La portavoce alla Salute della Commissione europea, Anca Paduraru, annuncia misure per condividere dati e per lo scambio delle migliori pratiche. Sarà coinvolto il Comitato per la sicurezza sanitaria che si occupa delle minacce sanitarie transfrontalieri della Ue. Intanto si infiamma la polemica politica in Italia
«Siamo molto preoccupati per l’aumento dello scetticismo sui vaccini». Le parole della portavoce della Commissione Ue per la Salute, Anca Paduraru, non lasciano adito a dubbi: a Bruxelles le posizioni anti-vaccini di diversi movimenti populisti preoccupano. E forse non è un caso che le parole della Paduraru arrivano proprio nel giorno in cui il segretario della Lega Matteo Salvini annuncia che, una volta al governo, abolirà le norme sull’obbligo vaccinale introdotto su iniziativa del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ha subito replicato bollando l’esternazione di Salvini come una posizione «che mette a rischio la salute dei nostri figli».
La fibrillazione pre-elettorale su un tema delicato come quello dei vaccini deve aver allarmato i vertici Ue. «Vogliamo sottolineare – ha spiegato Paduraru – l’importanza dei programmi di vaccinazione nella protezione della salute pubblica. Ad oggi, la copertura vaccinale rimane elevata nell’Ue», anche se poi ha chiarito che la vaccinazione è «responsabilità degli Stati membri».
In tutti i casi Bruxelles continuerà a vigilare sul tema. «La Commissione – continua Paduraru – è tuttavia impegnata a rafforzare il sostegno dell’Ue agli sforzi nazionali. Collaboreremo con gli Stati membri per sensibilizzare sull’importanza della vaccinazione e sulle possibili conseguenze della mancata vaccinazione». Lo strumento sarà quello del Comitato per la sicurezza sanitaria, che si occupa delle minacce sanitarie transfrontaliere nell’Ue, che avrà il compito di coordinare gli interventi. La portavoce per la salute ha spiegato che sarà possibile, ad esempio «promuovere la condivisione dei dati e lo scambio delle migliori pratiche, fornire supporto tecnico alle campagne nazionali di comunicazione sanitaria e persino agevolare strumenti e pareri scientifici».
Non è la prima volta che Bruxelles interviene sul tema in modo esplicito. A novembre il Commissario alla Salute Vytenis Andriukaitis aveva sottolineato, senza mezzi giri di parole, che i movimenti contrari ai vaccini «ci riportano a periodi in cui non c’era alcuna conoscenza scientifica, ci riportano all’età della pietra».