Salute 7 Dicembre 2023 17:32

Vaccini, le novità per la prevenzione di Herpes Zoster e Virus Respiratorio Sinciziale

Gli infettivologi della SIMIT sottolineano l’importanza delle vaccinazioni nel paziente fragile. Il Virus Respiratorio Sinciziale provoca oltre 420mila ricoveri ogni anno e 29mila decessi negli adulti, mentre il virus dell’Herpes Zoster è presente in oltre il 90% della popolazione. Parrella (SIMIT.): “L’RSV può esacerbare condizioni come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), l’asma e l’insufficienza cardiaca cronica e può portare a esiti gravi, come polmonite, ospedalizzazione e morte”

di I.F.
Vaccini, le novità per la prevenzione di Herpes Zoster e Virus Respiratorio Sinciziale

I vaccini restano il principale strumento di prevenzione in tutte quelle popolazioni fragili che sono maggiormente esposte alle infezioni e a una maggiore gravità delle manifestazioni delle relative patologie. Per questo è fondamentale una protezione preventiva con il periodico vaccino contro l’influenza, con i vaccini aggiornati contro il Covid, che hanno proprio in questa popolazione il target specifico, con il vaccino contro lo Pneumococco, con i nuovi vaccini contro Herpes Zoster e Virus Respiratorio Sinciziale. Il problema da affrontare, infatti, non è solo quello di una singola patologia o di una coda pandemica, bensì sottolineare i bisogni dei pazienti che hanno fragilità importanti e le cui condizioni generali di salute o il controllo della malattia possono essere notevolmente peggiorati da malattie facilmente prevenibili o trattabili con vaccini, anticorpi monoclonali e antivirali a seconda dei casi e delle necessità, come nell’esempio delle terapie precoci con antivirali e anticorpi monoclonali contro il Covid.

Anziani e fragili

“I pazienti fragili appartengono a diverse popolazioni – sottolinea il Professore Andrea Antinori, Direttore Divisione Immunodeficienze Virali, INMI Spallanzani -. Si tratta delle persone più anziane, perché il sistema immunitario invecchia con l’età. Vi sono poi coloro che sono affetti da comorbidità concomitanti, come patologie cardiovascolari, malattie polmonari croniche come la BPCO o la fibrosi polmonare, insufficienza renale, epatopatia cronica, diabete, obesità. A queste categorie, negli ultimi anni si è aggiunto un crescente numero di persone con deficit del sistema immunitario pazienti oncologici o onco-ematologici, pazienti trapiantati o in attesa di trapianto d’organo, persone sottoposte a terapie immunosoppressive, o con immunodeficienze di varia natura. Persone con infezione da HIV, in particolare quelle che per effetto di una diagnosi avanzata e un’insufficiente risposta alla terapia hanno anche un deficit immunitario e altri pazienti con malattie croniche. Questo ampio gruppo di persone trae beneficio dalle vaccinazioni contro Herpes Zoster, Pneumococco, influenza, Virus Respiratorio Sinciziale, SARS-CoV-2. I vaccini sono sicuri ed efficaci: consentono di evitare le manifestazioni più severe della patologia e in alcuni casi proteggono dalla stessa infezione. Contestualmente al vaccino per l’influenza, la cui campagna è in corso in queste settimane, si può procedere anche alla co-somministrazione di queste altre vaccinazioni”.

Il vaccino che protegge dal Virus Respiratorio Sinciziale

Il Virus Respiratorio Sinciziale – RSV – è un virus contagioso comune che colpisce i polmoni e le vie respiratorie. Può dare complicazioni nei bambini sotto i due anni e nella popolazione anziana e immunocompromessa. Nei Paesi industrializzati, negli adulti, provoca oltre 420mila ricoveri ogni anno e 29mila decessi. Finora non sono state disponibili terapie e vaccinazioni, ma è da poco disponibile in Italia il primo vaccino per gli adulti, con straordinaria efficacia nei soggetti con patologie concomitanti: nello studio cardine ha mostrato una riduzione del 94,1% della malattia grave da RSV e un’efficacia complessiva del vaccino dell’82,6%. “I soggetti fragili che contraggono il Virus Respiratorio Sinciziale sono ad alto rischio di malattie gravi a causa del declino dell’immunità correlato all’età e delle condizioni sottostanti – spiega Roberto Parrella, Presidente SIMIT – Se infatti la maggior parte delle persone guarisce entro una o due settimane, il virus può assumere una forma grave nelle persone vulnerabili, come gli anziani e coloro che hanno malattie polmonari o cardiache e diabete. L’RSV può esacerbare condizioni come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), l’asma e l’insufficienza cardiaca cronica e può portare a esiti gravi, come polmonite, ospedalizzazione e morte. In generale, chi ha patologie pregresse rischia un aggravamento delle proprie condizioni e va incontro a tassi di ospedalizzazione più elevati. Recenti studi americani rilevano come ogni anno ci siano da 60mila a 120mila ricoveri dovuti all’RSV, di cui circa 6-8mila decessi. Da questi dati si evince l’importanza che può rivestire uno strumento preventivo come il vaccino”.

L’Herpes Zoster

Tra le patologie infettive, l’Herpes Zoster rappresenta una delle principali minacce per il soggetto adulto, vista la sua ampia diffusione e i rischi che comporta. L’incidenza è di circa 8 casi per mille abitanti per anno, ma aumenta con l’età, tanto che a 80 anni si ha il 50% di possibilità in più di incorrere in questa patologia. L’Herpes Zoster è molto pericoloso per i pazienti fragili perché peggiora spesso il controllo della malattia ed ancora di più per quelli immunocompromessi, in particolare coloro che sono affetti da patologie oncologiche o oncoematologiche. “Il vaccino contro l’Herpes Zoster è prioritario perché questa infezione è presente in oltre il 90% della popolazione – sottolinea il professore Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT –. La riattivazione del virus è legata proprio all’immunodeficienza legata all’età o alla malattia di base. L’Herpes Zoster comporta una fastidiosa fase acuta e delle sequele, tra cui la più nota è la nevralgia post-erpetica, un dolore che colpisce la zona dove si è manifestata l’infezione e che può persistere anche per mesi. La letteratura scientifica più recente ha evidenziato anche complicanze cardio e cerebro-vascolari. La varietà e la gravità di queste conseguenze ci inducono a raccomandare fortemente la vaccinazione. Il  vaccino ricombinante adiuvato, da poco disponibile, ha dimostrato un rapporto rischio/beneficio nettamente favorevole, oltre che una persistenza d’effetto di 10 anni. Tale vaccino, inoltre, può essere somministrato anche nei pazienti immunocompromessi, che sono i più esposti all’infezione e rappresentano pertanto – conclude lo specialista – i destinatari più indicati per la somministrazione della vaccinazione”.

 

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