Le nuove indicazioni nel Report di Iss, Ministero, Aifa e Inail. Distanziamento fisico, mascherine, igiene delle mani anche per chi si è vaccinato: «Nessun vaccino conferisce un livello di protezione del 100%, la durata non è ancora stata stabilita, può variare da individuo a individuo e non è noto se i vaccini impediscano completamente la trasmissione»
A causa della diffusione repentina delle varianti del Sars-Cov-2 nel nostro Paese – quella inglese è responsabile del 50% dei casi di infezione a livello nazionale – l’Istituto Superiore di Sanità ha stilato il nuovo Rapporto “Indicazioni ad interim sulle misure di prevenzione e controllo delle infezioni da SARS-CoV-2 in tema di varianti e vaccinazione”. Il documento, realizzato da Ministero della Salute, Aifa e Inail, contiene le nuove indicazioni per la prevenzione ed il contenimento del contagio.
L’ISS suggerisce di non modificare le misure di prevenzione e protezione basate sul distanziamento fisico, sull’uso delle mascherine e sull’igiene delle mani; al contrario, «si ritiene necessaria un’applicazione estremamente attenta e rigorosa di queste misure».
Il Report evidenzia che gli studi clinici condotti finora hanno dimostrato l’efficacia dei vaccini nella prevenzione delle forme clinicamente manifeste di Covid-19, «anche se la protezione, come per molti altri vaccini, non è del 100%». I soggetti vaccinati, anche se con un rischio ridotto, possono contrarre l’infezione da Sars-CoV-2 perché «la risposta immunitaria alla vaccinazione può variare da soggetto a soggetto». Inoltre, la durata della protezione «non è stata ancora definita» e non è noto «se i vaccini impediscano completamente la trasmissione di SARS-CoV-2 (infezioni asintomatiche)».
I lavoratori vaccinati, inclusi gli operatori sanitari, devono mantenere l’uso dei DPI e altre precauzioni sul luogo di lavoro?
Ogni lavoratore dovrà continuare a mantenere le stesse misure di prevenzione dei soggetti non vaccinati: osservare il distanziamento fisico, indossare un’appropriata protezione respiratoria e igienizzarsi o lavarsi le mani frequentemente. Un metro è la distanza minima da adottare ma «sarebbe opportuno aumentare il distanziamento fisico fino a due metri in tutte le situazioni nelle quali venga rimossa la protezione respiratoria». In particolare, «in occasione del consumo di cibo e bevande».
Anche chi è vaccinato, in caso di contatto ad alto rischio con un caso positivo, deve seguire le stesse indicazioni valide per tutti. Questo a prescindere «dal tipo di vaccino ricevuto, dal numero di dosi e dal tempo intercorso dalla vaccinazione». Il vaccinato considerato “contatto stretto” deve osservare, purché sempre asintomatico, «dieci giorni di quarantena dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo al decimo giorno o 14 giorni dall’ultima esposizione».
L’ISS precisa che la vaccinazione anti Covid-19 è sicura anche in chi ha contratto l’infezione. Ai fini della vaccinazione «non è indicato eseguire test diagnostici per accertare una pregressa infezione». Si può procedere con un’unica dose di vaccino nei soggetti con pregressa infezione da SARS-CoV-2 (superata in maniera sintomatica o asintomatica), purché venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dalla documentata infezione e, preferibilmente, entro i 6 mesi dalla stessa. Fanno eccezione i soggetti con condizioni di immunodeficienza primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici; per loro è prevista la priorità vaccinale e le due dosi.
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