la prima volta nella storia, si supera la soglia di 2 milioni di casi di tumore. Una crescita importante, comune a tutti i Paesi occidentali. Per Saverio Cinieri, presidente di...
Politica

Liste di attesa addio? La risposta del Consiglio dei Ministri in due provvedimenti

Ieri il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente, Giorgia Meloni, e del Ministro della salute, Orazio Schillaci, ha approvato due provvedimenti, un decreto-legge e un disegno di legge, che i...
Salute

Tumore del polmone: per osimertinib e durvalumab ottimi risultati negli studi LAURA e ADRIATIC al Congresso ASCO

Nello studio LAURA osimertinib ha ridotto il rischio di progressione di malattia o di morte dell’84% nel tumore del polmone non a piccole cellule di Stadio III. Nello studio ADRIATIC, invece, du...