Il 27 dicembre il Vaccine-Day. Magrini e Palù annunciano l’efficienza sopra i 16 anni, anche in gravidanza e su tutte le popolazioni fragili. Ora studi sulla durata, che si spera superi i 9-12 mesi
Anche l’Aifa conferma l’approvazione del vaccino Pfizer, dopo il parere positivo dell’Ema. In conferenza stampa, lo hanno annunciato il presidente dell’Agenzia italiana del Farmaco Giorgio Palù e il direttore generale Nicola Magrini. «Il 27 dicembre, in tutte le regioni italiane, inizieranno le prime vaccinazioni al personale sanitario e agli anziani delle Rsa. È ancora dura, ma ora abbiamo un’arma in più. Forza», è stato il messaggio del ministro della Salute Roberto Speranza.
«Credo che quella di oggi sia una giornata eccezionale, per quello che comporta nelle acquisizioni scientifiche avere disponibile un vaccino in soli 10 mesi dalla prima sequenza del genoma» ha introdotto, non senza emozione, Palù. «Con un margine di sicurezza elevatissimo, intorno al 95%, il vaccino è sicuro. È importante che si sappia che se dal 1700 la vita media è aumentata di 40 anni, lo si deve ai progressi scientifici. I vaccini hanno dato all’umanità uno dei mezzi più importanti per la sopravvivenza, che si misura esattamente con l’aspettativa di vita. Ed è questo che deve essere diffuso», ha aggiunto.
«Con qualche emozione – ha proseguito il dg Magrini – do questo annuncio della approvazione e autorizzazione all’immissione in commercio di Comirnaty, il vaccino Pfizer/BioNTech». «Siamo grati alla presidente Von der Leyen per aver accelerato il processo in due o tre ore. Abbiamo deciso con il ministro Speranza che l’approvazione non fosse una presa d’atto, ad Aifa restava l’immissione in commercio, la classificazione del farmaco e le modalità di prescrizione come parte tecnica. Ma anche la decisione di proporre già da oggi una serie di risposte a quesiti frequenti e un programma di ulteriori approfondimenti sulla tematica».
Poi Magrini ha snocciolato i dettagli tecnici sul primo vaccino contro Covid-19 ad arrivare in Italia. «Il vaccino – ha detto – è approvato per tutta la popolazione al di sopra dei 16 anni, non ha controindicazioni assolute. Ema ha fatto un eccellente lavoro riportando alcune cautele a una ben nota attività vaccinale: non saranno richieste accortezze particolari per sottopopolazioni specifiche, né anziani né immunodepressi. Chi ha disturbi emo-coagulativi non ha controindicazioni se non per un lieve rischio di qualche livido nel punto di iniezione».
Il dg Aifa chiarisce anche un punto molto discusso nei giorni scorsi: la gravidanza è sicura con il vaccino? «Gravidanza e allattamento non sono controindicazioni, il vaccino può essere somministrato anche in questa popolazione perché i benefici potenziali superano i rischi», ha chiarito.
«Il 27, il V-day europeo, è un modo per sentirsi parte di una comunità più ampia data questa nuova unica campagna vaccinale di massa che sta per iniziare». Si comincerà con un gruppo limitato di operatori sanitari e poi, a gennaio, saranno operatori e personale Rsa a proseguire. Seguiranno le popolazioni a rischio: anziani e fragili.
Il vaccino ha un’efficacia elevatissima, il 95%, ovvero la capacità di prevenzione della malattia Covid-19. Solo otto persone nel gruppo dei vaccinati dello studio Pfizer hanno contratto il virus. Solo vaccini come morbillo, parotite e rosolia arrivano al 95%. «È bene che le persone sappiano che il 100% in natura non esiste, anche perché geneticamente alcuni soggetti per motivi genetici non rispondono a quel determinato antigene con il loro sistema immunitario».
Il vaccino Pfizer va somministrato in due dosi separate, la prima a 21 giorni di distanza dalla seconda. Cosa succede se qualcuno incontra il virus nell’intervallo tra le due dosi? «L’intervallo tra le due dosi è tre settimane, i primi anticorpi arrivano dopo 6-7 giorni. Il vaccino ha dimostrato che previene tutti gli eventi possibili, che qualcuno si possa ammalare in quei primi giorni è molto remoto ma se dovesse succedere avrà una infezione più lieve», ha voluto spiegare Palù.
Aifa ha comunicato che continuerà con farmacovigilanza stretta su possibili reazioni avverse, nonché con studi di follow-up sull’effettiva durata dell’immunizzazione, che si spera superiore ai 9-12 mesi.
«In questa prima fase – ha concluso Magrini – il vaccino sarà coordinato e somministrato attraverso le Regioni con individuazione delle diverse categorie a rischio. Con coinvolgimento successivo dei medici di famiglia si vedrà come fare, ma nei prossimi mesi non ci sarà meccanismo di prenotazione dei vaccini, ma di chiamata dei soggetti».
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