Sono già 70 mila gli appuntamenti fissati in Lombardia per il vaccino anti-Covid nella fascia pediatrica. Ieri nel pomeriggio le prime inoculazioni mentre in Regione Lombardia si è svolta la seconda maratona scientifica #stopaidubbi con i massimi esperti
Un parco a tema che riproduce angoli di Gardaland con i personaggi dei cartoni animati più amati dai piccoli, biglietti omaggio per una giornata nel parco divertimento più famoso d’Italia e ancora un certificato di valore consegnato ad ogni bambino al termine della vaccinazione. Così Milano ha scelto di dare il via alla campagna vaccinale tra i 5 e gli 11 anni. Al taglio del nastro dell’hub realizzato presso la vecchia fiera di Milano in zona Portello dove, grazie alla cooperazione di cinque ospedali, sono state allestite 18 linee vaccinali, hanno assistito la vicepresidente di Regione Lombardia e assessore al Welfare Letizia Moratti e i direttori generali degli istituti impegnati nell’organizzazione: Ezio Belleri del Policlinico accompagnato dal direttore sanitario Laura Chiappa, Marco Bosio di Niguarda, Matteo Stocco dell’ASST Santi Paolo e Carlo, Alessandro Visconti del Fatebenefratelli-Sacco e Walter Bergamaschi di ATS Milano.
In viale Scarampo, al Gate 6, i bambini sono stati accolti dai personaggi di Gardaland, dal celebre Prezzemolo, a Bambù e Ti, mentre i clown con i loro sorrisi hanno accompagnato i piccoli fino alla zona riservata alla vaccinazione. Pochi minuti sufficienti per completare un percorso nel mondo delle fiabe e conquistare un ingresso gratuito per Gardaland (benefit previsto fino a Natale) e un certificato di valore dove, a fianco del nome si legge “ha dimostrato il merito di aver intrapreso una missione straordinaria contro il Coronavirus”.
In tutto sono 62 gli hub vaccinali predisposti per accogliere i più piccoli, mentre 70mila gli appuntamenti già fissati attraverso il sistema di prenotazione attivo sul portale di Regione Lombardia dallo scorso 12 dicembre e al numero verde 800.89.45.45. Un risultato che la vicepresidente Letizia Moratti ha commentato con soddisfazione. «Le famiglie stanno aderendo bene, abbiamo già superato il 10 percento della platea vaccinabile, però vogliamo che ogni genitore sia consapevole di quello che sta facendo». Per questo è stata organizzata la seconda maratona scientifica presso Regione Lombardia.
Così, mentre l’ospedale in Fiera apriva le porte ai bambini, in Piazza Lombardia da sala Biagi i massimi esperti rispondevano alle domande dei cittadini sulle vaccinazioni in età pediatrica. Due ore di diretta Facebook sulla pagina social della Regione, oltre 2000 domande per un appuntamento a cui hanno preso parte oltre al coordinatore Guido Bertolaso e al direttore generale Welfare di Regione Lombardia Giovanni Pavesi, anche Giuseppe Banderali (Direttore della Neonatologia e Patologia Neonatale dell’ASST Santi Paolo e Carlo); Raffaele Badolato (Direttore della Pediatria Spedali Civili Brescia e Presidente Società Italiana di Pediatria sez. Lombardia); Andrea Biondi (Professore Ordinario Clinica Pediatrica presso l’Università degli Studi Milano-Bicocca); Maria Antonella Costantino (Direttrice della Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza Fondazione IRCCS Cà Granda Policlinico di Milano) e Alberto Mantovani (Direttore Scientifico Istituto Clinico Humanitas).
Un dream team – come definito dallo stesso Bertolaso – che ha saputo in maniera chiara e sintetica dare risposte esaurienti. Tanti i temi trattati a cominciare dalla necessità o meno di sottoporre la fascia di età tra i 5 e gli 11 anni alla vaccinazione anti-Covid dal momento che la malattia non sembra colpire in forma grave i più piccoli. Un quesito che dopo essere riecheggiato in tutte le famiglie italiane è rimbalzato in Regione per trovare una risposta nei numeri snocciolati da Bertolaso che ha spento subito la fake news che vorrebbe i bambini esclusi dalla campagna vaccinale negli altri paesi. «Israele e Stati Uniti sono in testa alla vaccinazione degli under 12 – ha dichiarato il coordinatore lombardo – Israele ha vaccinato già il 9 percento dei bambini e ha iniziato dai più fragili, negli Usa cinque milioni e mezzo di bambini tra i 5 e gli 11 anni hanno ricevuto almeno una dose, mentre quasi due milioni hanno completato il ciclo vaccinale. Il dato più interessante è che non sono stati registrati sintomi avversi, al di là di febbre e mal di testa, ovvero i classici effetti collaterali da vaccino».
Nessun rischio di miocardite nella fascia di età 5-11 anni
La dose di vaccino per la fascia di età 5-11 anni (un terzo di quella per adulti) non sembra dare effetti collaterali gravi. In particolare, gli esperti hanno tranquillizzato i genitori sui problemi cardiaci: «Nei 3082 bambini, che hanno preso parte alla sperimentazione, non si sono riscontrati casi di miocardite e questo è un dato rassicurante – sottolinea Andrea Biondi dell’Università Bicocca -. Solo nei giovani adulti è stata riscontrato qualche caso in forma lieve. D’altro canto, i dati dell’Istituto Superiore di Sanità in Italia dicono che a novembre 2021 sono stati ricoverati in terapia intensiva nella fascia d’età tra i 5 e gli 11 anni 46 bambini e purtroppo 11 sono deceduti. Da pediatra non posso accettare che ciò accada per questo dico a tutti i genitori di vaccinare i propri figli».
Per il direttore di pediatria degli Spedali civili di Brescia, Raffaele Badolato «oggi rischiano l’ospedalizzazione 6 bambini su 10 e la possibilità di contrarre una forma grave è in aumento questo dovrebbe bastare per scegliere di far vaccinare i bambini». «Meglio non rimandare – l’invito di Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’istituto clinico Humanitas – il Covid è il nemico da battere e corre veloce. Fare la vaccinazione ai bambini è indispensabile prima di tutto per tutelare la loro salute ed è un buon allenamento per le difese immunitarie. Non spaventiamoci se dovremo fare un richiamo con una terza o quarta dose». E a chi domandava se è necessario sottoporre il bambino ad esami prima del vaccino il direttore della Neonatologia dell’ASST Santi Paolo e Carlo, Giuseppe Banderali ha risposto «Un test sierologico prima della vaccinazione non aggiunge nulla, anzi può creare confusione. I bambini sono predisposti a ricevere più vaccini, sono in una fase di plasticità, quindi, non occorre indagare sul numero di eventuali anticorpi presenti prima della vaccinazione».
Attenzione ai danni psicologici nei bambini costretti in terapia intensiva per il Covid
Ai dubbi su effetti collaterali e danni a lungo termine del vaccino, hanno replicato via via gli esperti spostando l’attenzione sulle conseguenze che possono avere invece i bambini, anche piccoli, nel contrarre il virus. In particolare, la direttrice della Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza di Fondazione IRCCS Cà Granda Policlinico di Milano, Maria Antonella Costantino, ha focalizzato l’attenzione sui danni psicologici. «Un ricovero per le restrizioni imposte dalla pandemia può avere un impatto forte sui bambini da un punto di vista neurologico. Meglio non rischiare e scegliere il vaccino».
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