In diverse Regioni le vaccinazioni in farmacia erano già realtà. Gli ultimi cambiamenti al piano vaccinale hanno causato uno stop alle somministrazioni e la necessità di riorganizzare tutto. La macchina riuscirà a ripartire? La situazione in Piemonte, Lazio e Campania
Con i vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson riservati a chi ha più di 60 anni, il piano di distribuzione e somministrazione dei vaccini alla popolazione residente in Italia è ovviamente cambiato, con inevitabili ripercussioni anche sulle farmacie. In diverse Regioni italiane, infatti, le vaccinazioni in farmacia sono diventate realtà già da diverse settimane ma le nuove indicazioni su J&J (il vaccino utilizzato in farmacia) hanno comportato un momentaneo stop. Vediamo qual è la situazione attuale in Piemonte, Lazio e Campania.
Lo scorso 18 giugno è partita la campagna vaccinale nelle farmacie del Piemonte. L’iniziativa ha visto l’adesione di 520 farmacie su 1.620 e nelle prime 24 ore sono stati 80mila gli accessi al portale per effettuare la prenotazione, mentre nei primi due giorni c’è stato il sold out in ogni hub. «Un numero che ci soddisfa e che è in linea con il resto d’Italia – spiega Massimo Mana, Presidente di Federfarma Piemonte e farmacista a Rocca De Baldi in provincia di Cuneo –. Dopo le iniziali difficoltà per mettere a punto oltre 500 hub singoli, è stato necessario un corso per i 1.200 farmacisti aderenti per imparare a preparare, diluire e conservare le dosi di Pfizer».
In un primo momento sembrava essere Johnson&Johnson il vaccino designato per le inoculazioni in farmacia, ma con le ultime direttive e la sospensione dello stesso sotto i 60 anni, la macchina vaccinale delle farmacie era a rischio: «Di sicuro se la modalità di conservazione di Pfizer fosse rimasta vincolata ai cinque giorni come era in un primo momento, non avremmo potuto soddisfare le richieste della gente perché tra ordinazione, consegna e preparazione non saremmo riusciti a rispettare la tempistica richiesta, invece Ema ha spostato il termine a trenta giorni e reso dunque fattibile la vaccinazione in farmacia».
La vaccinazione in farmacia è riservata ai cittadini di età compresa tra i 18 e i 79 anni in buono stato di salute. «I minori e i fragili devono scegliere altri hub – ricorda Mana -. Durante l’anamnesi i farmacisti devono essere molto selettivi, di fronte ad una eventuale patologia, anche se dubbia, devono sospendere la vaccinazione e rimandare il cittadino ad un altro hub vaccinale. Meglio non rischiare. Stiamo lavorando bene e vogliamo conservare questo profilo. Con i cittadini si è instaurato un rapporto di fiducia sin dai giorni bui della pandemia quando eravamo il loro punto di riferimento sul territorio. Un atteggiamento che oggi ci premia – conclude il Presidente di Federfarma Piemonte –, molti scelgono di fare il vaccino da noi perché si fidano».
Le somministrazioni dei vaccini anti-Covid nelle farmacie del Lazio sono cominciate lo scorso primo giugno. Alle farmacie era stato riservato il vaccino Johnson & Johnson. Ai blocchi di partenza sono state arruolate le prime 614 farmacie distribuite in tutto il territorio regionale. In poche ore i posti disponibili sono andati esauriti.
«Tutto perfetto – spiega il Presidente di Federfarma Roma, Andrea Cicconetti –, almeno fino all’11 giugno, quando il Comitato tecnico scientifico ha richiamato e rafforzato un parere dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) dello scorso 20 aprile, ricordando che il vaccino Johnson & Johnson è sì autorizzato dai 18 anni in su, ma è anche raccomandato per chi ha più di 60 anni. Sembrerà paradossale, ma solo l’aver ricordato qualcosa che già si sapeva ha scatenato la paura dei cittadini e dall’iniziale tutto esaurito le prenotazioni sono calate di molto, per non parlare delle disdette».
A causa di questo repentino cambio di programma le farmacie sono corse ai ripari insieme alla Regione Lazio, la quale starebbe prevedendo di chiudere gli hub vaccinali e di destinare alle farmacie il vaccino Moderna. Ma ciò significa che «l’impianto distributivo e delle prenotazioni dovranno essere riformulati: Johnson & Johnson è un vaccino monodose mentre Moderna, per raggiungere la massima protezione, ha bisogno di una seconda dose da effettuare tra il 28esimo e il 42esimo giorno dalla prima inoculazione».
Questo stop, dunque, rallenta ma non ferma un servizio «molto apprezzato dalla cittadinanza» e rappresenta solo tanta «esperienza da mettere nel nostro bagaglio culturale professionale».
In continuo divenire la situazione in Campania dove, a seguito dello stop del vaccino Johnson & Johnson in farmacia per gli under 60, è stato dato il via libera all’utilizzo di quello Pfizer. Le modalità organizzative sono tuttora oggetto di riunioni al vertice tra le associazioni di categoria e le direzioni farmaceutiche Asl. Non tutte le province si trovano allo stesso punto. Tra le più organizzate spicca comunque quella del capoluogo.
«Ad oggi – dichiara Federfarma Napoli – la situazione è la seguente: le dosi di Pfizer sono ancora abbastanza contingentate, perché una grossa quota va riservata alle seconde dosi negli hub, sia per chi ha ricevuto già Pfizer alla prima, sia per chi aveva ricevuto AstraZeneca e ora dovrà fare il richiamo con Pfizer. Ci hanno comunque assicurato un quantitativo di dosi sufficienti per i vaccini in farmacia, soprattutto ci hanno garantito la disponibilità di tutte le dosi necessarie per le seconde inoculazioni. Quello che ora sarà fondamentale confermare – spiega Federfarma Napoli –, affinché la Asl ci assicuri le forniture, è la piena operatività delle farmacie aderenti e dei farmacisti vaccinatori nei mesi di luglio e agosto per assicurare le seconde dosi a 35–42 giorni a tutti coloro che avranno già effettuato la prima dose in una determinata farmacia. Lo scopo, ovviamente, è non lasciare indietro nessuno: se un cittadino si vaccina il 5 luglio in farmacia deve essere sicuro che tra il 10 e il 17 agosto riceverà la seconda dose nella stessa sede».
Per quanto riguarda la conservazione del vaccino, il procedimento avverrà così: «La direzione farmaceutica Asl sconfeziona le dosi tenute a -80° e le riconfeziona in pacchetti da 5 flaconi da cui si ricaveranno 30 dosi. I flaconi riconfezionati possono essere conservati tra i 2° e gli 8° per un massimo di un mese mentre, una volta aperti, dovranno essere smaltiti nel giro di 6 ore. È chiaro quindi che è importante calibrare bene il numero di dosi richieste sull’effettivo bacino di utenza da vaccinare».
«L’obiettivo finale – dichiara infine il Presidente Federfarma Napoli Riccardo Iorio – è farci trovare pronti e “rodati” allorquando a settembre, in vista delle terze dosi, gli hub vaccinali verranno dismessi e le farmacie diventeranno il baluardo principale dell’intera campagna vaccinale anti-Covid. È chiaro che il nostro ruolo è quello di supportare la Regione nel raggiungimento degli obiettivi vaccinali – conclude Iorio – ma anche ribadire la nostra capillarità e vicinanza ai cittadini, come anello di congiunzione fondamentale tra Ssn e territorio».
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