Salute 4 Ottobre 2021 10:20

Vaccini, antinfluenzale e terza dose insieme si può? La risposta delle autorità italiane

Con la stagione autunnale in molti si sono chiesti se ci sia un intervallo di tempo da rispettare tra vaccino antinfluenzale e terza dose anti-Covid, proprio perché il target (over 60 e fragili) è lo stesso

Vaccini, antinfluenzale e terza dose insieme si può? La risposta delle autorità italiane

Vaccino antinfluenzale e terza dose Covid (o prima per chi era ancora indeciso), come ci si dovrà regolare? Se lo chiedono in molti con l’inizio della stagione autunnale e l’arrivo dell’influenza. A questa domanda hanno risposto con un comunicato congiunto Ministero della Salute, Consiglio Superiore di sanità, Istituto Superiore di Sanità e AIFA.

Al centro la questione che vede raccomandata per un certo target di popolazione, fragili e over 60, sia la vaccinazione antinfluenzale che il booster (la terza dose) contro Covid-19. Molti pazienti hanno già interrogato i propri medici sulla possibilità di effettuare le due iniezioni vicine nel tempo e sulle possibili difficoltà che comporterebbe.

Le considerazioni del CTS

«Sebbene nelle schede tecniche dei vaccini anti-Sars-CoV-2 autorizzati da EMA – si legge nel documento – non siano presenti, ad oggi, indicazioni relative alla loro somministrazione concomitante con altri vaccini, tenuto conto delle attuali indicazioni espresse dalle principali autorità di Sanità Pubblica internazionali e relativi Comitati Consultivi e dei dati preliminari relativi alla co-somministrazione di vaccini anti Covid-19 con vaccini antinfluenzali, sarà possibile programmare la somministrazione dei due vaccini, nel rispetto delle norme di buona pratica vaccinale, nella medesima seduta vaccinale, fermo restando che una eventuale mancanza di disponibilità di uno dei due vaccini non venga utilizzata come motivo per procrastinare la somministrazione dell’altro».

Sarà possibile «effettuare la somministrazione concomitante (o a qualsiasi distanza di tempo, prima o dopo), di un vaccino anti-Sars-CoV-2 utilizzato in Italia e un altro vaccino del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, con l’eccezione dei vaccini vivi attenuati, per i quali può essere considerata valida una distanza minima precauzionale di 14 giorni prima o dopo la somministrazione del vaccino anti Sars-CoV-2». Il documento è siglato da Gianni Rezza, direttore del reparto Prevenzione del Ministero, Nicola Magrini, presidente AIFA, Silvio Brusaferro, direttore dell’Istituto Superiore di Sanità e Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità.

 

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