Il ministro della Salute, insieme a quello dell’Istruzione Marco Bussetti, ha illustrato questa mattina al Dicastero la circolare che, di fatto, depotenzia l’obbligo vaccinale: niente certificazioni della Asl da consegnare entro il 10 luglio. E annuncia la sua gravidanza: «Mio figlio sarà vaccinato come tutti»
La prima conferenza stampa del neoministro della Salute Giulia Grillo inizia con un annuncio a sorpresa: diventerà presto mamma. Sarà «sua premura» vaccinarlo, come è sicura che faranno, del resto, tutti gli italiani e lo dimostra il fatto che le coperture sono salite. E non per merito dell’obbligatorietà. «I cittadini italiani, una volta appresi i rischi causati da malattie estremamente gravi ed invalidanti come la poliomelite, la difterite ed il tetano, hanno capito che era necessario vaccinarsi» ha sostenuto Giulia Grillo.
Il primo intervento concreto del nuovo ministro in tema vaccini è un «atto di semplificazione amministrativa»: la circolare emanata dal ministero della Salute e dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, infatti, permetterà a tutti i bambini tra 0 e 6 anni di iscriversi a scuola semplicemente “autocertificando” le avvenute vaccinazioni obbligatorie. Per i minori da 6 a 16 anni non cambia nulla, perchè resta valida la documentazione presentata per l’anno scolastico 2017-2018 se non deve effettuare nuovi vaccini o richiami.
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Salta, dunque, l’obbligo previsto per legge di presentare entro il 10 luglio la certificazione ufficiale della Asl che comprovi l’avvenuta vaccinazione. La dichiarazione sostitutiva, ci tiene a precisare il ministro, è un primo provvedimento pensato per alleggerire le procedure burocratiche a carico le famiglie e delle scuole, in attesa di un approfondimento parlamentare sul dibattito pubblico relativo all’obbligatorietà dei vaccini.
Le altre due novità, emerse dalla conferenza stampa di questa mattina al dicastero della salute, sono: la costituzione dell’Anagrafe nazionale vaccini ed il Tavolo degli esperti indipendenti del ministro della Salute. La prima consentirà di monitorare i programmi vaccinali, conoscere le ragioni delle mancate vaccinazioni e misurare progressi e criticità del sistema; il secondo, produrrà le evidenze scientifiche a sostegno delle scelte dei decisori.
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L’obiettivo, è sempre quello di “semplificare” la vita delle famiglie ed evitare, ad esempio, la richiesta di certificazioni anche nei casi di cambio di residenza.
«Il problema vero è che noi non investiamo né in sanità né in formazione; abbiamo sempre considerato negli ultimi dieci anni la sanità come un costo – ha continuato il ministro – . Bisogna investire nella formazione: la strada giusta non è dire “è così e basta”. Non serve l’obbligo, ma è necessario far capire al cittadino che deve aderire ad un programma di prevenzione vaccinale che possa tutelarlo e tutelare chi gli sta intorno. Quindi: informare, spiegare e far accrescere la consapevolezza sanitaria dei cittadini» ha concluso Giulia Grillo.