Nonostante il via libera di Ema ad AstraZeneca, Massimo Ciccozzi, ordinario di statistica medica ed epidemiologia molecolare all’Università Campus Bio-Medico di Roma, si aspetta un contraccolpo sulla campagna vaccinale
È passato un anno dallo scoppio della pandemia di Covid-19 che ha sconvolto il mondo. Grazie ai vaccini si intravede la luce in fondo al tunnel ma a far paura sono le varianti del virus, che complicano le cose. Tra tutte, quella inglese, più contagiosa, si sta diffondendo a macchia d’olio sul territorio nazionale. Il timore è che le mutazioni possano influire anche sull’efficacia dei vaccini.
A margine del corso promosso da Consulcesi Club “La funzione del rischio clinico”, il professor Massimo Ciccozzi, direttore dell’Unità di statistica medica ed epidemiologica dell’Università Campus Bio-medico di Roma, fa luce sull’argomento.
«Le varianti in Italia sono tre e ben note: la brasiliana, la sudafricana e l’inglese che adesso sta prendendo il sopravvento – spiega -. Poi ce n’è una nuova, sequenziata da poco, ma credo si tratti più di un effetto di ricombinazione tra due varianti già conosciute».
Le varianti esistono perché il virus muta per potersi adattare a noi quanto prima: «Fa mutazioni in punti specifici della proteina Spike e genera varianti» precisa il professor Ciccozzi. I vaccini finora approvati hanno caratteristiche diverse ma un obiettivo in comune, stimolare gli anticorpi contro la proteina Spike. «Non è inusuale parlare di varianti – aggiunge – da febbraio ad oggi, tutto quello che stiamo vedendo è dovuto a una variante, chiamata 614dg. È normale averle in casa».
I vaccini approvati o in fase di approvazione da parte delle agenzie regolatorie rispondono bene alle varianti del Sars-Cov-2? Sono in grado di proteggere in modo adeguato contro queste nuove forme? «I vaccini sono efficaci, chi più chi meno, su tutte le varianti – precisa il professore -. Quella sudafricana sembra che sia un po’ più aggressiva: Pfizer, Moderna, Johnson&Johnson, Sputnik V offrono oltre il 50% di efficacia su queste varianti. AstraZeneca si attesta intorno al 25%. Ma l’efficacia c’è» sottolinea. Ma indipendentemente dalle varianti, la vaccinazione contro il Covid-19 è importante «perché impedisce l’evolversi della malattia in forma grave e quindi un probabile decesso».
Nonostante il via libera ad AstraZeneca da parte dell’Ema, considerato «sicuro ed efficace» e con benefici «superiori ai rischi», il professor Ciccozzi teme le ripercussioni sulle adesioni alla campagna vaccinale. Il blocco del siero anglo-svedese ha generato, infatti, diffidenza e confusione nei cittadini.
«Non molti ricordano il problema Fluad nel 2015 – evidenzia il professore -. Era un vaccino contro l’influenza A/H1N1 che, a causa di tre decessi in persone anziane, fu accreditato come un’arma micidiale. Chiaramente poi fu stabilito che non c’era un nesso causale ma solo nesso temporale; dopo il vaccino, le persone, purtroppo si sentirono male e ci furono decessi». Non c’era alcun nesso causale, però, «quell’anno – ricorda – si vaccinò soltanto un italiano su dieci, solo il 49% degli over 65. Per questo – conclude Ciccozzi – mi aspetto l’effetto boomerang; per evitarlo, serve una corretta comunicazione scientifica e non solo».
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